Gnassi dica al suo amico Franceschini che sul turismo siamo alla presa per i fondelli

Gnassi dica al suo amico Franceschini che sul turismo siamo alla presa per i fondelli

Poche risorse e pensate male. Ecco cosa prevede il "decreto rilancio" per il settore che vale il 13% del Pil, ovvero 230 miliardi.

Il decreto del governo (pare si chiami “rilancio”), che complessivamente giostra 55 miliardi, stando a quanto si conosce ad oggi, contiene anche le misure che secondo Conte, Franceschini & C. dovrebbero aiutare la ripresa del turismo, che tutti considerano il malato grave, praticamente intubato dalla pandemia, ma allo stesso tempo magnificato come il motore della economia italiana grazie al suo Pil al 13%, ovvero circa 230 miliardi di euro. Cosa stanno prevedendo dal governo per riaccendere questo turbo? Una elemosina. Una presa in giro.
Primo. 50 milioni (per il 2020) da elargire come contributi per le imprese turistico-ricettive, gli stabilimenti balneari, le aziende termali, allo scopo di concorrere alle spese di sanificazione e per adeguare gli ambienti secondo le misure di contenimento della diffusione del coronavirus.
Secondo. Altri 50 milioni (sempre per l’anno 2020) che dovrebbero servire per l’acquisto e la valorizzazione di immobili turistico-ricettivi, praticamente per comprare partecipazioni.
Terzo. Il “fondo per la promozione”, di cui non si conoscono ancora i beneficiari, pari a 30 milioni di euro (sempre per il 2020), finalizzati alla ripresa del turismo fra i confini nazionali. “Con decreto del ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono individuati, anche avvalendosi dell’Enit-Agenzia nazionale del turismo, i soggetti destinatari delle risorse e le iniziative da finanziare e sono definite le modalità di assegnazione anche al fine del rispetto del limite di spesa di cui al presente comma”.
Poi nella intervista odierna al Corriere della Sera, Franceschini ha parlato di «ristori per le aziende che hanno avuto un grande calo di fatturato e per gli alberghi». Non ha però indicato nessuna somma, che comunque dovrebbe riguardare esclusivamente le aziende che non superano i 5 milioni di fatturato.
Infine c’è il “bonus vacanze”, o “tax credit vacanze”, un pannicello tiepido, «da spendere entro il 2020 in alberghi e strutture ricettive per persone sotto un reddito Isee di 40 o 50 mila euro, stiamo definendo». In realtà la bozza del decreto dice altro: “Per il periodo d’imposta 2020 è riconosciuto un credito in favore dei nuclei familiari con un reddito Isee non superiore a 35.000 per il pagamento dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive”. Praticamente si tratta di un credito da spendere nell’arco temporale compreso fra l’1 luglio e la fine dell’anno, pari a 500 euro per nucleo familiare (150 euro se si tratta di single). Come sarà utilizzabile questo bonus? In massima parte come sconto sul corrispettivo dovuto, però anticipato dagli albergatori, e per una minima quota come detrazione di imposta al momento della dichiarazione dei redditi in capo a chi sarà andato in vacanza. Praticamente ai gestori delle attività ricettive, chiuse e dunque con poca o nulla liquidità, si chiede di anticipare dei soldi che non hanno. “Con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, sentito l’Inps, sulla base dei dati forniti dall’Inps, saranno individuati i nuclei familiari di cui al comma 2, nonché le modalità di rimborso dello sconto sul corrispettivo dovuto ai fornitori dei servizi ai sensi del presente comma”. Stiamo freschi.
L’ex Dc di Ferrara si picca di masticarlo il turismo, e poi sforna trovate di questa caratura. Andrea Gnassi, che ben conosce Franceschini, gli faccia un corso accelerato.
Per ora si è limitato a dire, seppure dentro uno sfogo molto vivace contro i governanti che lanciano schiaffi ai Comuni invece di risorse, che “nel decreto maggio ci saranno provvedimenti utili. Oltre due miliardi per turismo con il buono vacanze. Il ministro Franceschini ha raccolto alcune proposte. Ma ripeto oggi o c è considerazione vera e coinvolgimento strutturale dei territori , e con essi dico comuni imprese lavoratori e rappresentanze, o non basterà buttare il cuore oltre l’ostacolo a Rimini esentando dal pagamento di Tari, Tosap, rette scolastiche per i mesi del blocco totale, attivando misure straordinarie come Rimini Open Space”. Ma di questo passo il turismo della Riviera verrà letteralmente asfaltato.

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