Grazie alla nostra battaglia e alle interrogazioni della minoranza torna lo streaming del consiglio comunale

Grazie alla nostra battaglia e alle interrogazioni della minoranza torna lo streaming del consiglio comunale

Dopo un mese di interruzione, e a seguito degli approfondimenti di Rimini 2.0, ripresi da Luigi Camporesi e Marzio Pecci, il consiglio comunale riprende la diretta online.

Dopo la battaglia di Rimini 2.0 contro l’oscuramento della diretta del consiglio comunale di Rimini e dopo le interrogazioni presentate da Luigi Camporesi e Marzio Pecci, l’amministrazione comunale si è decisa a riaccendere lo streaming. Le sedute del 26 marzo, del 4 e del 26 aprile sono state messe online e oggi il  consiglio comunale torna in diretta alle 18,45. All’ordine del giorno ci sono l’attribuzione del seggio rimasto vacante a seguito delle dimissioni di Cristiano Mauri (Lega) al primo dei non eletti, Davide Manfroni; l’elezione del nuovo presidente della seconda commissione consiliare permanente “controllo e garanzia” (carica che ricopriva lo stesso Mauri); l’approvazione del rendiconto della gestione dell’esercizio 2018; la ratifica della deliberazione di giunta n. 56 del 05/03/2019 sulla “variazione d’urgenza al bilancio di previsione 2019/2021 ex art. 175 d.lgs. 267/2000” e la ratifica della deliberazione di giunta n. 82 del 26/03/2019 sulla “variazione d’urgenza al bilancio di previsione 2019/2021 ex art. 175 d.lgs. 267/2000”. Ci sono anche le modifiche statutarie di sette società partecipate (“Amir onoranze funebri s.r.l.”, “Anthea s.r.l.”, “Rimini Congressi s.r.l.”, “Rimini Holding s.p.a.”, “Riminiterme s.p.a.”, “Riminiterme sviluppo s.r.l.” e “Start Romagna s.p.a.”) e il “patto di consultazione tra i principali soci di Start Romagna s.p.a.”, più una serie di mozioni.

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L’avevamo sostenuto da subito: i precedenti pronunciamenti di Agcom non lasciavano dubbi sul fatto che la trasmissione integrale delle sedute degli organi consiliari delle amministrazioni locali non rientra nella comunicazione istituzionale e quindi può essere diffusa nel corso della campagna elettorale. L’avevamo poi verificato direttamente dal Corecom e da Agcom, ma l’amministrazione comunale aveva atteso ancora. Fino alla decisione di inviare il 16 aprile un quesito alla Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, comunicata dall’assessore Morolli nell’ultimo consiglio comunale, per chiedere lumi sulla corretta applicazione dell’art. 9 della legge n. 28 del 22 febbraio 2000. E l’Agcom ha risposto riconfermando una prassi interpretativa consolidata.

A nostro modesto parere, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto interpellare l’Agcom prima di decidere di interrompere la trasmissione del consiglio comunale (tre sedute non sono state mandate in diretta), e non dopo. Anche perché sarebbe bastato guardarsi intorno (la gran parte dei Comuni ha continuato a mettere online i consigli comunali, e così anche l’assemblea legislativa regionale e il parlamento) e leggersi la chiara documentazione reperibile online, anche sul sito dell’Agcom. E, sempre a nostro modesto parere, la presidente del consiglio comunale Sara Donati avrebbe dovuto attivarsi da subito per salvaguardare la possibilità offerta ai cittadini di seguire, attraverso la diretta, l’attività dell’organo di governo del Comune al quale lo statuto comunale assegna “la funzione di rappresentanza democratica della Comunità”, che “esplica le sue funzioni nell’interesse della cittadinanza”. Senza la protesta di cui ci siamo fatti protagonisti, il consiglio comunale di Rimini sarebbe tornato online solo al termine delle elezioni di fine maggio.

Fotografia: Sara Donati, presidente del consiglio comunale di Rimini

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