I deliri di Alice (Parma) nel paese delle meraviglie

I deliri di Alice (Parma) nel paese delle meraviglie

“Care signore e cari signori, care creature animali. Oggi vi do il benvenuto..."

Il Sindaco di Santarcangelo Alice Parma parla agli animali e se la prende con i “confini immaginari” imposti dagli uomini per separare l’umano dagli animali. L’analogia con Alice nel paese delle meraviglie che parlava con lo Stregatto, il Brucaliffo e il Bianconiglio diventa obbligatoria.

“Care signore e cari signori, care creature animali. Oggi vi do il benvenuto per celebrare la fine di un’era e l’inizio di una nuova”. No, non è uno spettacolo teatrale fantasy e nemmeno uno scherzo. È l’introduzione di un discorso tenuto a Santarcangelo di Romagna da parte di un Sindaco che, in occasione dell’inaugurazione del Museum Of NonHumanity (punto focale del 47° Festival) accanto all’ex Ministro e attuale europarlamentare del Pd Cécile Kyenge, per non “discriminare” nessuno oltre a rivolgersi ai suoi concittadini, cerca letteralmente di parlare con gli animali. Anche se tra il pubblico, forse, non c’era neanche un cane.

Il Sindaco è la giovane Alice Parma. L’analogia con Alice nel paese delle meraviglie che parlava con lo Stregatto a questo punto diventa obbligatoria. “Nel passato la nostra specie ha avuto come missione la costruzione dei confini. Abbiamo costruito dei confini tra gli uomini e quelli che noi chiamiamo animali”. Quando riascolti bene la frase “confini tra gli uomini e quelli che noi chiamiamo animali” il significato delle sue parole inizia ad assumere sembianze sospette, come se adesso di punto in bianco fosse sbagliato chiamarli animali. Bah, magari abbiamo capito tutti male. Ma “Alice in Santarcangelo-Wonderland” non si ferma qui e continua imperterrita: “Dalla creazione di questi confini è nato il desiderio di costruire delle gerarchie. Abbiamo costruito intere società sull’idea che in generale gli esseri umani fossero più importanti di qualsiasi altra specie. Queste gerarchie sono state causa di grandi sofferenze per ogni essere vivente che in passato è stato etichettato come Non-Umano da coloro che detenevano il potere”. Avete capito? Ci dobbiamo sentire profondamente in colpa, perché la presunta “ideologia gerarchica” creata dall’uomo ha costruito società che considerano la vita di un essere umano più importante di quella di un topo. E invece no, guai a pensarla così. Si tratta chiaramente di animalofobia, che stupido sono stato a non pensarci prima.

Alice Parma ci spiega che considerare gli esseri umani più importanti degli animali è un atteggiamento ideologico, sbagliato, nemico del progresso e da stigmatizzare assolutamente, perché a suo dire “va superato”. Del resto nella descrizione presente sul sito ufficiale del “Santarcangelo Festival” si legge che il Museo della Nonumanità è un “monumento alla volontà di de-umanizzare la storia”. Chiaro, no? Se non lo fosse ancora, nessun problema, perché Alice verso la conclusione dell’intervento rincara la dose: “I confini tra Umano e Non-Umano, tra l’essere umano e l’animale, tra noi e loro, sono immaginari. Non ci sono creature che hanno maggiore o minore importanza, ci sono solo creature diverse. È arrivato il momento di abbandonare ogni confine e dar vita a un nuovo modo più sostenibile ed equo. È arrivato il momento di smettere di pensare alle altre e agli altri come animali, come qualcosa che non meriti considerazione morale. Non vogliamo più etichettare agli altri esseri viventi in base al pregiudizio e alla categoria limitante di umano”. Il delirio è servito. I confini, che non sono altro che le ovvie e gigantesche differenze tra l’uomo e l’animale, nel mondo parallelo e utopistico di Alice Parma non esistono più. Vengono perfino negati e considerati addirittura “immaginari” come se fossero un’imposizione e non un dato di cui si prende atto. Francamente non mi vorrei mai trovare nei panni di un futuro e ipotetico figlio di Alice Parma, considerato alla pari del cagnolino domestico di casa. Vi immaginate una mamma che senza scrupoli vi risponderebbe che la vita di suo figlio vale quanto quella del riccio che ogni tanto viene a farle visita in giardino o quanto quella di una pantegana trovata in uno scantinato? Perché stiamo drammaticamente parlando di questo.

Nella mia vita ho avuto tanti animali domestici, gatti e cani a cui mi ero molto affezionato, ma anche cocorite e una tartaruga di mare. Insomma, non sono una persona che non può vedere gli animali, anzi. Però mi sono sempre tenuto alla larga da quella preoccupante tendenza totalmente fuori dalla realtà che ha cercato di umanizzare gli animali, con la conseguenza di considerarli veri e propri membri della famiglia alla pari della nonna. È il sentimentalismo estremizzato in tutte le sue forme che conduce a questo. Talvolta può essere barbaro, quando ti lascia accecare dall’ideologia che ti fa dimenticare perfino che l’uomo è dotato della ragione umana e della volontà libera a differenza dell’animale. Le conseguenze sono disastrose. Così si appiattisce tutto, il relativismo assoluto impera e ti convincono a credere alla follia pura facendoti sentire perennemente in colpa al solo pensiero di esistere. È proprio vero che quando non si crede più in niente si comincia a credere a tutto.

Praticamente se le strambe convinzioni del Sindaco prendessero piede in questo paese, nel giro di qualche anno portare a spasso il cane con un guinzaglio al collo diventerebbe un atto di ribellione rivoluzionario, da ostracizzare e reprimere nell’immediato in quanto si tratterebbe palesemente di una violenza nei confronti di un essere vivente che vale quanto l’uomo. Parole sue: “Non ci sono creature che hanno maggiore o minore importanza”. Il collare è diventato un’imposizione, un vile soggiogamento nei confronti dei nostri “amici a quattro zampe”, cari miei. Sono queste le battaglie tragicomiche della sinistra di oggi. Ma questa gente alle contraddizioni non ci pensa mai? Crede realmente che il popolo si beva tutte le loro idiozie modaiole? Prendiamo ad esempio il cannibalismo umano, ovvero la terrificante pratica di mangiare i propri simili. Se i confini tra l’Umano e il Non-Umano fossero immaginari, di fatto non ci sarebbe più alcuna differenza tra il mangiare una costoletta di maiale, un petto di pollo o una gamba umana. Quindi si legittimerebbe il cannibalismo, dal momento in cui tutti gli esseri viventi hanno lo stesso valore. Oppure nel caso opposto, non si mangerebbe più nulla abbracciando una sorta di totalitarismo vegano da imporre all’intera umanità. Solo agli uomini, perché sarei curioso di vedere questi intellettualoidi che si cimentano nell’ardua impresa di spiegare al Re della savana, il leone, di rivedere la sua catena alimentare, di non mangiare più lepri, uccelli, facoceri e zebre e di sostituire il tutto con bacche di goji.

Se non esistessero differenze tra l’uomo e l’animale allora anche per l’omicidio sarebbe così. Ammazzare un uomo sarebbe grave quanto l’uccisione di un cerbiatto. E se investi per sbaglio un istrice per strada, attenzione, è chiaramente omicidio colposo. Non mi volevo spingere oltre, ma ci sarebbe da prendere in considerazione pure la zooerastia, una parafilia (perversione) che consiste nella pratica di avere rapporti sessuali con gli animali. Se i confini sono immaginari come sostiene il Sindaco Parma, allora Cicciolina non ci aveva visto male col cavallo. Io la butto sull’ironia, ma questa gente è realmente pericolosa. Spontaneamente viene da chiedersi che cosa si sia fumata il Sindaco di Santarcangelo assieme al Brucaliffo prima di proferire quelle parole. Alice è finita davvero nel paese delle meraviglie, peccato che queste “meraviglie” siano state finanziate coi soldi pubblici, come ogni anno. Per un Festival di nicchia che piace solo a loro. Tramite la finestra di Overtoon su tutti i campi cercano di rendere accettabile un’idea inaccettabile attraverso precise strategie, gradualmente a poco a poco fino a quando l’anormale diventi tu e l’ideologia contro l’umano diventa la “normalità”. Nel celebre film/cartone “Alice nel paese delle meraviglie” uscito nel lontano 1951, Alice parla con lo Stregatto e gli dice: “Io non voglio andare in mezzo ai matti”. Lo Stregatto le risponde: “Non puoi farci niente, sono quasi tutti matti qui”, concludendo con una pazza risata isterica. Eggià, sono proprio tutti matti qui.

L’intervento del Sindaco Alice Parma

COMMENTI

DISQUS: 1