I paletti a Gnassi e la nascita di Patto Civico Romagna. Parla Mario Erbetta

I paletti a Gnassi e la nascita di Patto Civico Romagna. Parla Mario Erbetta

Per non perdere fra tre anni le elezioni comunali a Rimini c'è tanto da fare. A partire dalla sicurezza. Mario Erbetta, presidente del gruppo consiliare Patto civico, pianta una serie di paletti attorno alla giunta Gnassi. Parla delle motivazioni locali della cocente sconfitta elettorale. Di nomadi, immigrazione e delle priorità economiche da perseguire. Annuncia che la lista civica voluta da Pizzolante sarà esportata in Romagna e forse in regione. Gli abbiamo anche domandato: Patto civico ha bisogno di un assessore più combattivo? Erbetta entrerebbe in giunta?

Sicurezza (unità cinofile e pattugliamento della spiaggia con militari e forze dell’ordine ma anche security privata), digitalizzazione e sburocratizzazione della macchina amministrativa (semplificando la vita a cittadini, imprese e tecnici per le pratiche edilizie), dirigenti comunali assunti a tempo determinato e vincolati al mandato del sindaco, agevolazioni alle attività commerciali e nuovi posti di lavoro. Mario Erbetta, presidente del gruppo consiliare Patto civico, pianta una serie di paletti attorno alla giunta Gnassi. Riconosce la cocente sconfitta elettorale (“hanno inciso fattori locali come immigrazione, nomadi e no vax“; non ha trainato Pizzolante? “E’ il Pd che è stato travolto“) e indica le priorità sulle quali palazzo Garampi dovrà impegnarsi da qui alle prossime elezioni comunali. Per non perderle. Ecco la lunga intervista, che contiene rivelazioni (sta per nascere Patto Civico Romagna e i progetti guardano anche alla regione) e bombette. Patto civico ha bisogno di un assessore più combattivo? Erbetta entrerebbe in giunta? Gli abbiamo domandato anche questo.

Cominciamo dal risultato elettorale.
E’ stata una tornata elettorale che ha portato gli elettori a votare di pancia. I populisti, Lega e M5S, hanno conquistato un voto di protesta, anche sensata visto il momento storico, però hanno già davanti a loro una enorme difficoltà, la formazione del governo.

Questa però è una conseguenza della legge elettorale.
Certo, una legge elettorale infame perché non favorisce la stabilità, non dà un vincitore certo e in futuro bisognerà lavorare per migliorarla. In questo frangente della storia politica italiana non ci sono nemmeno le condizioni per una grande coalizione. Il Pd fa bene a decidere di stare all’opposizione, la palla è in mano ai vincitori.

A Rimini però il risultato è stato clamoroso e i perdenti sono stati Pd e Pizzolante.
E’ un risultato sulla scia di quello nazionale, hanno contato poco le persone e molto i simboli. Nel movimento 5 stelle ci sono casi in cui hanno vinto candidati che non faranno nemmeno i deputati o i senatori.

Però anche facendo il confronto con Forlì, Ravenna, Modena o Bologna, Rimini è andata male, ci saranno pure anche motivazioni locali?
Siamo contenti che a Modena e a Bologna abbiano vinto le forze centriste, che hanno compensato la perdita subita dalla sinistra…

Perché questo non è successo anche a Rimini?
Molto probabilmente perché a Rimini hanno inciso fattori locali: dalla immigrazione ai no vax, abbastanza radicati in questo territorio, alla questione nomadi, il malcontento che covava ha penalizzato il centrosinistra. Civica Popolare era nata poche settimane prima del voto e nel momento in cui siamo entrati in corsa non avevamo a Rimini quegli elementi trainanti che c’erano altrove, come Casini a Bologna o la Lorenzin a Modena. A Rimini la nostra area centrista stiamo cercando di costruirla col Patto Civico ma non eravamo ancora pronti. La mia chiamata alle armi è stata improvvisa, sono sceso in campo per dare una mano a Sergio (Pizzolante, ndr), ci ho messo tutto quello che ho potuto ma…

Erbetta al Meeting col ministro Alfano, Pizzolante e i colleghi di Patto Civico

Però Pizzolante non ha trainato…
E’ stato il Pd ad essere travolto, l’abbiamo visto anche per il voto ad Arlotti, che sulla carta doveva vincere. C’è stato un crollo totale.

Non c’è stato anche un giudizio negativo su Pizzolante da parte dell’elettorato del centrosinistra e in particolare degli elettori più politicizzati del Pd?
Io penso che noi non abbiamo accontentato principalmente l’area di centrodestra, sono stati questi i voti che ci sono venuti a mancare. L’area di centrodestra a Rimini si è ricompattata, molti elettori sono ritornati alla “casa madre” perché si votava il simbolo. In un’ottica amministrativa si tende invece a guardare al territorio e alle persone.

E adesso che farete?
Continuiamo il nostro impegno con convinzione. Patto Civico è prossimo ad espandersi in Romagna, queste elezioni sono state una prova generale anche da questo punto di vista. Girando in Romagna ho visto una grande voglia di centro, e tante persone sono pronte a rimettersi in gioco. Queste persone hanno bisogno di un punto di aggregazione e di identificarsi in un progetto. Ecco perché vogliamo creare Patto Civico Romagna e poi affrontare anche le elezioni regionali fra un anno. Entro maggio faremo una assemblea programmatica nella quale inizieremo a gettare le basi per il Patto Civico Romagna. Siamo in rapporto con consiglieri comunali di vari territori e con altre civiche oltre che con rappresentanti del Pd.

Consiglieri comunali?
Sì, Gianfranco Spadoni a Ravenna (consigliere provinciale e candidato di Civica Popolare il 4 marzo, ndr), Alberto Bova di “Ferrara Concreta” (è stato capolista per Civica Popolare alla Camera, ndr), ad esempio. C’è un’area centrista che comprende civiche, uomini della vecchia Udc, popolari, repubblicani … pronti a scendere in campo per questo progetto. Mai come in questo momento una forza centrista può dare il giusto contrappeso a destra e sinistra. Il nostro futuro sarà quello di allargarci a livello regionale. Prima Patto Civico Romagna, poi lavoreremo anche per gettare basi regionali.

Pizzolante fa parte di questo lavoro di espansione?
Certo, con Sergio stiamo lavorando da tempo a questo sbocco, ma stiamo lavorando anche in simbiosi coi referenti locali del Pd delle varie province, compresi alcuni sindaci. Rimini, Cesena, Forlì, Ravenna, Imola, Ferrara, sono i territori coinvolti per mettere insieme questa aggregazione, che potrà dare il giusto equilibrio a qualsiasi alleanza.

Non pensa che Patto Civico a Rimini sia troppo schiacciato sul Pd e sul sindaco?
Noi siamo convergenti ma non coincidenti, come ho già detto, è questa la realtà. In giunta abbiamo anche battuto i pungi sul tavolo ogni volta che ce n’è stato bisogno. Siamo per il fare ed evidenziamo le carenze che bisogna affrontare. Sul tema della sicurezza sto lavorando da oltre un anno e l’assunzione degli agenti della polizia municipale e l’apertura dei nuovi distaccamenti sono dei risultati raggiunti. Nell’insieme molte cose sono ancora da fare ma si sta concretizzando parecchio. Spesso il nostro è un lavoro nascosto ma fondamentale. Anche le novità introdotte all’ufficio edilizia hanno visto il mio impegno diretto. Ma c’è un altro obiettivo nel quale credo molto.

Quale?
I nuovi dirigenti dovranno essere assunti a tempo determinato e vincolati al mandato del sindaco. Fino a che i dirigenti apicali rimarranno fissi, senza vincoli di mandato, ci potrà essere il rischio che siano loro a condizionare le scelte degli amministratori.

L’edilizia a Rimini è in forte difficoltà, anche se ci sarebbe tanto da fare per la riqualificazione dell’esistente: cosa pensate di fare?
Stiamo lavorando per favorire il recupero dei vecchi alberghi di piccola dimensione ormai usciti dal mercato, dando la possibilità di trasformarli permettendo anche di fare appartamenti, riqualificando così anche parti della nostra città.

Il sindaco sembra perseguire alcune priorità: il centro storico, gli interventi sui contenitori storico-culturali, gli eventi, la viabilità e le fogne. E tutto il resto?
Noi siamo in maggioranza per portare una visione diversa e piano piano riusciremo a farlo. Il sindaco ha fatto e sta facendo tanto per il centro storico, la sua visione della Rimini culturale va benissimo ma c’è anche bisogno di occuparsi di altro: dalle buche nelle strade alle imprese, fino a compiere ogni sforzo per favorire il lavoro e la crescita economica. Io penso ad esempio che si debbano coinvolgere tutte le associazioni di categoria ponendosi insieme il tema di come attrarre investimenti.
Benissimo il parco del mare ma ci sono anche le periferie, le attività economiche sono alle prese con problemi enormi, chi vuole ristrutturare la propria abitazione s’imbatte in una burocrazia e in lacci troppo stretti.

Cosa farete per disinnescare la bomba di via Islanda e microaree?
La soluzione è quella che abbiamo prospettato noi: casette unifamiliari distribuite all’interno dei vari quartieri.

Però eravate arrivati ai ferri corti col Pd?
Solo perché era stata raggiunta una intesa condivisa e poi ce ne siamo ritrovata un’altra e da cinque le aree erano diventate tre. A me non piace essere preso in giro. La soluzione è quella delle casette prefabbricate, queste persone vanno integrate dando loro una casa, per la quale pagheranno un affitto, la scuola ai bambini e un lavoro a chi non ce l’ha. Avranno anche le utenze intestate perché vanno responsabilizzati. Parliamo di case unifamiliari recintate, quindi non ci sarà la possibilità di allargarsi, sarà applicato un regolamento apposito e saranno gestite dall’Acer, chi sgarra perde tutti i diritti e non avrà scusanti, verrà sfrattato come avviene in certi casi per chi ha ottenuto una casa popolare. Una volta smantellato il campo di via Islanda e create queste condizioni, ci sarà tolleranza zero.

Ma queste casette secondo i conti di Gioenzo Renzi costerebbero un occhio della testa.
Se si considerano cinque aree e casette in legno di 50 mq circa, non si spenderà più di 300-350 mila euro in tutto.

Incontrerete ancora tanta resistenza dai cittadini…
Sicuramente si, ma i problemi bisogna risolverli. Noi e i dirigenti comunali siamo li per assumerci delle responsabilità, anche se questo può essere impopolare.

Altro capitolo che ha esasperato i riminesi è quello della immigrazione: molti immigrati, accolti in strutture e mantenuti coi soldi pubblici, passano le giornate in giro per la città.
Il progetto Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, ndr) è ben gestito, mentre per gli immigrati gestiti dallo Stato ci sono molti problemi. Mi chiedo: le cooperative che dovrebbero occuparsene e gli alberghi che li ospitano incassando i famosi 35 euro, dove sono? Non si può accettare che queste persone se ne stiano 24 ore al giorno con un telefonino in mano senza fare nulla, perché finiranno col cadere nelle mani della criminalità. Ricevono accoglienza e assistenza, cibo e cure, insegniamo loro almeno un lavoro, solo così si potranno integrare, indirizziamoli a seguire corsi di lingua italiana, facciamo in modo che vengano impegnati in lavori di pubblica utilità.

Ma queste cooperative fanno parte della vostra area politica.
Mia no. Il problema è la gestione: andrebbe controllato per bene cosa sta succedendo all’interno di queste strutture stando attenti che non ci sia la possibilità di fare business con gli immigrati.

E il Comune non ha potere di controllo?
Solo in parte. Negli alberghi che accolgono gli immigrati si sta controllando.

Fra le vostre priorità c’è la sicurezza, tema sul quale anche a Rimini c’è moltissimo da fare.
Ci vuole un maggiore pattugliamento del territorio. I militari in stazione stanno svolgendo un servizio utilissimo, ma di notte quella zona è terra di nessuno. Lungomare e spiaggia vanno pattugliate in estate e io chiedo le unità cinofile e dei mezzi che possano muoversi sull’arenile, tipo le “Dune Buggy” che sono già in dotazione alla polizia di stato, mi impegnerò a convincere l’amministrazione comunale a comperarne qualcuna. Poi bisogna andare nella direzione della sicurezza partecipata, come è accaduto per i locali della vecchia pescheria: i gestori delle attività concorrono alla spesa di una security privata, modello “buttafuori” delle discoteche. In spiaggia potrebbe accadere la stessa cosa, con personale chiamato solo a segnalare eventuali problemi alle forze dell’ordine. Spero si possa decidere il da farsi prima dell’arrivo dell’estate: il territorio va presidiato. Bisogna assolutamente evitare che possano verificarsi episodi da “arancia meccanica” come quello dello scorso agosto.

Quindi sulla sicurezza vi farete sentire col sindaco?
E’ la questione delle questioni. La sfida elettorale si giocherà sempre più sulla sicurezza, io la preoccupazione l’avevo già espressa al sindaco: questa volta l’abbiamo pagata ma questo è il principale problema da risolvere. Bellissimo il teatro Galli ma se i riminesi non sono invogliati ad uscire di casa la sera perché hanno paura, non serve a niente.

E poi c’è da rivitalizzare il centro …
Serve un impegno collettivo, ma servono anche degli incentivi alle attività commerciali. Fosse per me cercherei di sgravare delle tasse i negozianti del centro per farli tornare, magari i giovani che vogliono investire. Bisogna rivitalizzare il centro coi negozi tipici, i brand, non bastano bar e cantinette.

Non vi servirebbe anche un assessore più battagliero in giunta per far sentire le ragioni di Patto Civico con maggiore determinazione?
Ce l’abbiamo l’assessore Montini, ma è all’Ambiente… E’ una bravissima tecnica, molto preparata su certi argomenti. E’ normale che ci vorrebbe un po’ di peso in più, però i risultati li sto ottenendo insistendo coi singoli assessori, coi quali il dialogo è ottimo e certi risultati lo dimostrano. Puntare troppo i piedi non sarebbe corretto e un assessore che facesse questo all’interno di una giunta così omogenea sarebbe visto come un corpo estraneo, nascerebbero conflitti. E’ più importante stimolare gli assessori a fare le cose giuste, portando dei contributi positivi.

Qual è un’altra urgenza che lei vede per il Comune di Rimini?
La completa digitalizzazione di tutta la pubblica amministrazione facendo “dialogare” le banche dati disponibili sugli immobili, il catasto, l’anagrafe tributaria eccetera. In parte si sta facendo ma il completo sviluppo di questo percorso migliorerà enormemente l’efficenza dell’amministrazione comunale, farà risparmiare tempo agli uffici e ai cittadini, permetterà di recuperare l’evasione, di tarare i servizi sociali e tanto altro.

Più semplice dirlo che farlo, non pensa che sarà difficile realizzare tutto entro la scadenza del vostro mandato?
Fare tutto non sarà semplice ma dovremo almeno mettere degli embrioni. L’economia turistica ha bisogno di decisioni immediate e importanti. Oltre a quelle che ho elencato ne aggiungo altre due: Rimini, una località turistica per le famiglie, non può permettersi i viali occupati dalle prostitute. O i locali che non possono vendere alcolici dopo le 3 di notte. O il coprifuoco sulla musica. Da noi una volta l’estate serviva per far mangiare tutti per tutto l’anno. Deve tornare ad essere ancora così. Non siamo un dormitorio ma una città turistica. La demonizzazione dei locali da ballo ha portato a far morire tutti i templi sacri che avevamo.

Molta carne al fuoco comunque.
Se vinceremo queste battaglie tra tre anni non ci saranno problemi al voto. Secondo me ce la possiamo fare.

Perché non chiede di entrare in giunta? Potrebbe affrontare direttamente dall’interno tutte le questioni che ha elencato.
Non sta a me deciderlo. Io posso dire che qualsiasi cosa abbia fatto ci ho sempre messo l’anima e posso mettere a disposizione le mie competenze.

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