I riminesi in lista col Popolo della famiglia

I riminesi in lista col Popolo della famiglia

Capolista al Senato è Sergio De Vita, psicologo, di Santarcangelo. Per la camera in corsa Dino Gianpietro Angeli e Massimiliano Crivellari. Al centro del programma: investire sulla famiglia, su giovani e lavoro, partendo dal riconoscimento del ruolo decisivo della maternità.

Il Popolo della famiglia brucia tutti nella ufficializzazione dei candidati. E il capolista al Senato è Sergio De Vita di Santarcangelo, 58 anni, psicologo e consulente del Tribunale di Rimini. Capolista alla Camera, invece, il ravennate Mirko De Carli, 33 anni, coordinatore per il nord Italia del Popolo della Famiglia.
Per il Senato è in lista anche un altro riminese, Sergio Aurelio Perrini, e la forlivese Carla Lodi. Per la Camera, Dino Gianpietro Angeli di Riccione, Massimiliano Crivellari di Santarcangelo, Elisa Visani di Faenza.
“Il PdF non si presenta in coalizione né col centrodestra né col centrosinistra, i quali daranno luogo ad una intesa e la prima legge che faranno sarà proprio la legge Bongiorno-Scalfarotto sull’omofobia che, con i sei anni di carcere previsti all’articolo 1, cercherà di criminalizzare e mettere fuori gioco il mondo pro Family”, spiega il movimento, che a Rimini e Riccione in pochi giorni ha raccolto oltre 500 firme per la presentazione delle liste.

Al centro del programma elettorale ci sono quelli che il PdF considera i due principali problemi del Paese: la denatalità e l’attacco sistematico alla famiglia. “La soluzione programmatica è tornare a investire sulla famiglia, su giovani e lavoro, cioè sul futuro, partendo dal riconoscimento del ruolo decisivo della maternità. Proponiamo l’istituzione del reddito di maternità (1.000 euro al mese di indennità per le donne italiane che decideranno di dedicarsi in via esclusiva alla cura della famiglia), l’aumento degli assegni familiari, la riforma fiscale detta del “quoziente familiare”, l’incremento dei fondi per i 3.8 milioni di disabili italiani ormai pressoché totalmente a carico della famiglia, la libertà scolastica e la riforma detta del “costo standard”, perché sono i genitori a dover scegliere in che scuola educare i loro figli senza dannosi aggravi”.

Il Popolo della Famiglia chiede di riscrivere completamente il patto con l’Europa, a partire dal diritto universale a nascere e dalla proclamazione delle radici cristiane, ricordando che “l’investimento sulla famiglia è condizione per far rifiorire l’economia italiana. Chiediamo più investimenti sulla sicurezza, maggiore dignità ai salari delle forze dell’ordine, anche per una gestione severa di flussi migratori che stanno diventando insostenibili”. Il dado è tratto.

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