Il Beato Enrico, quello vero!

Il Beato Enrico, quello vero!

Il pellegrino cammina per raggiungere il cuore della cristianità. E sulle orme del pellegrino ungherese del XV secolo, il nostro Enrico s'incammina sulla Flaminia Minor (Flaminia Conca) ma...

Enrico è un pellegrino ungherese del XV secolo. Il suo sogno è raggiungere Roma per testimoniare la sua fede e quella della sua terra convertitasi al Cristianesimo. Con i suoi compagni seguendo la Romea giunge a Rimini, caput viarum. L’Emilia, la Popilia (Romea), la Flaminia hanno nella città di Sigismondo inizio e fine. Enrico è provato e stanco, debilitato da una perniciosa febbre, ma non vuole arrendersi. Sceglie la Flaminia Minor che da Rimini, passando per Coriano tocca il Santuario di Carbognano, poi la Pedrosa, la Madonna di Bonora, Montefiore il più bel borgo d’Italia, Tavoleto, Urbino, Gubbio e finalmente Assisi per puntare verso la Capitale della Cristianità.
Ma il sogno di Enrico finisce a Passano… Ora per tutti coloro che pensano di andare a piedi seguendo la Flaminia Minor, ora Flaminia Conca, il sogno non è neppure ipotizzabile. La strada è rimasta la stessa dei secoli scorsi. Non ci sono più i briganti ma automobilisti che per passare il tempo e la noia, cazzeggiano con il telefonino. Strade di campagna urbanizzate, sempre più trafficate, sempre più malandate, sempre più pericolose. Alcuni Sindaci volonterosi, in primis Ilvo Polidori, sindaco di Saludecio, la patria del Santo Amato Ronconi, tre volte a Santiago di Compostela, hanno provato a muovere le acque chete di una Provincia che non c’è più ma vive ancora. In Italia, tra un sogno ed un progetto esecutivo passano almeno trent’anni. Il mio sogno c’è, è quello del Beato Enrico di Ungheria. A cent’anni sarà dura ma i rurali non mollano.
Rurali sempre.

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