Il Comune di Rimini ha aperto l’Osteria Malatestiana a Castel Sismondo

Il Comune di Rimini ha aperto l’Osteria Malatestiana a Castel Sismondo

Il sindaco Gnassi requisisce la location più esclusiva di Rimini (e non solo) e fa concorrenza ai ristoranti: 90 euro a capoccia per mangiare alla cena alla corte dei Malatesta. Organizzazione, prenotazione e incasso: palazzo Garampi e affini.

In fatto di marketing il sindaco di Rimini non è secondo a nessuno. Con gli slogan ci sa fare, il turismo sa come gira e forse avrebbe potuto fare due cose nella vita: il gestore di locali e il sindaco. A quanto pare facendo il sindaco è riuscito a mettere insieme entrambe le cose.

Ha cominciato con ampio anticipo a promuovere la “cena alla corte dei Malatesta” con lo chef di grido. Il suo staff ha inviato comunicati sin dai primi giorni di maggio facendo leva sulla cucina del 400 che dialoga con quella contemporanea. Un battage pubblicitario perfetto: “L’esperienza di rivivere i sapori e le emozioni della corte di Sigismondo Pandolfo Malatesta con una cena ideata dal grande chef Gino Angelini…”. E poi: “Più ospiti a corte che clienti”, perché “gli appassionati che prenoteranno questa esperienza culinaria avranno la possibilità di godere pienamente della magia del Castello, degustando un aperitivo nel cortile (ore 19), circondati per l’occasione dalle più belle fioriture di maggio firmate Giardini d’Autore, prima di raggiungere al calar del sole la magnifica Sala del Castello dove li attende la cena ideata dal grande Chef Gino Angelini”. E poi: “Lo Chef Angelini insieme alla sua brigata si occuperà di ripercorrere i sapori e i cibi dell’epoca malatestiana, non in una semplice riproposizione ma riconducendoli alla contemporaneità grazie anche all’uso di prodotti di eccellenza delle nostre terre e all’abbinamento con i migliori vini“.

Capito che operazione? E, soprattutto, capito in che cosa si è trasformato Andrea Gnassi? Un sindaco ristoratore, che fa concorrenza ai ristoranti veri, quelli che gli pagano la Tari e tutto il resto.

Attento Bottura! Il tuo amico sindaco ti soffia l’Osteria

E’ successo praticamente questo: il sindaco ha “requisito” la location più esclusiva di Rimini (e non solo, Cracco, Bottura e compagnia stellata se lo sognano un luogo come questo per mettere a tavola i commensali), Castel Sismondo, per organizzarci nelle serate del 18 e 19 maggio una cena più che esclusiva (90 euro a testa) resa ancora più attrattiva (oltre che per il luogo) dalla coincidenza con i giardini d’autore e la biennale del disegno. Siamo ben oltre il “dirigismo festaiolo” di cui ha scritto Bruno Sacchini.
Ora il Comune si mette in affari e, visti i mezzi di cui dispone, non ce n’è per nessuno.

Delle informazioni e prenotazioni si sono occupati gli uffici Iat, gestiti da Rimini Reservation,  partecipata a maggioranza comunale. Molti di coloro che hanno cenato hanno pagato direttamente con bonifico sul conto del Comune di Rimini. Gli euri sono andati al Comune. Che, come un qualunque ristoratore, alla fine farà il conto delle entrate e delle uscite e tirerà una riga. Vedrete che non gli sarà andata male.
Le prenotazioni non sono state poche e sono arrivate fino all’ultimo momento, anche nella giornata di sabato. Ad oggi manca il bilancio finale delle due cene, si attende di conoscere gli ultimi accrediti e quindi i conti dell’oste saranno pronti entro due o tre giorni.

“La Rocca è un’opera straordinaria ma di fatto è un contenitore”, aveva spiegato qualche mese fa il ristoratore di palazzo Garampi, “cosa dovremmo farci? Il Museo della tortura o quello delle cere?”. Meglio trasformarla nella Osteria Malatestiana, un po’ sul modello di quella Francescana dello chef Bottura, tre stelle Michelin, che poi non sono un traguardo inarrivabile per Andrea Gnassi.
Lo saprà Mario Erbetta (Patto civico per Gnassi), che va alla questua a palazzo Garampi per ottenere la sommetta necessaria per dotare il Comune delle unità cinofile, che il sindaco si è messo in affari? Se la stagione andrà bene, anche Erbetta si potrà togliere qualche sfizietto amministrativo.

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