Il Comune di San Leo censura i massoni. Parla il prof. Rocchi

Il Comune di San Leo censura i massoni. Parla il prof. Rocchi

Quel che è successo all'ultima edizione di AlchimiAlchimie l'abbiamo raccontato. In buona sostanza un taglio netto col passato. Cagliostro pressoché s

Quel che è successo all’ultima edizione di AlchimiAlchimie l’abbiamo raccontato. In buona sostanza un taglio netto col passato. Cagliostro pressoché sparito e con lui quella serie di appuntamenti che coinvolgevano Goi, Istituto di medicina naturale Università di Urbino. Mentre la manifestazione si tiene in quei giorni di agosto proprio per l’anniversario della sua morte (26 agosto) del conte eretico. Lecito cambiare strada e mettere in discussione una impostazione che il sindaco ha ereditato e non condivide. Ma dare ragione delle scelte politiche, in tutta trasparenza, dovrebbe essere un dovere per il sindaco. La censura silenziosa non è apprezzabile nemmeno se la materia del contendere è il discusso massone e i suoi discendenti contemporanei. Ad oggi il sindaco Guerra non ha invece fornito spiegazioni. Cosa sia successo lo abbiamo chiesto ad un componente del comitato scientifico che da anni organizzava i contenuti delle conferenze: il prof. Marco Rocchi dell’Università di Urbino. Nel frattempo trapela anche che un componente del comitato scientifico in segno di protesta per il repentino cambio di linea imposto dal Comune si sarebbe dimesso dal comitato.

Professore, lei fa parte del comitato scientifico di AlchimiAlchimie in rappresentanza dell’Università di Urbino? Da quanto tempo?
Faccio parte del comitato scientifico in rappresentanza dell’Ateneo urbinate dal 2013, anche se partecipo come relatore già dal 2011 e come spettatore sin dalla prima edizione. Ma, il fatto è noto, sono anche massone, e non l’ho mai nascosto; e mi sembrerebbe intellettualmente scorretto nasconderlo ora.

Perché l’Università di Urbino si è coinvolta con la manifestazione che dal 2006 viene organizzata a San Leo?
Credo che dopo l’edizione del 2012 il preesistente comitato scientifico, forte di una esperienza positiva ormai consolidata, avesse voluto coinvolgere gli atenei che in qualche modo si “affacciano” su San Leo, cioè Urbino e Bologna, per dare una testimonianza di come anche argomenti così controversi come alchimia e massoneria possano essere trattati con la serietà che contraddistingue il mondo accademico. Per Urbino, si sono rivolti all’allora Rettore Stefano Pivato che ha gentilmente pensato di delegare me, proprio per la mia passata partecipazione e perché mi sono occupato di argomenti attinenti a quelli trattati nella manifestazione.

Cioè?
Ho scritto qualche saggio sull’alchimista pesarese Francesco Maria Santinelli e dei saggi sulla massoneria e sull’esoterismo.

L’ultima edizione dell’evento ha visto un oggettivo stravolgimento della impostazione precedente. L’amministrazione comunale, da noi interpellata, non ha fino ad oggi fornito nessuna spiegazione di questo cambio di rotta. Nel comitato scientifico ne avrete discusso, cosa è successo? Qual è la vera ragione della “ripulitura” compiuta quest’anno?
Mi atterrei ai fatti, lasciando che le conclusioni sulle vere ragioni le traggano i lettori. Intanto, con il risultato delle elezioni comunali del 2014, già l’anno scorso c’era stata qualche avvisaglia di cambio di rotta, ma quando la nuova Giunta si è insediata, l’edizione 2014 era già in cantiere e si era potuta svolgere normalmente. Quest’anno, come comitato scientifico, ci siamo trovati di fronte alla pressante indicazione di non identificare troppo alcuni interventi e alcune giornate della manifestazione col “marchio” della massoneria; per dirne una, il mio intervento, che avevo titolato “L’acacia e gli altri simboli vegetali nella massoneria”, aveva destato scalpore ed ero stato invitato a sostituirla col meno impegnativo “L’acacia e gli altri simboli vegetali dell’universo del sacro”. Poi, il 5 agosto sono stato contattato dal sindaco di San Leo che, piuttosto imbarazzato, mi ha detto c’era stata una fuga di notizie sul programma (era stato pubblicato sul sito del Grande Oriente) prima che la Giunta lo approvasse e che “l’inevitabile conseguenza” era l’annullamento di tutte le conferenze. Gli è stato fatto notare che l’argomento appariva piuttosto specioso, visto che il programma era stato inviato alla segreteria del Grande Oriente direttamente dal comitato organizzatore (non scientifico, organizzatore!) e che, soprattutto, pareva assolutamente sconcertante l’idea che l’operato di un Comitato Scientifico dovesse passare al vaglio politico della Giunta stessa. Mutatis mutandis, è come se avendo invitato Uto Ughi a San Leo (cosa avvenuta in luglio) la Giunta avesse messo bocca sui pezzi che il Maestro avrebbe eseguito o meno durante il concerto.

Ammetterà che il conte Cagliostro sia una personalità discussa e “divisiva”, anche per la sua appartenenza alla massoneria, e la scelta di non metterlo al centro di AlchimiAlchimie 2015 avrà incontrato anche valutazioni positive…
Non c’è dubbio, ed è possibile che questa amministrazione si sia fatta influenzare da questi aspetti. Già da qualche anno il parroco di San Leo chiude le chiese (Duomo e Pieve) proprio per la presenza di tanti massoni ad AlchimiaAlchimie. Ricordo il titolo di qualche anno fa, quando San Leo non era ancora entrato a far parte della provincia di Rimini, del Carlino Pesaro: “Chiuso per massoni”. Qualche anno fa io ho personalmente ricevuto una minaccia – anche se nulla di preoccupante, tanto che non ho sporto denuncia – da parte di un appartenente ad una associazione ultraconservatrice cattolica di Rimini.
In ogni caso, Cagliostro aveva diviso anche il mondo massonico dei suoi contemporanei; Goethe lo disprezzava; Casanova, dopo una iniziale simpatia, lo criticò aspramente. Ma è anche un personaggio che la storia (in questo può essere accomunato a Casanova) ha bollato col marchio di ciarlatano e truffatore, mentre Cagliostro è molto altro, e andrebbe studiato, senza pregiudizi. A San Leo si era anche iniziato a fare questo.
E, soprattutto, AlchimiaAlchimie senza Cagliostro non ha senso; AlchimiaAlchimie “è” Cagliostro. Mica è un caso che si svolga il 26 agosto: è la sua data di morte. Come si fa a toglierlo di mezzo? Lei cosa penserebbe di una commemorazione della spedizione dei Mille dalla quale si togliesse di mezzo Garibaldi?

L’Università di Urbino continuerà a collaborare oppure no?
Questo non lo so; il mio mandato non è stato revocato dall’attuale Rettore Vilberto Stocchi, ma è ovviamente nelle sua facoltà ritirarlo. Vedremo.

Cosa si augura per il futuro di AlchimiAlchimie?
Mi auguro che possa tornare alla vivacità con cui l’aveva pensato l’allora assessore Carla Bonvicini; qualcosa che allo spettacolo, ai mercatini e alle mangiate (che è tutto ciò che abbiamo avuto quest’anno) affiancasse interventi sulla figura di Cagliostro e sul suo universo. Era bello vedere le conferenze gremite, ed era bello ascoltare relazioni in grado di raccontare, in modo accattivante ma con rigore accademico, un personaggio e una disciplina – l’alchimia – così complesse. Non solo cene e giochi pirotecnici, insomma.

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