Il Meeting renziano archivia l’edizione della mancanza (anche di presenze), ma la chiesa è sospettosa

Il Meeting renziano archivia l’edizione della mancanza (anche di presenze), ma la chiesa è sospettosa

E' stato il Meeting di Renzi e Galantino. E' piaciuto anche all'Arcigay perché finalmente Cl non ha dato la parola agli "omofobi" Luigi Amicone (diret

E’ stato il Meeting di Renzi e Galantino. E’ piaciuto anche all’Arcigay perché finalmente Cl non ha dato la parola agli “omofobi” Luigi Amicone (direttore di Tempi) e mons. Negri, vescovo di Ferrara, che il suo ultimo libro sulla chiesa l’ha dovuto presentare a San Marino, ma per promuovere definitivamente l’edizione che da oggi va in archivio l’associazione riminese lesbica e gay attende di ascoltare quello che si dirà nel pomeriggio in Fiera sulla famiglia (ore 19 sala B3, “Intorno alla famiglia. Di fronte alla realtà per un cammino di ricerca”).
Il Meeting comunque va avanti, pur in mezzo alle crescenti difficoltà, e l’edizione numero 37 avrà per titolo “Tu sei un bene per me”. Un ritorno a Giussani che, spiegano gli organizzatori, diceva che “l’uomo di oggi attende forse inconsapevolmente l’esperienza dell’incontro con persone per le quali il fatto di Cristo è realtà così presente che la vita loro è cambiata. È un impatto umano che può scuotere l’uomo di oggi”. Lo annuncia il comunicato stampa conclusivo, che però nel tracciare il bilancio finale non mette nero su bianco i numeri sull’affluenza. In sala stampa è stato comunicato che il Meeting anche quest’anno ha mantenuto le 800 mila presenze agli incontri. Come ha fatto? Girando per i padiglioni, molto più spogli e ridotti rispetto al 2014, non si è avuta l’impressione di imbattersi in tutto questo popolo. Tranne in alcuni giorni, e fra questi quello dell’incontro fra don Julián Carrón e Joseph Weiler, di gente non se n’è vista tantissima, come invece succedeva negli anni d’oro. Ma il Meeting assicura che l’asticella è ancora ferma a 800 mila, come accade da sei anni, stando almeno ai comunicati ufficiali. Come è possibile se nel frattempo gli incontri sono diminuiti, gli spazi occupati pure, così come mostre e relatori? L’altalena dei numeri (ufficiali, appunto) dice che all’inizio furono 20 mila presenze, alla fine degli anni 90 erano 500 mila, 600 mila nel 2000, 700 mila nel 2003 e dal 2009 ben 800 mila.
La data del Meeting cambierà ancora: dal 22 al 28 agosto 2016, con un ritorno a fine mese (partendo di lunedì e chiudendo di domenica), segno che l’esperimento di anticipare la kermesse (con la motivazione di non voler ostacolare il rientro lavorativo e la ripresa scolastica) non ha dato risultati positivi.
Nessuna informazione nemmeno dal punto di vista del bilancio, tranne una nota di passaggio sui “moltissimi che hanno sostenuto il Meeting con le donazioni”.
Nell’intervista al grande capo Giorgio Vittadini, oggi il quotidiano della Cei Avvenire domanda insidioso: “Un Meeting senza politica e un movimento che abbandona il potere e riscopre Abramo non ricordano la scelta religiosa dell’Azione Cattolica negli anni 60?”. E Vittadini riconosce la svolta ma la giustifica: “Non voler essere pars politica non significa ritirarsi dalla storia ma prendere atto che il mondo è cambiato e che la fede si vive in modo diverso, attraverso il dialogo con le altre culture e le altre fedi”. Avvenire particolarmente pungente. Perché? “Come conciliare il dialogo con Renzi che loda la globalizzazione e l’adesione al Magistero di papa Francesco che la critica?”, chiede ancora. Anche alti prelati si sono affacciati al Meeting per capire dove stia davvero andando Cl. Segno, forse, che pure nella chiesa italiana il nuovo corso di Carron e la conversione sulla via del renzismo da parte di Cl sono guardati con sospetto e con molti interrogativi.

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