Il “pacchetto impresa” aiuta la grande distribuzione mentre il centro storico muore

Il “pacchetto impresa” aiuta la grande distribuzione mentre il centro storico muore

Confronto di fuoco ieri in consiglio comunale fra i banchi della minoranza e quelli della maggioranza. Si è riaperta la ferita delle Befane. Perché tutto si fa per la grande distribuzione, mentre il commercio al dettaglio non ha santi a Palazzo Garampi.

Consiglio comunale caldissimo, almeno in alcuni momenti, quello di ieri. Perché mentre l'amministrazione comunale si lodava dei “primi atti concreti d

Consiglio comunale caldissimo, almeno in alcuni momenti, quello di ieri. Perché mentre l’amministrazione comunale si lodava dei “primi atti concreti del pacchetto impresa” e portava in votazione una delibera a favore del centro commerciale “Le Befane” e una variante per la ditta Pesaresi (che è in ballo da una decina d’anni e solo ora taglia il traguardo), entrambe approvate, le opposizioni hanno impallinato scelte che baciano determinati “soggetti” (soprattutto nel primo caso) mentre il centro storico muore.

Le Befane ha chiesto e ottenuto, pagando ovviamente i relativi oneri, il permesso per realizzare la copertura di un’area, già attualmente dedicata al carico e allo scarico della merce, di circa 350 mq. Una pagliuzza, si direbbe. Ma è stato lo spunto per rivangare una vecchia ferita e per fare confronti (impietosi) con la situazione in cui versa il cuore commerciale della città di Rimini.

Gioenzo Renzi ha fatto l’elenco, dopo essere partito dal “gigante” Befane, 50 mila mq di superficie: Malatesta, Ikea, Mercatone, “grandi strutture che non hanno messo i commercianti del centro storico nella condizione di competere adeguatamente”. E poi Conad sull’area della ex Fiera, 5 mila mq di cui la metà destinati alla vendita e una grossa fetta a magazzini, negozi di vicinato, ecc., “con la possibilità di usufruire anche dei parcheggi realizzati dal Palazzo dei congressi”. Attenzioni su attenzioni per i soliti e zero per il commercio al dettaglio, a partire dalla cronica mancanza di parcheggi. “I negozi del centro sono costretti a lottare per la sopravvivenza tanto è vero che le chiusure non si contano e siamo in presenza di una turnazione incredibile. I nostri negozi non sono in grado di competere con la grande distribuzione”, ha detto Renzi.
“Solo pregiudizi da parte della opposizione nei confronti delle Befane”, ha sbottato Mirco Muratori di Patto civico. “Non si regala niente alle Befane, che investono i propri soldi e pagheranno un onere aggiuntivo di 47 mila euro che potrebbe essere reinvestito nell’ambito di quel territorio, ad esempio realizzando la rotonda all’ingresso posteriore del Gros, opera di fondamentale importanza”. La miccia ha fatto esplodere il capogruppo Gennaro Mauro, che ha rinfacciato a Muratori il “regalo” del parcheggio fatto dalla amministrazione comunale al Comitato turistico di Miramare (di cui Muratori è stato presidente).

Ma tutta la discussione è ruotata attorno alle Befane. “Sono venuti qua per fare profitti e le giunte di sinistra li hanno messi nelle migliori condizioni per farli”, ha detto Luigi Camporesi, Obiettivo Civico. Fuoco nemico anche su Coopsette, che le Befane le ha costruite. A difesa, invece, tutta la maggioranza. “Sì ma da undici anni non è più di Coopsette”, ha risposto Yuri Magrini. “Certo, ma quando ha venduto a quel fondo di investimento ha guadagnato 100 milioni di euro in quell’operazione”, è stata la replica di Renzi. Che ha messo alle corde Pd e civici in più occasioni: “Non è in discussione la tettoia, ma il continuo sostegno alla grande distribuzione in cambio di niente: perché nel centro storico non vengono fatte le piattaforme di carico e scarico, perché mancano i parcheggi gratuiti che invece ci sono alle Befane, perché avete tolto i parcheggi in piazzale Gramsci, alle Padane, in piazza Malatesta?” E poi l’affondo: “Siete quella sinistra che si è svenduta ai poteri forti economici. Non vi è bastata la risposta del referendum? Siete sempre dalla parte del grande capitale, della grande finanza. Serve una visione generale dei problemi del commercio, che voi non avete. Dite che il progetto delle Befane serve per creare occupazione, ma quando chiudono decine e decine di negozi nel centro storico cosa significa in termini di occupazione? Siete una sinistra irriconoscibile, schierata solo coi poteri forti, con la grande cooperazione, salvo poi in campagna elettorale andare a rincorrere il popolino e vi arrabbiate pure quando non vi vota”. Perla finale: “E’ un discorso da coglioni guardare alla tettoia, lei Magrini è segretario di partito, deve essere in grado di fare una valutazione complessiva sui bisogni della città”.
Censura del presidente del consiglio comunale (“la invito a utilizzare un linguaggio più consono”) e risposta di Renzi: “Questo linguaggio è necessario per svegliare chi non avverte i problemi di una comunità, per chi dorme. Dovete pensare all’interesse generale e in particolare del centro storico, non potete farvi carico solo di quelli dell’iper,… voto contro alla vostra ignoranza e al fatto che non volete capire i problemi”.

Mentre volavano queste pallottole, il mite Davide Frisoni ha cercato di far volare la colomba della pace (“propongo un tavolo di lavoro sui problemi del centro storico”) ma con scarsi risultati.
La polemica ha fatto prendere la parola anche al sindaco Gnassi (“sono stato stimolato dal dibattito”), che ha acceso il disco di Galli, Rocca Malatestiana, Fulgor che dialogano fra loro e saranno i motori attraenti a favore del centro storico, dei cento milioni investiti nel centro storico, del commercio ai tempi di Amazon e Black Friday. D’accordo anche Enrico Piccari (Pd) che ha ricordato come Amazon abbia iniziato a consegnare gli acquisti con un drone dopo tredici minuti dall’ordine. O droni o niente?
Il sindaco ha anche riconosciuto che “c’è stato un limite di pianificazione strategica nella nostra città: non sono state ben equilibrate le funzioni legate alla grande distribuzione con altre attraenti per il centro storico”, così come ha ammesso che per gli interventi in corso, sempre nel centro storico, “arriviamo tardi”.
Ma in attesa delle “calamite” alle quali sta lavorando Gnassi rimarrà qualcosa nel centro storico? O nel frattempo continuerà la desertificazione con la chiusura dei negozi? L’ha sostenuto Camporesi, e Renzi ha messo il rinforzo: “State attenti a non arrivare sempre in ritardo, io lo dico da anni che il centro storico non è accessibile, che mancano i parcheggi, i problemi bisogna affrontarli in tempo”.

Molto più rapida la discussione sul secondo progetto del “pacchetto impresa”, ma non indolore. Si tratta di una variante che concede alla storica ditta riminese dei fratelli Pesaresi (opere stradali e non solo) di realizzare un nuovo capannone, rifunzionalizzare spazi esterni, riqualificare l’ex fornace, che diventerà anche centro didattico per le scolaresche, rinaturalizzare il deposito di ghiaia per farne un’oasi ambientale protetta, ed altro.
E’ toccato a Nicola Marcello (Fi) rovinare la festa: “Il progetto Pesaresi risale a 7-8 anni fa ed è sempre stato boicottato da questa amministrazione. Vorrei sapere perché non glielo avete fatto fare prima”.
Nel 2010 l’azienda ha chiesto di sospendere il progetto, ha risposto l’assessore Roberta Frisoni, e poi di riprenderlo nel 2013, ma si è potuto procedere solo una volta approvati i nuovi strumenti urbanistici (Psc).
Non tutte le aziende che presentano progetti vengono ascoltate, quando la ditta Paesani chiese il cambio di destinazione d’uso (zona Celle), hanno sostenuto Renzi e Camporesi, l’amministrazione lo bocciò. “Quando si fanno le valutazione dei soggetti economici che si rivolgono all’amministrazione comunale non ci devono essere figli e figliastri”, ha tuonato Gioenzo Renzi. “Vedremo se anche sul Parco del mare verranno scelti i progetti di uno e respinti quelli di un altro”.
Più al veleno Luigi Camporesi, che ha rispolverato la rassegna stampa antecedente alla campagna elettorale, quando Patto civico muoveva i primi passi e un rappresentante della famiglia Pesaresi partecipava a una cena con Sergio Pizzolante, Lino Gobbi, Riccardo Fabbri e vari rappresentanti del mondo economico cittadino per discutere la fattibilità di una lista civica a sostegno di Gnassi. “Magari coinvolto, Pesaresi, malgrado lui”, ha specificato Camporesi, “ma oggi quella lista è rappresentata in questo consiglio comunale con cinque consiglieri…. vorremmo vedere delibere di questo tipo a favore di tutta l’imprenditoria riminese”.
Ultime bordate. Magrini ha preso le difese della maggioranza: “Le considerazioni fatte da Camporesi sono pesanti, però non corrispondono alla realtà. Questa delibera era pronta da mesi e volutamente è stata tenuta ferma per evitare le polemiche che Camporesi ha cercato di insinuare. Ringrazio l’amministrazione che l’ha tenuta ferma e chiedo scusa all’imprenditore, perché quello che ha ricordato Camporesi per poco non inficiava la realizzazione di questa iniziativa, che è una iniziativa d’impresa che riguarda l’interesse collettivo e non solo l’ampliamento di quella singola attività. Parliamo di pratiche che hanno il diritto di essere portate in questo consiglio perché lo prevedono le norme e il consiglio comunale si assume la responsabilità di votarle o respingerle, anche per questo il mio voto è doppiamente favorevole”. Ma forse Magrini ha fatto la frittata: perché l’amministrazione comunale avrebbe dovuto tenere ferma una delibera per evitare le polemiche? Gli atti amministrativi non dovrebbero essere alla mercé di polemiche politiche. Ultima parola a Camporesi: “Lei Magrini milita nel Pd e non nell’associazione ‘ballo delle debuttanti’ quindi io non le credo. Ho esposto dei fatti e poi ognuno unisce i puntini come crede”.

COMMENTI

DISQUS: 0