Il PD usa Tondelli per sponsorizzare il Summer Pride. Ma l’icona gay è un santino cattolico

Il PD usa Tondelli per sponsorizzare il Summer Pride. Ma l’icona gay è un santino cattolico

Il teatro di Riccione è intitolato allo scrittore amato dai gay. E scatta la polemica. Peccato che il massimo esegeta di PVT sia il gesuita braccio destro di Papa Francesco. Facciamo un po’ di chiarezza.

L’ombra di PVT sul Governo Tosi Bis
Che bello, si comincia a fare sul serio. Sabrina Vescovi, cavallo di razza PD, candidata Sindaco – vinta – alle scorse elezioni riccionesi, se ne esce con un pensiero stupendo. Sabrygrad ce l’ha con il Partito della Famiglia, che ha appoggiato la candidatura del Sindaco Renata Tosi, e che ulula “mai un gay pride”. In effetti, il Sindaco Tosi rifiuta il bollino comunale al Summer pride che, per altro, si fa a Rimini. Da qui Sabrygrad, in perfetto stile gramsciano, gemellando la cultura ai fini politici, sponsorizza il gay pride abusando di Pier Vittorio Tondelli. “A questo punto mi chiedo: ma lo sanno quelli del Pdf che il teatro di Riccione è intitolato a Pier Vittorio Tondelli, e proprio a lui, con la sua storia e le sue opere si è scelto di intitolare lo stesso Spazio Tondelli? La loro presenza in giunta con la Tosi, apre più di un interrogativo sul destino del teatro e della sua intitolazione. E anche sulla capacità della Tosi di essere davvero il sindaco di tutti”. Lo spericolato sillogismo intende questo: il Partito della Famiglia è contro il gay pride; Tondelli, il grande scrittore degli anni Ottanta, è una icona gay; ergo: la Tosi, in imbarazzante empasse culturale – questo yes – e politica, è incapace a governare. Cerchiamo di fare chiarezza, perché con la cultura non si scherza.

Un governo ‘di destra’ intitola il teatro al ‘mega-gay’
Il vecchio Teatro del Mare è stato intitolato a Pier Vittorio Tondelli l’8 novembre del 2015, su proposta dell’Associazione Riccione Teatro presieduta da Daniele Gualdi e diretta da Simone Bruscia, per decisione del Cda dell’Istituzione ‘Riccione per la cultura’ diretta da Giovanni ‘Jonnhy’ Bezzi. Proprio così. Il vituperato Governo Tosi 1 ha intitolato il Teatro del Mare a una ‘icona gay’ come Tondelli. E lo ha fatto senza titubanze, tramite il suo esponente maggiormente ‘di destra’, Bezzi – ora arcidemonio di Madama Tosi. E perché Riccione ha intitolato il suo ‘spazio’ teatrale a Tondelli? Per due ragioni, che faccio dire dai massimi esperti di Tondelli, quelli del “Centro di documentazione Pier Vittorio Tondelli” di Correggio:

a) “Per la nuova versione della commedia in due atti, intitolata La notte della vittoria (Dinner Party), inviata alla 38° edizione del Premio Riccione-Ater per il teatro, viene assegnato a Tondelli il Premio speciale intitolato alla memoria di Paolo Bignami, con la seguente motivazione: «Opera che, nella cornice apparentemente tradizionale di un ambiente borghese, esprime, con dialogo asciutto e ironico, umori e inquietudini di una generazione degli anni Ottanta e segna l’ingresso nel teatro di un narratore emergente»”;
b) “Partecipa attivamente all’organizzazione della mostra Ricordando fascinosa Riccione, organizzata per il 40° Premio Riccione-Ater per il Teatro e compie accurate ricerche d’archivio e bibliografiche sul rapporto tra gli scrittori del Novecento e la Riviera Adriatica. Scrive anche un ampio saggio per il catalogo, Cabine! Cabine!, in cui rivaluta scrittori come Guareschi, Scerbanenco, Arfelli e cura una scelta antologica sulle immagini letterarie di Riccione e della Riviera Adriatica”.

Per queste due ragioni – ma direi essenzialmente per la ragione b) – esistono nei fatidici Archivi del Premio Riccione – vilmente ignorati dall’amministrazione pubblica attuale – diversi materiali inediti di Tondelli, da setacciare e studiare. E una ricca messe di fotografie scattate sulla riviera riccionese, bellissime.

Ma Tondelli è davvero una “icona gay”? Forse è una “icona catt”
Il problema è capire: perché Tondelli è diventato una ‘icona gay’? Ma soprattutto: era davvero una ‘icona gay’? Giovanni dall’Orto, cultore di storia gay, ha scritto un saggio accurato su Tondelli, che s’intitola Con le ali tarpate. Dall’Orto dice ciò che tutti sanno, che con Altri libertini, libro di feroce bellezza, Tondelli diventa una icona. “Tondelli diventò il simbolo d’una generazione (quella del ‘Settantasette’), colui che aveva dato voce a una fauna di ‘alternativi’, femministe, tossici, gay, travestiti, ‘scoppiati’ che fin lì non aveva avuto accesso all’aureo mondo della carta stampata. Un’intera generazione di giovani, gay compresi, elesse Tondelli a suo portavoce”. Eppure, continua poco dopo Dall’Orto, “questo fu un equivoco mostruoso”. Lo storico, che ritiene, giustamente, Rimini “un romanzo di consumo come Via col vento” e Tondelli “un grande scrittore introspettivo e intimista, alla Isherwood, e invece lo si è creduto un autore trasgressivo, alla Burroughs”, conclude, “l’omosessualità ha dato (attraverso lo ‘scandalo’) le ali a Tondelli, ma poi gli ha tagliato le gambe”. Non a caso il più grande interprete di Tondelli è Antonio Spadaro (citiamo almeno Lontano dentro se stessi. L’attesa di salvezza in Pier Vittorio Tondelli, Jaca Book, 2002), che in PVT ha rivelato “uno scrittore di intensi interessi religiosi” e che su Avvenire, in un articolo del 2001, scrive, “Non occorre poi dimenticare le parole di Tondelli registrate dallo stesso Panzeri dieci anni fa proprio su Avvenire: ‘Ritengo il cristianesimo l’unica religione possibile, almeno per quanto riguarda la mia esperienza. È un bisogno che poi si tramuta nell’accettare il sacro nell’uomo, nell’umanità, nella sofferenza, nel dolore’. E tutto ciò non ha nulla a che vedere con riabilitazioni, conversioni improvvise, annessioni religiose e cose simili”. Antonio Spadaro, gesuita, direttore de La Civiltà Cattolica, come si sa, è il ‘braccio culturale’ di Papa Francesco.

La politica si occupi di mettere i cartelli, è meglio
Tondelli, insomma, è una icona gay o un santino cattolico? La vicenda di Tondelli pare quella di Giovanni Testori, ‘busone’ pure lui – uso volutamente un lessico volgare tratto da Altri libertini – perfino sacrilego – leggetevi l’orgia di suore nella Passio laetitiae et felicitatis, ma non toccatevi, eh… – poi intruppato nel calesse del mondo cattolico. Di uno scrittore, ad ogni modo, conta l’opera. E l’opera politica non dovrebbe fraseggiare a casaccio di cultura. Sapete cosa dovrebbe fare la politica? La cosa più semplice. Un cartello davanti allo Spazio Tondelli. Che spieghi ai poveri mortali e ai passanti ignobili chi era Pier Vittorio Tondelli e che cosa c’entra con Riccione. La cosa più semplice agli strateghi della politica non è ancora venuta in mente.

Fotografia: Pier Vittorio Tondelli (ph. Fulvia Farassino – Archivio Riccione Teatro).

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