Il “Pomod’Oro” ha chiuso i battenti: “Ci trasferiamo a New York”, colpa del Comune e della burocrazia

Il “Pomod’Oro” ha chiuso i battenti: “Ci trasferiamo a New York”, colpa del Comune e della burocrazia

Un gigantesco cartello posto all'ingresso del famoso ristorante sul colle di Covignano se la prende con l'amministrazione Gnassi. Rino Mini ha deciso di mettere in piazza il problema. Perché il suo progetto presentato in Comune non va né avanti e né indietro.

Il famoso ristorante di Covignano non mette più in tavola pizze e buoni piatti della tradizione locale. Per il Pomod’Oro e anche per le altre sue proprietà sul Colle, Rino Mini ha presentato da oltre un anno un ambizioso progetto al Comune di Rimini. Ma è in attesa che gli uffici (non solo comunali) si pronuncino. E intanto il locale ha dovuto licenziare 26 dipendenti. Per quest’estate non riapre nemmeno il Bandiera Gialla. Due storici punti di riferimento anche dell’offerta turistica vengono a mancare. Ma non eravamo sotto il regno di Andrea Sigismondo Malafesta?

Il messaggio non passa inosservato. Sia per le dimensioni e sia perché esce da uno dei locali di maggior successo e longevità della ristorazione riminese. Si trova scritto a caratteri cubitali all’ingresso (oltre che sulla home page del sito internet) del famoso e apprezzato ristorante “Il Pomod’Oro” sul colle di Covignano, di fianco allo stabilimento Galvanina, proprietà di Rino Mini. “Il Pomod’Oro di Rimini ha chiuso i battenti e si sta trasferendo a New York, dove non esistono burocrazia e burocrati che intralciano le imprese calpestandone la storia, i diritti e l’occupazione, ma dove e al contrario, gli imprenditori vengono aiutati a costruire aziende solide che, a loro volta, creano occupazione formando giovani capaci e professionisti, anche nella ristorazione”, si legge. Cannonate di rossa salsa e gli schizzi saltano ovunque. Che il Pomod’Oro abbia riaperto i battenti negli States per ora non risulta, ma che abbia deciso (o sia stato costretto) di non riaprire è una certezza. L’amministrazione comunale di Rimini non viene mai nominata ma pare questo il bersaglio principale della pubblica denuncia di Rino Mini, imprenditore che non ha bisogno di presentazioni soprattutto per il marchio Galvanina e per le numerose attività avviate o in cantiere sul versante della ristorazione. Il resto del messaggio è un ringraziamento a tutti i frequentatori del locale e ai ragazzi che ci hanno lavorato, un arrivederci ai clienti “ma… in America” e una nota che vuole ulteriormente sottolineare la gravità di quel che è successo: “per maggiori informazioni potete rivolgervi ai nostri 26 dipendenti che hanno perso il loro posto di lavoro”.

Rino Mini

Rino Mini

Qual è il problema? Rino Mini ha in mente un grande progetto di riqualificazione per tutta l’area di sua proprietà, che comprende anche stabilimento, parco delle terme e Pomod’Oro. Ne vuole fare un’isola per il benessere, la cura del corpo e la ristorazione di qualità e con un’impronta biologica. Si parla di una superficie di circa 20 ettari e Rino Mini aveva deciso di investirci molto, anche in termini economici. “Se vogliamo continuare a produrre in Italia dobbiamo guardare a questo, altrimenti molto meglio andare all’estero, come hanno fatto altre aziende riminesi. A noi non interessa rimanere in questo territorio se diventa dequalificato e dequalificante”, spiegò a Rimini 2.0 nella intervista che ci concesse nel 2014. “Dequalificato lo è già, per la verità, nel senso che sono morte molte strutture storiche, a partire dal Paradiso. Ne sono nate altre che non hanno avuto successo e che hanno portato brutta gente e brutti giri, e quando il territorio non è più gestito da nessuno diventa malavitoso, prendono piede lo spaccio, la prostituzione e poi furti, rapine, addirittura sequestri. Perché questo non avvenga bisogna che la vita ritorni su questo colle”. Già allora chiedeva a chi amministra la cosa pubblica, meno burocrazia e più passione per il bene comune: “Quello che è mancato negli ultimi anni è stata la capacità del pubblico di prendere sotto braccio gli imprenditori e camminare insieme a loro sviluppando progetti significativi. Gli imprenditori sono stati lasciati soli, qualsiasi cosa chiedessero non è stata fatta, basta vedere l’immobilismo che caratterizza la spiaggia e la zona turistica. Burocrazia e individualismo hanno bloccato Rimini. Fare gioco di squadra nell’ospitalità e nella ristorazione, anche per abbattere i costi di gestione e puntare alla qualità, è un’esigenza non più rinviabile. Altrimenti non avremo vita lunga. Spero che a Rimini spunti qualcuno che si metta a lavorare con questa prospettiva. Oggi solo l’innovazione paga”. Qualcuno che sostiene di lavorare per l’innovazione in questi settori a Rimini c’è e fa anche il sindaco, ma evidentemente Rino Mini non ha trovato in lui l’interlocutore giusto.
E’ successo che Mini nel 2015 ha presentato il suo ambizioso progetto (lui fa tutto in grande, anche i pomodori che mise a dimora e che hanno dato origine alla cucina e pizzeria di campagna in un luogo splendido, si chiamano “giganti”) che però è ancora fermo nei competenti uffici comunali e attende una serie di pareri di vari enti perché quella è una zona interessata da una sovrapposizione di ingombranti vincoli di tutela non solo paesaggistica, ma che riguardano anche le acque superficiali e sotterranee, ed altro. Di fatto, chi di dovere, sta ancora valutando se il progetto elaborato dalla proprietà sia “coerente” coi vincoli esistenti. Ed è contro questa “burocrazia” che si scaglia il patron della Galvanina. Pare poi che il Pomod’Oro abbia ottenuto un condono edilizio per agriturismo, che però è ammesso come funzione accessoria dell’attività agricola, che nel caso in questione mancherebbe.
Il Comune di Rimini non ha ancora adottato nessun atto ufficiale, essendo il progetto nella fase di istruttoria tecnica, e dunque non si è espresso né in modo positivo e né in modo negativo.
Chiuso per l’estate 2016 anche il “Bandiera Gialla”, la storica discoteca di Covignano. Più vecchia del Pomod’Oro, nato nei primi anni 90, comunque due punti di riferimento anche per l’offerta turistica, noti ben oltre i confini di Rimini.
Rino Mini ha dato vita anche al Festival della cucina italiana, giunto quest’anno alla sedicesima edizione, che si terrà a Cesenatico dal 23 al 25 settembre e a Siracusa a fine ottobre, con annesso premio nazionale Galvanina. Da Rimini, a quanto pare, Rino Mini vuole tenersi sempre più lontano. (c.m.)

COMMENTI

DISQUS: 0