Il presidente della Repubblica nella casa famiglia della Papa Giovanni XXIII

Il presidente della Repubblica nella casa famiglia della Papa Giovanni XXIII

In occasione della visita del presidente della Repubblica alla Papa Giovanni XXIII per le celebrazioni del 50esimo della fondazione della Comunità nata da don Benzi, Sergio Mattarella è entrato anche in una casa famiglia, accompagnato dal vescovo e da Giovanni Ramonda.

In occasione della visita del presidente della Repubblica alla Papa Giovanni XXIII per le celebrazioni del 50esimo della fondazione della Comunità nata dal carisma di don Benzi, Sergio Mattarella è entrato anche in una casa famiglia, dove è stato accolto da Hiessel e Valeria, giovani papà e mamma, insieme ai loro due piccoli figli naturali, una donna di 40 anni con ritardo mentale, un anziano di 65 con disabilità motorie, un uomo di 50 già senza fissa dimora, una ragazzina rom di 18, due giovani donne ed una donna somala col suo bimbo giunto tramite il corridoio umanitario di Pratica di Mare di due settimane fa. Quella di Hiessel e Valeria è una delle 201 case famiglia gestite dall’associazione in Italia, in cui sono accolte 1283 persone. “Vere famiglie in cui c’è posto per tutti, seguendo l’intuizione più profonda di don Benzi, che vide nella famiglia il luogo naturale dell’accoglienza”, dicono dalla Papa Giovanni.

Oltre 7000 persone hanno raggiunto il Palacongressi della città romagnola per incontrare il Capo dello Stato. Ospiti, studenti e appartenenti alla Comunità provenienti da tutta Italia e dall’estero, che prima dell’arrivo del presidente hanno assistito alla proiezione speciale del film “Solo cose belle”, una commedia sulla vita in una casa famiglia, che sarà distribuito nelle sale cinematografiche nei prossimi mesi.

Il presidente della Papa Giovanni, Giovanni Ramonda, nel salutare Mattarella ha spiegato i fondamenti dell’operato Apg23: «Gli ultimi, gli emarginati, non sono oggetto di assistenza ma protagonisti di una società che grazie a loro si trasforma. Un principio che traiamo dal Vangelo ma anche dalla Costituzione della nostra Repubblica Italiana».
Quattro testimoni hanno raccontato a Mattarella la vita di condivisione. Francesco, 14 anni, uno dei protagonisti del film, disabile a causa di un’ipossia al momento del parto. I suoi genitori naturali non sono riusciti ad accudirlo e così viene affidato ad una casa famiglia. La mamma affidataria “traduce” il suo racconto. I suoi compagni di classe gli hanno regalato un papillon per l’incontro con il presidente. E poi Daniele, 28 anni, arrestato per rapina a mano armata, dopo un periodo in carcere ha scelto di entrare in una casa della Comunità. Dopo un lungo percorso riabilitativo, a fine pena, ha trovato lavoro ed ora vive integrato pienamente. E’ accompagnato da Giorgio, responsabile delle case educative per carcerati, dove i detenuti sono rieducati facendo esperienza di servizio con disabili. Giulia, 23 anni, veneta, nasce in una casa famiglia. Laureata, nel 2014 partecipa ad uno stage dell’ONU a New York. Nel 2016 parte per la Palestina, l’anno seguente va in Libano come volontaria dell’Operazione Colomba, il Corpo Civile di Pace della Comunità Papa Giovanni, per proteggere le vittime dei conflitti, sostenere la loro scelta non violenta e cercare di costruire ponti tra le parti in conflitto. Infine, Glory, nigeriana, 22 anni, già vittima di tratta per prostituzione. Ingannata di andare a vivere nella moda, prima della partenza le viene fatto un rito vodoo e le viene accollato un debito di 25.000 euro. Parte, attraversa il deserto e la Libia. Un viaggio che dura mesi, fatto di stenti e violenze. Poi la traversata del Mediterraneo. Infine la strada e la prostituzione. Dopo l’ennesima brutale violenza, chiama disperata i volontari dell’unità di strada della Papa Giovanni e viene liberata.

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