Il Sangiovese di Tiberio

Il Sangiovese di Tiberio

Quello che pochi sanno...

E’ dal secolo scorso che affondo le mie radici nel Borgo. La mia è stata, come sempre si dice, una scelta di vita che non significa un mazzo, ma va molto di moda. Il Ponte c’era già, c’era anche la Marianna, e l’Enrica lavorava in Cassa di Risparmio prima che i soliti ignoti se la giocassero a rubamazzo con i Francesi… C’era Colombo, il Lurido e l’Osteria de Borg, ma Mirko era ancora in Val d’Ossola, Giuliano faceva la stagione al mare, e Sergio studiava giurisprudenza. Insomma, erano altri tempi, le torri gemelle non conoscevano la malvagità di Bin Laden, i komunisti non mangiavano più i bambini, Sergio Pizzolante era (forse) socialista, un forlivese Sindaco di Rimini, Maggioli il primo e l’ultimo Presidente della Camera di Commercio, il Magnifico… magnifico. Tutto sto casino per arrivare al punto. Nessuno e dico nessuno, dove nel Borgo si sa tutto di tutti, mi aveva mai parlato di Biberius. Finchè l’altra sera una Fonte Autorevolissima, di cui non dirò il nome e neppure il cognome, mi ha raccontato che l’Imperatore Tiberio veniva così chiamato dai suoi legionari perché il Sangiovese di Coriano era conosciuto a Roma ed apprezzato tantissimo da Tiberio Giulio Cesare Augusto (42 a.C. – 37
d.C.). Sono caduto da cavallo come San Paolo sulla via di Damasco, ma a noi democristi, certe storie piacciono, e a Biberius auguriamo lunga vita e molte bevute. Gaudeamus igitur.
Rurali sempre.

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