Il sindaco di Rimini è contro i tornelli, ma la soluzione non è la città luna park

Il sindaco di Rimini è contro i tornelli, ma la soluzione non è la città luna park

Andrea Gnassi gongola per la gran massa di gente che ieri ha invaso la città e letteralmente bloccato la zona turistica. "Porte aperte", dice, senza vedere gli enormi problemi provocati da una politica degli eventi "drogata". Che non arricchisce, ma anzi impoverisce il tessuto economico.

“Se il turismo italiano coltiva nel mondo l’immagine di tornelli, numeri chiusi, barriere, non fa un grande affare. Lo dico ancora una volta mentre in Italia si discute animatamente sull’opportunità di mettere i tornelli per le città turistiche, sostanziando questa affermazione con un dato e numeri: a Rimini, in questo lungo ponte di fine aprile/inizio maggio, si è svolta una vera e propria ‘prova di ferragosto’ con una marea di persone a riempire e vivere i luoghi della città e la sua enorme offerta culturale, sportiva, di spettacolo e intrattenimento”. Così il sindaco di Rimini interviene su un problema che anche a Rimini ha già raggiunto, in questo lungo ponte, livelli di guardia. La caotica proposta di manifestazioni ed eventi concomitanti, che si sono sopvrapposti anche a grandi raduni congressuali, ieri hanno provocato ingorghi paurosi, lunghissime file di auto, parti di città, soprattutto nella zona di Marina centro e di tutto il lungomare, totalmente intasate. Va bene così, come sembra pensarla Andrea Gnassi? Certamente no, perché avanti di questo passo Rimini diventerà invivibile, perdendo la sua caratteristica essenziale e uniformandosi alle città dalle quali i residenti scappano in cerca di un po’ di relax e di condizioni di vita “umane”.

“Questi caldi giorni di primavera ci stanno regalando un colpo d’occhio eccezionale: dalla spiaggia al centro storico, da Viserba a Miramare, il lungo week end che ci accompagna al Primo Maggio è stato da tutti i punti di vista un vero e proprio anticipo di estate. Le migliaia di persone che hanno scelto Rimini per trascorrere questo ponte festivo hanno trovato una città aperta, vitale, in fermento, capace di mostrare i suoi molteplici caratteri e che si è offerta con la propria identità”, prosegue il sindaco. “Abbiamo iniziato con oltre duemila persone che sabato pomeriggio hanno scoperto le proposte della Biennale del Disegno, abbiamo proseguito con la carica degli ottomila tra atleti, famiglie e appassionati in corsa per la Rimini Marathon, accompagnati a piedi da migliaia di persone; abbiamo ballato ieri sera tra le danze popolari in piazza Cavour e i djs internazionali del Music Inside Festival in luoghi speciali come il Castel Sismondo e il Complesso degli Agostiniani, che ha attratto a Rimini la migliore scena dance. Uno scenario internazionale, con tanti ragazzi provenienti dall’estero, insieme ai riminesi. E ancora i giovani del Memorial Papini, il multicamp dello sport al porto, le migliaia di fedeli che si sono ritrovati per il raduno di Comunione e Liberazione, le feste popolari e le proposte di Piacere Spiaggia Rimini nel solco dell’accoglienza che ci ha sempre contraddistinto: un ventaglio di appuntamenti, vissuti dai riminesi e dai turisti, che ha creato un movimento di persone straordinario. E lo dico volutamente con enfasi, non solo perché i numeri di questo lungo week end confermano il trend molto positivo sul fronte delle presenze turistiche avviato già da Pasqua, facendoci guardare con ottimismo alla prossima stagione. Lo dico con orgoglio e con soddisfazione perché questo movimento di persone, di famiglie, di ragazzi ha ancora maggior valore in un periodo storico come quello che stiamo attraversando; un periodo dove i sindaci sono costretti a fare variazioni di bilancio per dotare la città di barriere di sicurezza. Un periodo nel quale la tendenza è chiudersi, isolarsi, in cui si discute se mettere i tornelli per regolare l’accesso alle città turistiche”.

Sostiene Gnassi che “la nostra risposta ai tornelli è una città che spalanca le sue porte, che mostra le sue bellezze, i suoi cambiamenti, i suoi passi avanti e le sue radici. Che offre un Castello che si affaccia su un giardino e non su un parcheggio, una piazza sull’acqua al Ponte di Tiberio dalle suggestioni infinite, un lungomare che presenta il segno concreto della trasformazione urbana e ambientale in corso con un cantiere, quello di piazzale Kennedy, che racchiude le direttrici su cui la città sta progettando il proprio futuro. Tutto questo in un clima internazionale, glamour che è la risposta indiretta a chi, magari per rispondere a problemi veri, pensa di alzare barriere. Ma le barriere escludono, alla lunga modificano la realtà sino a renderla artefatta, di plastica. Tutto quello che Rimini non vuole essere e non è. Tutto questo per dire che, certo, Rimini è in cambiamento ma è e sarà sempre un posto vero e non un villaggio turistico di plastica”.

Pronunciarsi contro i tornelli fa forse effetto, ma non aggiunge nulla di significativo. Qual è la soluzione che il sindaco vuole mettere in pratica per evitare, o ridurre al minimo, quello che si è visto ieri? La prima dovrebbe essere quella di una politica intelligente degli eventi: è inutile, e anzi dannoso, proporre in uno stesso ponte, cinque eventi di grande attrazione, quando molto probabilmente tanti turisti si sarebbero riversati in riviera anche senza nemmeno un evento.
C’è poi la solita confusione quando si parla di eventi e presenze turistiche, perché non tutti gli eventi portano presenze, anzi, tante iniziative attirano il pubblico del “mordi e fuggi”, che impatta enormemente sull’ambiente ma non lascia ricchezza economica. Ci sono regioni turistiche molto meno attrattive in termini di numeri, rispetto alla nostra, che già da diversi anni analizzano l’impatto degli eventi e si regolano di conseguenza. A Rimini questa pratica deve ancora iniziare. Sarà bene cominciare, perché, nonostante il sindaco si sforzi di vedere solo il bicchiere mezzo pieno, i limiti di una politica degli eventi “drogata”, che punta solo alla massa, impoverisce – e non arricchisce – la destinazione Rimini. Il tema non è “spalancare le porte” e “alzare barriere”. Ma gestire la città con lungimiranza e tenendo conto di tutti i fattori in gioco. E ponendosi anche un interrogativo: perché Rimini si riempie solo nei weekend e grazie a decine di eventi? Probabilmente perché si è già ridotta ad un grande luna park.
C’è da sperare che anche il mondo delle associazioni di categoria sappia riflettere su tutto questo, senza rincorrere le illusioni, accontentandosi di un “pieno” che non equivale ad una reale crescita turistica.

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