Il sindaco risponde sugli alberi di piazza Malatesta: “salveremo tutti i platani”

Il sindaco risponde sugli alberi di piazza Malatesta: “salveremo tutti i platani”

"Quegli alberi non vanno abbattuti". Andrea Gnassi: "I tecnici studieranno modi, maniere e procedure anche per ‘salvare’ gli esemplari malati e pericolanti, fino a prevedere magari degli specifici supporti".

Dopo i due appelli dell’architetto Roberto Mancini (1 e 2) raccolti da Rimini 2.0, oggi arriva la rassicurazione del sindaco. Di seguito la sua lettera.

Gentile Architetto Mancini,
sono d’accordissimo con lei: gli alberi di piazza Malatesta non vanno abbattuti. La cortina di alberi davanti agli edifici lato Ravenna, i due platani grandi, gli alberi sul fronte di palazzo Pellicioni e così via sono parte integrante del progetto di riqualificazione. In questo senso, nei giorni scorsi, ho chiesto verifiche puntuali e assicurazioni precise sotto ogni punto di vista. Il progetto di Museo Internazionale Federico Fellini che si sta realizzando, ha come cardine il valore proprio dall’esaltazione delle caratteristiche di quel luogo. Il Castello, il teatro, una piazza come luogo che crea relazioni urbane, connette persone, crea comunità. Per troppo tempo tutti – proprio tutti – abbiamo barattato la sua bellezza e la sua storia per un pugno di lamiere, di smog e di asfalto misto a caos. E ciò nel silenzio anche di chi avrebbe potuto e dovuto alzare la voce. E farsi sentire.
La scelta di questa amministrazione è di valorizzare l’arte, l’identità, il patrimonio culturale e paesaggistico della città in una piazza che proponga e diventi punto di connessione e relazione tra castello, teatro, arengo, podestà, Fulgor. E ciò introducendo ora in quel luogo il Museo Fellini. Non un sacrario o un omaggio alla memoria, ma Fellini appunto come chiave del tutto si immagina. Come appunto un luogo che da parcheggio diventa piazza dei sogni capace di attrarre visitatori e far ritrovare comunità, persone, dialogo, relazione. E nel particolare progetto di esaltazione dell’eredità creativa e artistica del Maestro come strumento e chiave di radicale rigenerazione urbana e culturale, di un luogo precedentemente utilizzato per (chiamiamole così) funzioni improprie, i platani sono elemento necessario. Le dico di più: se non ci fossero, bisognerebbe prevederli perché quella cortina bellissima di verde e natura è componente funzionale del Museo. Per questo i tecnici studieranno modi, maniere e procedure anche per ‘salvare’ gli esemplari malati e pericolanti, fino a prevedere magari degli specifici supporti.
Gentile Architetto Mancini, spero di avere in questo modo risposto alla sua domanda. Personalmente sono sempre contento quando la sollecitazione va nella direzione di tutelare e valorizzare la storia e la natura di Rimini, i suoi contenitori naturali. Un bel salto mentale dai tempi, ancora recentissimi, quando nessuno si preoccupava di quei platani, muti e tristi ‘parcometri’ soffocati dalle radici alle cime da ruote, lamiere e fumi di scarico.

Grazie

Andrea Gnassi

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