“Il triangolone no, non l’avevo considerato”: il “sorcino” Gioenzo Renzi suona la sveglia al Comune

“Il triangolone no, non l’avevo considerato”: il “sorcino” Gioenzo Renzi suona la sveglia al Comune

L'area di quasi 23 mila metri quadrati compresa tra viale Cristoforo Colombo, lungomare Tintori, Largo Boscovich e piazzale Fellini è passata al patrimonio disponibile del Comune di Rimini. Palazzo Garampi ha esultato. Ora però che si fa? I canoni percepiti dallo stato ammontavano a oltre mezzo milione di euro e questa somma dovrà ricavarla dal Comune come compensazione delle minori entrate. Ma l'amministrazione comunale è ancora ferma ad un accesso agli atti al Demanio per conoscere la metodologia di calcolo che veniva seguita dallo stato per determinare i valori patrimoniali. Però trascorsi tre anni senza che il Comune abbia utilizzato quel bene, tornerà allo stato.

La geometria non è un reato, canta Renato Zero, il re dei sorcini. Neanche quella dell’area compresa tra il viale Cristoforo Colombo, il lungomare Tintori, Largo Boscovich e piazzale Fellini lo è, ma ad oggi somiglia ad un gigantesco punto interrogativo. E così in consiglio comunale Gioenzo Renzi ha sfoderato un cult della musica italiana per portare all’attenzione “la cortina di silenzio che regna su una delle zone più centrali della città”. Quella del cosiddetto triangolone.

Vediamo. L’area in questione misura quasi 23 mila metri quadrati e i documenti dicono che passa al patrimonio disponibile del Comune di Rimini. I canoni percepiti dallo stato ammontano a oltre mezzo milione di euro (esattamente 573.860) e questa somma dovrà essere pagata dal Comune ogni anno allo stato come compensazione delle minori entrate. Il possesso del Comune significa che quest’ultimo subentra in tutti i rapporti attivi e passivi relativi al bene trasferito, quindi dovrà sobbarcarsi anche i famosi contenziosi che riguardano gli aumenti dei canoni in conseguenza della Finanziaria 2006. Una matassa ingarbugliata, che non sarò facile sbrogliare.

“Il comune di Rimini il 18 maggio 2017 è entrato pienamente nel possesso giuridico dell’area”, ha chiarito in consiglio comunale l’esponente di Fratelli d’Italia, “assolutamente centrale nella riqualificazione del lungomare”. Perché tutto tace? Per Renzi è dal triangolone che il comune sarebbe dovuto partire nel progetto di riqualificazione del waterfront, come fece il podestà Palloni quando realizzò il lungomare, partendo proprio da quel tratto, da piazzale Boscovich alla rotonda del Grand Hotel. “Invece adesso sembra che l’area sia dimenticata”. E poi ha scaricato una raffica di domande, che solo in minima parte hanno trovato risposta dalla viva voce dell’assessore al Bilancio e patrimonio e di quello alla Programmazione, gestione del territorio e Demanio.

Renzi ha chiesto “se la gestione degli attuali beni pervenuti in proprietà al Comune è stata rinnovata agli utilizzatori precedenti e con quali modalità temporali ed onerose”, se i contenziosi con lo stato riguardanti i precedenti canoni di concessione sono rimasti in carico allo stato o ereditati dal Comune, “qual è il canone complessivo che il Comune ha previsto di introitare rispetto a quello di 573.860 euro determinato e preteso dallo stato”, se e quando l’amministrazione comunale intende pubblicare un bando per le manifestazioni di interesse da parte degli operatori come avvenuto per il parco del mare. Ancora: “Se agli attuali utilizzatori saranno riconosciute oppure no delle priorità e se attualmente ci sono delle negoziazioni in atto”. Se l’area sarà coinvolta dal progetto del parco del mare e, tenuto conto della paralisi in cui versa questo progetto, “se non sia fondamentale proporre un concorso internazionale di idee per assicurare una complessiva riqualificazione del lungomare nel tratto del triangolone, che salvaguardi la vista del mare e della spiaggia, l’aspetto culturale e non culturista della Marina di Rimini”. Infine, Renzi ha acceso una lampadina rossa: “Sono già trascorsi sette mesi dalla consegna dell’area dallo stato al comune, l’amministrazione è già in ritardo“, e tenuto conto della esperienza del parco del mare (per ora tutto ingessato, a dir poco), bisogna avere ben presente che dopo tre anni dal trasferimento dei beni senza l’utilizzo da parte del Comune, l’area ritornerà allo stato”. Ed ha aggiunto: “Sarebbe un fallimento non solo per la maggioranza, ma per tutta la città”.

L’assessore Roberta Frisoni ha assicurato che il triangolone rientra a tutti gli effetti nella progettazione del parco del mare e che lo studio Miralles Tagliabue, a capo di un raggruppamento di professionisti, si sta occupando anche di questo nel delineare le linee guida architettoniche e paesaggistiche del parco del mare. Sta di fatto che nella conferenza stampa durante la quale fu annunciato l’incarico allo studio di Barcellona, del triangolone non si parlò.

L’assessore Brasini ha detto che “ancora non è stato definito il rapporto contrattuale coi privati di quelle aree”. Perché? “Perché il Demanio ci ha comunicato i valori patrimoniali e quelli stimati delle concessioni, ma l’amministrazione ha fatto un accesso agli atti al Demanio per conoscere la metodologia di calcolo di questi valori“. La partita è complessa perché ci sono in ballo soggetti terzi, quelli che fino ad oggi hanno intrattenuto rapporti con lo stato. “Nel momento in cui la minore entrata si dovesse ribaltare sugli enti che hanno preso in possesso questi beni è ovvio che deve essere conosciuto in maniera molto chiara qual è il metodo di calcolo, perché potremmo anche contestarlo. Ecco perché non è stato ancora rinnovato alcun rapporto”.

Gioenzo Renzi si è detto insoddisfatto delle risposte ricevute e la sua interrogazione è stata trasformata in mozione. “Quel che è certo è che non si puà lasciare in sospeso questa situazione, tanto più che sui canoni ci sono anche problemi che coinvolgono la sorveglianza della Corte dei conti, perché sulla base di quelli precedentemente applicati sono venuti meno i trasferimenti dello stato. Mi auguro che ai ritardi sui due tratti del parco del mare già previsti non si aggiungano anche questi”.

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