Importanti novità in arrivo, costi di gestione e “compleanno”: il punto sulla Gambalunga nell’intervista a Oriana Maroni

Importanti novità in arrivo, costi di gestione e “compleanno”: il punto sulla Gambalunga nell’intervista a Oriana Maroni

Totalizza centoquarantamila presenze annue. Per la storica biblioteca di Rimini si spende circa 1 milione di euro l'anno. Da giugno sarà eliminato l’obbligo del deposito delle borse. Il tema di nuovi spazi per lo sviluppo della Gambalunga, compreso il trasferimento della biblioteca ragazzi. E poi i festeggiamenti per i 400 anni, il prezioso tesoro rappresentato dai fondi antichi che quest'anno hanno visto due importanti restauri, e tanto altro.

Il compimento dei 400 anni della Gambalunga, la prima biblioteca civica pubblica d’Italia (1619-2019) è scoccato il 23 aprile 2019. Ne parliamo con la dottoressa Oriana Maroni (nella foto); accenniamo al suo profilo professionale in modo estremamente sintetico, che tuttavia fa intuire la netta vocazione di chi ha inteso dedicare la propria vita al mondo dei libri. Conseguita la laurea in Storia all’università di Bologna e specializzatasi in Biblioteconomia e Bibliografia presso l’università di Parma, vince un concorso per la Biblioteca di Cervia, di cui è stata responsabile per sei anni. Dopo avere vinto un concorso torna a Rimini, la sua città, dove per diversi anni ricopre il ruolo di responsabile dei fondi moderni e dell’archivio fotografico presso la Gambalunga per poi arrivare a rivestire, dal 1° marzo 2018, il ruolo di responsabile della Biblioteca (Responsabile Unità Operativa, come viene definito questo ruolo, in puro burocratese).

Dottoressa Maroni, ora che gonfiate le gote a palloncino avete soffiato su ben 400 candeline, vorrebbe tracciare per i nostri lettori un profilo dell’evento “compleanno” appena celebrato?
Abbiamo scelto di festeggiare il compleanno nella data altamente simbolica della Giornata mondiale del libro, ovvero il 23 aprile. Grandissima è stata la partecipazione. Oltre mille persone hanno affollato il Teatro Galli, il Teatro degli Atti, e la Biblioteca stessa, registrando il tutto esaurito. E’ stato solo l’inizio di una programmazione che prevede nel corso del 2019 presentazioni di libri, lezioni magistrali, e un evento espositivo. Ne hanno parlato anche diversi mass-media a carattere nazionale. Ovviamente ne siamo molto lusingati. Significa che la rilevanza culturale della nostra biblioteca travalica i confini cittadini.

Nel solco delle manifestazioni che avete indetto si sono mosse anche altre realtà cittadine?
Certamente. Dalla collaborazione con Alessandro Giovanardi, responsabile ufficio Cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, è nata la rassegna “I Maestri e il Tempo. Parole e immagini: per i 400 anni della Biblioteca Gambalunga”, che si è sviluppata su un doppio binario, culturale e artistico. La rassegna ha avuto un grande successo di pubblico, registrando una media di circa centocinquanta partecipanti a conferenza. Va detto, se mai ne servisse conferma, che i riminesi vanno orgogliosi della loro biblioteca. La amano molto; sanno che in essa si custodiscono veri tesori bibliografici, il cui valore culturale va ben oltre l’àmbito locale. Ma non tutti i cittadini sono consapevoli di come possa essere usato questo servizio. Noi bibliotecari abbiamo dunque il dovere di migliorare la comunicazione con gli utenti, reali e potenziali, ovvero dobbiamo far conoscere ai cittadini la molteplicità dei servizi che la biblioteca offre. Il nostro compito non si deve limitare alla tutela del patrimonio, ma dobbiamo sviluppare azioni per promuoverne la conoscenza e l’uso. La biblioteca non è solo un luogo per la ricerca e lo studio, ma anche un laboratorio multimediale di informazione, una “casa dei libri” per il tempo libero da frequentare, per partecipare a conversazioni, presentazioni di libri, gruppi di lettura, laboratori, ecc. La sfida per la nostra biblioteca è dunque quella di sapersi promuovere espandendo il suo raggio d’azione, puntando sulla confluenza fra le sue diverse tradizioni e vocazioni, per favorire il suo radicamento quale luogo pubblico della città, con un’attenzione particolare verso i più giovani. Quest’anno, per fare conoscere la bellezza delle sue sale storiche e delle sue collezioni, ricche di manoscritti provenienti da ogni parte di Europa, sono state ad esempio programmate in modo sistematico visite guidate alle sale antiche. Fra le collaborazioni avviate quest’anno per le celebrazioni gambalunghiane vorrei anche citare quella con La Settima Arte – Cinema Industria (progetto ideato da Confindustria Romagna, Khairos Srl, Cinema Fulgor e Cinema Settebello di Rimini, Università Alma Mater Studiorum Bologna – Dipartimento Scienze per la Qualità della Vita di Rimini). Infatti riteniamo importante che la biblioteca faccia rete con le altre iniziative e associazioni culturali del territorio.

In pratica, il 23 aprile è stato un pretesto, affatto nascosto, per dare lustro e massima visibilità alla Gambalunga, avvalorarne il carattere di luogo della cultura e ribadire che è aperta a tutti.
Proprio così. “Una biblioteca per la città, una città per la biblioteca”. Questo è stato il messaggio che abbiamo voluto trasmettere per sottolineare che la biblioteca è stata affidata da Alessandro Gambalunga alla gestione pubblica affinché venisse aperta all’uso comune. Viceversa, la Città deve prendersene cura per continuare a farla funzionare, tutelarla, curarla e raccogliere l’eredità lasciataci dal grande mecenate Alessandro Gambalunga, a cui è stata giustamente intitolata anche una delle due strade su cui affaccia l’edificio.

A proposito della struttura e della logistica interna, si è sentito dire che ci sono novità in arrivo.
Dal punto di vista monumentale, palazzo Gambalunga rappresenta una delle maggiori opere della città. L’architetto romano Giovanni Carbonara, storico dell’architettura, docente presso l’università La Sapienza, lo definisce uno dei monumenti più pregevoli di Rimini. Muovendo dalla citazione nel libro “The world’s most beautiful libraries” (le biblioteche più belle del mondo) fotografate da Massimo Listri (Taschen Editore; ndr) in cui compare anche la Gambalunga, abbiamo voluto sottolineare che la Biblioteca rappresenta un patrimonio storico e monumentale di grande rilievo. In occasione di queste celebrazioni abbiamo tentato di migliorare l’estetica esterna, liberando per quanto possibile l’originaria porta seicentesca da cartelli e segnali stradali. Per quanto riguarda invece l’organizzazione del servizio, grazie all’ampliamento del sistema di sorveglianza con telecamere, abbiamo deciso di sperimentare a partire da giugno una modalità più amichevole e veloce di accesso alla biblioteca, eliminando l’obbligo del deposito delle borse. Per entrare sarà sufficiente mostrare alla reception del primo piano il proprio tesserino.

Avete un progetto che abbracci le esigenze dei giovanissimi frequentatori?
La Biblioteca per i ragazzi rappresenta uno dei nostri servizi più attivi. Numerose sono le attività rivolte alle fasce d’età 0-10: dai percorsi sulla lettura, ai laboratori, agli incontri per conoscere la biblioteca. I più piccoli, accompagnati dalla mamma, imparano ad innamorarsi dei libri e delle storie. Infatti le statistiche indicano dati crescenti sul numero delle presenze (+19.81%) e degli iscritti (+9.6%). Lo spazio attualmente dedicato ai bambini è però del tutto insufficiente, e infatti fra i futuri obiettivi vi è lo spostamento della sezione in un luogo più idoneo e a contatto con la natura. Ciò permetterà di recuperare spazi per la lettura e lo studio, con l’opportunità di effettuare anche orari di apertura più ampi e differenziati rispetto alla sezione “storica”. Da alcuni anni dedichiamo inoltre particolare attenzione agli adolescenti, ai quali abbiamo non solo riservato uno spazio, la Sala Holden, recentemente riallestita insieme alla Sala reference e cataloghi, ma abbiamo anche intensificato le iniziative di promozione della lettura e guida all’uso della biblioteca rivolte alle scuole superiori.

In verità si nota un certo movimento di giovani nei corridoi e nelle sale di lettura. La loro frequentazione, almeno in apparenza, è alta.
Il punto è riuscire a far innamorare i ragazzi della conoscenza, facendo loro scoprire che ci sono libri che parlano di loro e con loro. Per noi è stata una grande soddisfazione osservare le reazioni di meraviglia e sorpresa dei ragazzi in occasione della presentazione di libri scritti per loro. Quando scoprono questi libri, notiamo una nuova luce nei loro sguardi, e vederli ritornare al di fuori dell’orario scolastico, per prenderli a prestito, dà senso al lavoro che facciamo. Del resto, la biblioteca non è solo e tanto un contenitore di informazioni e di nozioni. A renderla viva sono i rapporti tra le persone. La biblioteca è lo spazio fisico in cui la cultura può accadere. Per noi sarebbe fondamentale acquisire nuovi spazi per farne un un luogo piacevole da frequentare per ascoltare conferenze, intercettare certi tipi di libri, ascoltare musica, per condividere interessi con altre persone. Qualcuno ha scritto che nelle biblioteche si combatte una grande guerra, che viene però vinta soprattutto grazie alle piccole battaglie, a una guerriglia costante, giorno per giorno. Libro dopo libro, pagina dopo pagina. E questa guerra si vince anche e prima di tutto fuori dai libri, ma a partire dai libri, là dove un tempo sembrava che ci fossero soltanto libri.

Avete una statistica riguardo l’affluenza annuale di utenti?
Certamente. In media si registrano circa cinquecento ingressi giornalieri. Significa che il computo totale annuo si aggira intorno alle centoquarantamila presenze.

Da quanti dipendenti è costituita la forza operativa della Gambalunga? A un primo approccio visivo, frequentando la biblioteca, il personale impiegato pare essere a trazione decisamente femminile.
La biblioteca conta 26 dipendenti, in effetti in larga maggioranza donne, e forse perché le facoltà umanistiche sono in misura crescente frequentate da donne. Attualmente, anche grazie alla copertura del personale pensionato, la Gambalunga può contare su un buon numero di bibliotecari dall’ottima preparazione professionale, e, fatto non certamente secondario, dotato di grande passione per il nostro mestiere. E in strutture “fragili” come le biblioteche, la passione e la preparazione dei bibliotecari sono condizioni indispensabili per farle funzionare bene!

Un numero così consistente di addetti fa presumere che questa sia una cifra importante del bilancio complessivo della biblioteca.
Nel capitolo di spesa del 2018 sono 850.755 euro le spese per il personale, esclusa la produttività. Per il suo funzionamento, 156.000 euro sono utilizzati per acquistare libri e periodici, per rilegare e digitalizzare, e per le iniziative culturali. Quest’anno saranno anche impiegati per effettuare gli interventi di spolveratura e trattamento antitarlo nelle sale antiche. Dei 156.000 euro, 42.000 provengono da finanziamenti privati attraverso Art Bonus e 8.000 dal contributo UniBo.

Il materiale documentale e librario aumentano anno dopo anno. Avrete problemi di deposito…
Per il momento abbiamo preso in locazione un magazzino perfettamente a norma, in pieno centro storico. Quella dei depositi esterni è una soluzione adottata anche da altre biblioteche ospitate in edifici storici, che logicamente rappresentano un forte condizionamento. Attualmente dunque la disponibilità di magazzini non è più un’emergenza, ma dovrà essere presa in esame la necessità di mettere a norma i magazzini di Palazzo Visconti, o, auspicabilmente, riprendere in mano l’ottimo progetto di restauro e riuso architettonico di Giovanni Carbonara e la proposta progettuale di Claudio Galli (2008).

Quindi, quale soluzione potrebbe essere adottata?
Da parte dell’amministrazione pubblica c’è l’interesse di inserire nelle proprie linee strategiche anche la questione dello sviluppo della biblioteca, a partire, come si diceva, dal trasferimento della Biblioteca ragazzi.

L’Hesperis di Basinio da Parma

Un capitolo estremamente importante del patrimonio librario consiste nei fondi antichi. Quali interventi effettuate normalmente per la conservazione e il restauro dei volumi centenari?
Pur avendo già digitalizzato vari manoscritti antichi, penso che nei prossimi anni si dovrà progettare una campagna di digitalizzazione su ampia scala. La digitalizzazione è stata effettuata su una parte importante, ma del tutto insufficiente, dei nostri fondi: dall’archivio fotografico ai periodici. Negli anni passati grazie al contributo dell’Istituto dei beni culturali della Regione-Emilia-Romagna abbiamo digitalizzato l’intero archivio fotografico di Davide Minghini, uno dei principali “costruttori della memoria visiva” di Rimini. A proposito di restauro dei libri antichi, devo sottolineare che questo va fatto con grandissima cautela in quanto si tratta sempre di un intervento radicale: deve rappresentare l’extrema ratio. Quest’anno, con l’aiuto del Soroptimist Club Rimini sono stati restaurati due preziosissimi codici gambalunghiani: “Hesperis” (1453-1457), autografo di Basinio da Parma e “Apparatus instrumentorum…” (fine sec. XVI) di Claudio Paci. A proposito di conservazione e tutela dei fondi antichi, quest’anno l’Amministrazione comunale ha messo a bilancio la cifra necessaria per l’attività di spolveratura e trattamento anti tarlo delle sale antiche (35.000 euro). Per concludere, ritengo che le biblioteche siano investite da una grande responsabilità. Nella nostra Biblioteca batte il cuore della città: si conservano le carte e le immagini che ne raccontano la storia. Ma non solo. Le sue ricche collezioni, provenienti da ogni parte di Europa, rappresentano una mappa preziosa della cultura umana.

COMMENTI

DISQUS: 0