Imprese: alta la densità, ma perdiamo qualche colpo

Imprese: alta la densità, ma perdiamo qualche colpo

I dati 2016 della Camera di Commercio Romagna (Rimini e Forlì-Cesena): soddisfatto il presidente Moretti, ma il saldo è negativo.

“Ricchezza delle opportunità e vivacità di aree di sviluppo innovative”: è soddisfatto il presidente della nuova Camera di commercio della Romagna, Fabrizio Moretti, nel presentare i numeri delle imprese nelle due province di Rimini e Forlì-Cesena. Ecco alcuni dei dati salienti diffusi oggi dall’ente camerale (aggiornamento al 31/12/2016): poco meno di 100mila localizzazioni di impresa, 12.400 società di capitale attive, 15.187 imprese femminili, 7.202 imprese straniere, 5.403 imprese giovanili e 140 start up innovative. Nelle province romagnole l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 98 imprese attive ogni 1.000 abitanti, rispetto a 92 registrate a livello regionale e 85 a livello nazionale.

Poco meno di 100mila localizzazioni di impresa, 12.400 società di capitale attive, 15.187 imprese femminili, 7.202 imprese straniere, 5.403 imprese giovanili e 140 start up innovative

Al netto del settore agricolo, il commercio costituisce più di un quarto delle imprese attive, ma ha avuto nel 2016 una flessione dello 0,6%. Significativa la diminuzione dell’1,8% delle imprese dell’edilizia. Alloggio e ristorazione (11,9% del totale) ha perso lo 0,7%. Anche il settore manifatturiero (10 imprese su 100) ha segnato un calo dell’1,6%. Diminuite del 2% le attività immobiliari, stazionarie le “altre attività di servizi”.
Segnali positivi invece dai micro comparti: fornitura di energia, servizi di noleggio, agenzie viaggio e supporto, istruzione, sanità e assistenza sociale, attività professionali, finanziarie e assicurative, informazione e comunicazione.
Le imprese del settore agricolo, che rappresentano il 13,1%, sono diminuite dell’1,7%.
Le società di capitale sono 12.430, le società di persone 17.229, le ditte 40.418, seguono 1.637 “altre forme” giuridiche. Complessivamente, al netto del settore agricolo, le società di capitale costituiscono il 19,6% del totale, le società di persone il 25,1%, le ditte individuali il 52,9% e le “altre forme giuridiche il 2,5%.
Alti i numeri delle imprese attive artigiane (21.944) e cooperative (850).
Il 93,6% delle imprese rientra nella classe dimensionale fino a 9 addetti, cioè le piccole e medie imprese.

Il 93,6% delle imprese rientra nella classe dimensionale fino a 9 addetti, cioè le piccole e medie imprese

“I numeri delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere sulle quali possiamo sviluppare progettualità specifiche”, dichiara il presidente Moretti secondo cui occorre “valorizzare questa importante realtà, contribuendo a risolverne le criticità e investendo sui punti di forza”. Programmi in corso: in particolare “attività di formazione, assistenza, consulenza per le imprese, in collaborazione con i principali attori dei territori e, in particolare, con la Regione Emilia-Romagna, i Campus Universitari e le Associazioni di categoria”.

Il saldo delle imprese registrate vede sia le due province romagnole che la regione in affanno rispetto alla tendenza nazionale

Qual è il punto negativo? Secondo il comunicato stampa dell’ente camerale, “la dinamica registrata a fine 2016 rispetto al 31/12/2015 evidenzia una variazione complessiva delle imprese attive in linea con quella media regionale (-0,7%)”. Ma andando a consultare il fascicolo completo dei dati (fonte Movimprese-Infocamere, elaborazione Camera di Commercio della Romagna – Forlì Cesena e Rimini), si vede che la dinamica nazionale è migliore di quella locale. Infatti il saldo delle imprese registrate (iscritte/cessate nel 2016) vede sia le due province romagnole che la regione in affanno rispetto alla tendenza nazionale. Se escludiamo il settore agricoltura (dappertutto in grande perdita di numero di imprese), a Rimini e Forlì-Cesena si sono perse 228 imprese, per un tasso di crescita annuo negativo dello 0,3% (in Emilia-Romagna -0,4%), mentre la media italiana è in territorio positivo dello 0,4%. Purtroppo anche nella movimentazione delle imprese registrate in agricoltura il nostro territorio fa peggio della media italiana: tasso di crescita annuo -1,7%, in Emilia-Romagna -1,5%, in Italia -0,3%.
Diamo un quadro più dettagliato delle imprese start-up innovative in Emilia-Romagna, situazione al 26 dicembre 2016 (fonte Infocamere). La provincia di Rimini è a quota 79 (di cui 19 fra turismo e commercio, 18 nei servizi informatici e 21 in altri servizi), un po’ più indietro Forlì-Cesena con 59 imprese (di cui 16 nell’industria-artigianato e altrettante nei servizi informatici). Il totale regionale è di 783 imprese, con alta concentrazione tra Bologna e Modena.
Un aggiornamento sulla produzione del manifatturiero (congiuntura dell’industria in senso stretto, fonte Unioncamere-Ist. Tagliacarne): in provincia di Rimini il terzo trimestre del 2016 ha fatto segnare un aumento del 2,7% rispetto all’analogo periodo del 2015; a Forlì-Cesena + 3,6% (media regionale + 1,8%).

La stima del valore aggiunto pro capite (anno 2014) in provincia di Rimini è di 25.401 euro, mentre è più alta a Forlì-Cesena (26.507 euro), entrambe sotto la media regionale (29.637 euro)

Ma qual è la differenza di potenziale economico fra le due province accorpate nell’ente camerale? Stando agli ultimi dati disponibili elaborati dall’Istat, la stima del valore aggiunto pro capite (anno 2014) in provincia di Rimini è di 25.401 euro, mentre è più alta a Forlì-Cesena (26.507 euro). Entrambe sono al di sopra della media Italia (23.958 euro) ma al di sotto di quella regionale (29.637 euro).
Il valore aggiunto totale ai prezzi base, valori correnti (secondo lo Scenario Unioncamere E.-R. – Prometeia novembre 2014) a Rimini si sarebbe attestato nel 2014 a quota 8,8 miliardi di euro (di cui 6,9 nei servizi), a Forlì-Cesena a quota 11,3 miliardi (di cui 7,5 nei servizi). Per Forlì-Cesena disponiamo di proiezioni Prometeia ad ottobre 2016: il valore aggiunto totale del 2016 è previsto in crescita dello 0,9% sull’anno precedente, e nel 2017 la crescita dovrebbe attestarsi a +1,1%.

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