In corsa per papparsi la Carim c’è un uomo da film

In corsa per papparsi la Carim c’è un uomo da film

Chi è Chris Flowers, il big della finanza che viene dato in gara per aggiudicarsi la Cassa di Risparmio di Rimini.

Chi non ricorda “Too big to fail”, “Troppo grandi per fallire”, il film americano del 2011 uscito in Italia col titolo “Il crollo dei giganti”?
Nella pellicola l’attore Michael O’Keefe impersonava Chris Flowers, il big della finanza che, a quanto pare, sarebbe in testa alla gara per aggiudicarsi la Cassa di Risparmio di Rimini. Il protagonista principale era William Hurt nei panni di Henry “Hank” Paulson, il Segretario al Tesoro dell’amministrazione Obama che si trovò nel 2008 nell’occhio del ciclone, e che a Flowers è molto legato fin dai tempi in cui lavoravano insieme in Goldman Sachs.
Sta di fatto che J. Christopher Flowers, pur profondamente coinvolto nella tempesta che avrebbe aperto la crisi mondiale nel 2008, con il suo fondo di private equity è sempre più col vento in poppa, tanto da interessarsi a compravendite di istituti di credito in mezzo mondo, fino ad inquadrare nel mirino piazza Ferrari.
JcFlowers oggi è presente in 10 banche (l’inglese OneSavings, l’olandese NIBC, la giapponese Shinshei, altre in USA, Germania, Russia, Andorra, Porto Rico), 12 compagnie di assicurazioni, più un’altra ventina di imprese, coprendo tutta la gamma dei servizi finanziari.
Il fondo ha fatto il suo sbarco in Italia nel dicembre 2013 per l’acquisizione, perfezionata a luglio 2014 col versamento di 47 milioni, del 78% di Eurovita Assicurazioni, una compagnia italiana alla cui presidenza Flowers ha messo il suo braccio destro Thierry Porté, con un passato di 22 anni alla Morgan Stanley.
La cura statunitense su Eurovita si è subito notata nell’esercizio 2014: con 79 dipendenti, la compagnia ha incassato 589 milioni di euro di premi lordi realizzando un utile di 34 milioni al netto delle imposte (più del doppio dell’anno precedente). In tre anni dall’arrivo degli americani, gli utili netti sono stati pari a 70 milioni (Milano Finanza 25/3/2017). Ma proprio in questi ultimi giorni si rincorrono notizie sulla vendita del pacchetto di controllo di Eurovita da parte di Jc Flowers.
Il fondo americano proprio nel 2014 aveva indirizzato verso l’Italia le sue strategie, assicurandosi anche il controllo di Equita SIM, quota poi ceduta ad Alessandro Profumo.
Cerchiamo di sapere qualcosa di più sulle radici di JcFlowers.
Il fondatore, J. Christopher Flowers, californiano 59enne con studi in matematica ad Harvard, è entrato dapprima in Goldman Sachs divenendone partner a soli 31 anni, per poi prendere il largo da solo dieci anni dopo. Con buoni risultati, se è vero che per Forbes detiene un patrimonio netto di 1,18 miliardi di dollari statunitensi.
Dal New York Post si apprende che Flowers per anni ha avuto il “record” nelle compravendite immobiliari della Grande Mela, avendo sborsato 53 milioni di dollari nel 2006 per comprarsi la Harkness Mansion al civico 4 di E. 75th Street.
Secondo il Wall Street Journal, Flowers ha lucrato un dividendo miliardario nell’operazione IndyMac, insieme a George Soros e ad altri magnati della finanza internazionale, guidati in cordata da Steven Mnuchin, oggi Segretario al Tesoro sotto l’amministrazione Trump. IndyMac, una banca di Pasadena, fallì all’inizio della crisi e fu comprata dalla cordata per 1,5 miliardi di dollari, per essere poco dopo rivenduta al prezzo di più di 3 miliardi. Insomma, i (possibili) nuovi inquilini di piazza Ferrari possono parlare tranquillamente al telefono con i Segretari al Tesoro sia trumpiani che clintoniani, il che non guasta mai.
Chris Flowers, appassionato di scacchi (dirige la Kasparov Chess Foundation), con un debole per la musica (New York Philarmonic Orchestra), come benefattore è attivo nella lotta alla malaria in Africa. Se arriverà alla Carim, avrà nuove gatte da pelare, ma – quanto a banche acquistate a basso prezzo e rivendute a maggior valore – sa il fatto suo.

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