In estate la cultura va in vacanza (come nel resto dell’anno, per altro)

In estate la cultura va in vacanza (come nel resto dell’anno, per altro)

Mentre l’Assessore espone a Ferrara, in città manca una mostra degna di nota.

Bizzarrie agostane. A Riccione risorge, in un documento civico, il premio Ilaria Alpi. In tre anni nessuno ha corretto l’errore. A Rimini ‘ritocchino’ di 29mila euro da parte del Comune per finanziare la Sagra Malatestiana.

In Riviera, colabrodo culturale
La cultura, in Riviera, è davvero un colabrodo. E il caldo non c’entra. Un paio di considerazioni su come i maggiori Comuni del territorio – Rimini e Riccione – considerano la cultura.

Villa Mussolini: uno spreco in riva al mare
Come abbiamo supposto in un articolo scorso, il matrimonio tra l’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Riccione, cioè l’ufficio sportelli&reclami, con la Biblioteca e i Musei civici è fatto. Il motivo? Stando alla delibera di Giunta, Biblioteca e Museo del Territorio sono “luoghi preposti all’erogazione di servizi culturali”. Non fanno cultura, ma erogano servizi. Infatti, sono spazi civici anonimi, senza degna programmazione culturale, tanto vale chiuderli. La soluzione culturalmente più coerente, in effetti, sarebbe stata quella di bandire un posto da direttore – come è stato fatto, in modo disastroso, nel 2015 – della Biblioteca e dei Musei. Il risultato, infatti, è che Riccione, che ha spazi museali bellissimi e inutilizzati e uno spazio espositivo, Villa Mussolini, di pregio, sul mare, di incredibile impatto ‘pubblico’, non ha una mostra estiva. Ma neppure autunnale. Non ha niente, è il vuoto, basta riempire il gozzo dei turisti con la piada e fare quattro salti davanti al camion di Radio Deejay. Al neo Assessore a ‘Turismo Sport Cultura’ restano, culturalmente parlando, gli eventi e la “gestione ed organizzazione” dell’“attività espositiva” – pressoché assente – della Galleria d’arte Villa Franceschi. Leggendo il documento che censisce le “Linee Funzionali del Comune di Riccione” scopriamo che Servizio Cultura vuol dire tutto e nulla, dalla “redazione di pubblicazioni e cataloghi” allo “studio ed elaborazioni di progetti e di iniziative culturali”. Insomma, eventi. La questione si fa catastrofica quando tra i punti chiave dell’Assessorato si citano “organizzazione del premio Riccione per il Teatro, del premio TTV, del premio Ilaria Alpi”. Già. Premio Ilaria Alpi. Anche i cani e i muri sanno, però, che il premio non esiste dal 2014, sostituito da Dig, esaltato dal Sindaco Renata Tosi durante l’ultimo Consiglio comunale. Possibile che in tre anni, facendo copia-e-incolla, nessuno abbia modificato l’erroraccio? L’errore, per altro, si moltiplica quando in capo al settore ‘Turismo Sport Cultura’ viene imputata la “gestione diretta e promozione… dell’Osservatorio Ilaria Alpi”, deceduto insieme al premio. Meri refusi? E no, cari miei. Perché di mezzo c’è una Giunta, un Sindaco, un dirigente pubblico, tutti stipendiati dai riccionesi, perciò simili sciatterie sono ingiustificate.

Rimini è la serie C dell’arte nazionale: perché?
L’idea che sia un Comune a dover erogare servizi culturali è dura a morire. Culturalmente parlando, ad esempio, non va meglio al Comune di Rimini, che pure ha un Assessore ‘alle arti’, che più specifico di così si muore, per altro di elevata competenza. Eppure, proprio Rimini – l’abbiamo scritto – che vuole, giustamente, darsi un belletto di bellezza culturale, non ha un programma espositivo degno dell’estate. Luca Piovaccari, Jader Bonfiglioli e i “Sacri Calici” non sono quanto di meglio una città come Rimini può mettere in mostra. Contando, poi, che tra Far, Galleria dell’Immagine, sale della ‘Gambalunghiana’, Museo della Città, sale nuove del Museo, il Comune può usufruire di svariate sedi espositive. Dicono che le risorse grosse il Comune le accantona per la Biennale del Disegno. Speriamo sia una panzana. Perché i riminesi dovrebbero mettere tutte le risorse (intorno ai 350mila euro) su una invenzione dell’Assessore? Così fosse, l’Assessore – che è un servo dei cittadini e non un direttore artistico, che rischia ogni volta il proprio compenso se la sua idea è vincente o meno – dovrebbe chiedere il consenso dei cittadini. Ma la domanda è un’altra. Perché Rimini resta nella serie C dell’arte? Perché da Rimini – un brand mondiale, direbbe Andrea II Gnassing – non fanno una chiamata al Moma, non fanno uno scambio con Londra, con l’Islanda, con il Sudafrica? Perché restiamo culturalmente così provinciali? Forse hanno altro da fare. In effetti, al Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara c’è una mostra dell’Assessore riminese, il cesenate Massimo Pulini. All’inaugurazione del 6 luglio scorso – ma la mostra va avanti fino a fine settembre – era previsto – si legge dal comunicato – “un ricco buffet”, d’altronde, l’arte dà da mangiare un po’ a tutti.

Biglietti gratis ai concerti per i riminesi tutti!
Non abbiamo fatto in tempo a registrare le prime spese civiche per la fatidica Sagra Malatestia, che il Comune è corso ai ripari. Con Determinazione n. 1621, infatti, il dirigente incaricato segnala che c’è un ricarico sulle “risorse a carico del Comune di Rimini” per finanziare la sagra del già sentito. I soldi pattuiti erano 557.144 euro. C’è stato un ritocchino. Di 29.547 euro. Da comunicare tempestivamente al Ministero “pena la revoca del contributo”. Speriamo sia l’ultimo assegno civico. Con 30mila euro un bravo privato ti fa una bella mostra. Lasciamo stare. A questo punto, ribadiamo: biglietti gratis ai concerti sinfonici della Sagra per tutti i riminesi. Hanno già pagato abbastanza.

Fotografia: l’assessore Massimo Pulini con Guillaume Duprat.

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