In memoria del “giusto” Ezio Giorgetti la Fondazione Wallenberg inaugura a Bellaria una «House of Life»

In memoria del “giusto” Ezio Giorgetti la Fondazione Wallenberg inaugura a Bellaria una «House of Life»

Salvò più di trenta ebrei. E' stato insignito del riconoscimento di "giusto fra le nazioni" e diventato un simbolo di tutti coloro che si sono spesi per sottrarre uomini, donne e bambini al genocidio della Shoah. La vicenda del bellariese Ezio Giorgetti ha colpito una importante organizzazione internazionale che promuove la memoria dei luoghi che hanno visto concretizzarsi esperienze di umana e civile solidarietà contro l'Olocausto. La cerimonia è in programma il 15 settembre e l'Hotel Bristol diventa "Casa di vita".

La storia del “giusto” Ezio Giorgetti continua a diffondersi nel mondo e Bellaria vivrà fra qualche giorno un’altra tappa di questa lunga e avvincente avventura. Una storia iniziata nel 1943 e che a così tanta distanza da quei fatti continua a sorprendere perché dimostra che dal bene spuntano sempre nuovi germogli. “Felice l’uomo giusto”, assicura il salmista. “Come albero piantato lungo il fiume egli darà frutto a suo tempo, le sue foglie non appassiranno. Non è questa la sorte dei malvagi: foglie morte portate via dal vento! Saranno condannati in giudizio ed esclusi dal popolo dei giusti”. Giusti e malvagi mai come in questo caso sono termini appropriati. Hanno volti precisi, date, nomi e cognomi che non saranno mai più cancellati. “Osserva il giusto e vedi l’uomo retto, l’uomo di pace avrà una discendenza”, dice un altro salmo. Ed è abbastanza impressionante constatare come i giusti una discendenza ce l’abbiano davvero e come ad unire le coordinate del bene ci pensino le circostanze apparentemente più strane e inimmaginabili.

Questo nuovo capitolo di una vicenda che prende forma durante il periodo delle leggi razziali, unisce due giusti e i loro discendenti. Uno è stato un diplomatico svedese, Raoul Gustav Wallenberg, che durante la seconda guerra mondiale aiutò un gran numero di ebrei a sfuggire ai nazisti: fu fatto prigioniero a Mosca nel 1945, quindi internato e di lui si persero le tracce. L’altro è Ezio Giorgetti, bellariese, all’origine del salvataggio di una trentina di ebrei che in fuga da Asolo nel 1943 arrivarono sulle sponde dell’Uso ed ebbero salva la vita grazie ad una catena di fraterna condivisione che coinvolse anche diversi altri protagonisti, come il maresciallo dei Carabinieri Oscar Osman Carugno.

Cos’hanno in comune Wallenberg e Giorgetti? I loro nomi campeggiano fra quelli dei Giusti fra le nazioni, eroi normali, si potrebbe dire, gente comune ma dalla umanità non comune. Decisero di mettersi in gioco, affrontando non pochi pericoli, per sottrarre uomini, donne e bambini al genocidio della Shoah. Giorgetti fu il primo italiano Giusto fra le nazioni.
Mentre Wallenberg in missione diplomatica a Budapest sottraeva dalle grinfie dei nazisti migliaia di ebrei destinati ai campi di concentramento, più o meno negli stessi anni Giorgetti in Romagna gestiva un albergo e attraverso gli insondabili intrecci del destino s’imbatteva in ospiti particolari, arrivati non a bordo di utilitarie o con il treno, ma nascosti su un camion. “Li accolsi e solo dopo qualche giorno, visti i vani tentativi di noleggiare una barca da pesca e di allontanarsi via mare, mi dichiararono di essere ebrei e di rimettersi nelle mie mani. Erano tutti vecchi, donne e bambini. Che avrei dovuto fare?”, dirà molti anni dopo. Non fu semplice. A pochi metri dall’albergo che accoglieva i fuggitivi c’era la gendarmeria tedesca. Per non parlare dei successivi trasferimenti (fino a San Mauro Pascoli e a Pugliano), spesso improvvisi, coperti anche da figure in teoria schierate col nemico, come il segretario del locale partito fascista. O della rocambolesca opera finalizzata a dotare il gruppo di ebrei di documenti falsi. La fine dell’incubo si materializzò con la liberazione nel 1944, quando tutti poterono ritornare in Israele, mantenendo, soprattutto alcuni di loro, uno stretto rapporto di amicizia con Ezio Giorgetti. Nel giugno del 1964 il giusto bellariese volò a Gerusalemme e venne accolto con tutti gli onori. Nel giardino dei giusti diede i primi colpi di vanga per mettere a dimora una quercia che, insieme alla targa che porta il suo nome, continuano a ricordarlo. Riabbracciò lì Konforti e Neumann.

La targa che indica uno dei luoghi scelti dalla Fondazione Wallenberg in Italia

Nel nome del diplomatico svedese è nata una importante fondazione internazionale, organizzazione non governativa senza scopo di lucro, che ha istituito le “case di vita” con lo scopo di tramandare la memoria dei giusti. In Italia ce ne sono già alcune: in Toscana (Siena, Firenze, ed altre località in provincia di Grosseto) e nel Lazio (Roma e Viterbo).
Nel pomeriggio del prossimo 15 settembre (gli ebrei guidati da Ziga Neumann arrivarono a bellaria proprio nello stesso periodo di settembre di 76 anni fa) la prima «House of Life» in regione diventerà l’Hotel Bristol di Bellaria. A gestirlo oggi è la nipote di Ezio Giorgetti, Francesca Vasini, che non nasconde l’emozione di ritrovarsi, senza averlo programmato e nemmeno immaginato lontanamente, in qualche modo indissolubilmente legata al nonno Ezio sulla via dei giusti.

“Qualche mese fa ho ricevuto una telefonata dalla Raoul Wallenberg Foundation e mi è stato spiegato che all’interno del progetto di mappatura del bene che questa organizzazione sta meritoriamente portando avanti nel mondo, era venuta a conoscenza della vicenda di Ezio Giorgetti ed aveva in animo l’intenzione di istituire una «House of Life» all’Hotel Bristol”, racconta Francesca. E’ stata una grossa sorpresa: “Tutto è arrivato come un bel regalo inatteso, assolutamente non richiesto…, è come se il bene fatto dal nonno fosse ritornato alla sua famiglia e alla città che è stata teatro di questa storia”.

Nel 2011 il Comune di Bellaria Igea Marina realizzò nei locali della stazione ferroviaria una mostra (dalla quale è tratta la fotografia che pubblichiamo) dedicata ai “Giusti fra le nazioni Ezio Giorgetti e Oscar Osman Carugno”, poi trasferita all’interno della scuola media Panzini dove da qualche anno è stabilmente allestita. Francesca Vasini sta pensando di creare anche nel suo hotel un segno analogo, approntando un luogo stabile che potrebbe avere i connotati di quella mostra, magari in forma più ridotta. Ma sta lavorando anche ad un’idea molto suggestiva, che per ora è solo una idea, utilizzando espressioni artistiche moderne per lasciare in uno spazio esterno dell’albergo una traccia che rimandi al Giusto e alla “casa di vita” che affonda le sue radici in Ezio Giorgetti. Tutto sarà svelato al momento opportuno.
Di certo la targa che identificherà l’Hotel Bristol come «House of Life» farà bella mostra di sé all’ingresso di viale Cristoforo Colombo.
Alla cerimonia del 15 settembre ci saranno ovviamente i rappresentanti della Fondazione Wallenberg, autorità locali e provinciali, organizzazioni impegnate a tenere viva la memoria dei giusti fra le nazioni, familiari dei protagonisti che in quel 1943 unirono le forze e il coraggio per scrivere una bella pagina di umana e civile solidarietà.

Fotografia: Ezio Giorgetti (a sinistra) con Ziga Neumann

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