In volo sull’aeroporto. Parlano albergatori e Confartigianato

In volo sull’aeroporto. Parlano albergatori e Confartigianato

Intervista ad Alberto Monetti e Mauro Gardenghi.

Inutili gli investimenti nella promozione turistica senza validi collegamenti col "Fellini". Comuni, Provincia e Regione che fanno?

Il Mar ha sparato le sue cartucce per richiamare l’attenzione su una infrastruttura strategica, come si suol dire, che sta funzionando a giri ridotti. Cosa ne pensano le categorie economiche?
“E’ una nota dolente. I voli sono veramente pochi e una destinazione turistica senza un aeroporto pienamente operativo è zoppa”. Chi parla è Alberto Monetti, presidente dell’Associazione albergatori di Cattolica e membro del consiglio direttivo di Federalberghi Emilia Romagna. “E’ impensabile che Rimini, Riccione, Cattolica e tutta la costa romagnola, ovvero il più grosso comprensorio ricettivo europeo, non abbia un aeroporto di riferimento a pieno regime”. E quale contributo pensate di portare per uscire dall’impasse? “Come presidenti Aia auspichiamo a breve di poter incontrare, insieme ad Apt, i responsabili della società di gestione del Fellini, non tanto per parlare della stagione 2017, che è già praticamente scritta, ma in termini di programmazione del prossimo anno, visto che i voli si pianificano con un anno di anticipo”.
Parla di Rimini guardando a Bologna, Alberto Monetti, e spiega che “la concentrazione sul Marconi, in forte crescita, ci fa ancora più male soprattutto se si pensa che lì la parte pubblica è presente ancora in maniera abbastanza importante, ecco perché non si può non reclamare una maggiore attenzione da parte del pubblico anche per il Fellini, anzi direi che questa attenzione risulta fondamentale per la destinazione turistica di Rimini. La formula migliore andrà trovata, ma l’obiettivo è chiaro”. Se poi si guarda a Parma, aggiunge, “si vede un altro forte investimento del pubblico”, in questo caso della Regione Emilia Romagna, che ha stanziato 12 milioni di euro per l’allungamento della pista.
“Capisco che il privato debba far quadrare i conti ma sono ben chiare anche le esigenze economiche del territorio”, dice il presidente degli albergatori di Cattolica, “e c’è da tenere presente che sarebbero inutili gli investimenti nella promozione turistica, le fiere all’estero, in difetto di validi collegamenti (non dimentichiamo nemmeno i problemi dell’A14 e dell’alta velocità) per far arrivare i turisti stranieri in riviera. Altrimenti diventerà sempre più difficile fare turismo e resteremo concentrati solo sul mercato italiano. In passato lavoravamo al 70-80% col mercato straniero e il resto con quello italiano, percentuale che adesso si è ribaltata”.
Accordi con le società low cost. “Osservo che su oltre 7 milioni di passeggeri dell’aeroporto di Bologna, 4 milioni sono legati ai voli low cost, vettori che non si muovono senza incentivi e quindi non capisco perché i problemi da questo punto di vista (pseudo aiuti pubblici) vengano sollevati solo a Rimini”.
“Sul tema delle infrastrutture strategiche”, conclude Monetti, “gli attori pubblici del territorio sono fondamentali, a certi tavoli non possiamo andare a parlare noi come privati, ma possiamo farlo insieme ad una regia pubblica, Comuni, Provincia e Regione. La priorità deve essere quella del rilancio del nostro aeroporto”.

Interpellato, risponde anche il dirigente storico (da gennaio presidente) di Confartigianato, Mauro Gardenghi. E il punto di partenza è comune a tanti: “L’aeroporto è indispensabile perché Rimini senza aeroporto è morta, considerato che vive di turismo. Altro che Trc”. Ma Gardenghi infila subito una domanda che riapre vecchie ferite: “Di chi è la colpa del suo fallimento? E’ stato fatto fallire quando si sarebbe potuto salvare. La storia la conosciamo tutti, e adesso c’è una società di gestione che comunque sta cercando di far funzionare il Fellini e ridargli il ruolo che deve avere”. E cosa pensa Gardenghi del silenzio delle pubbliche amministrazioni in materia? “Tacciono perché non sanno cosa dire, dovevano salvarlo prima, e comunque adesso credo che anche il loro compito debba essere quello di aiutare e sostenere la società di gestione. La politica ha colpe enormi e mi riferisco non solo a quella riminese. La Regione non è stata capace di mettere insieme piani regionali praticabili e lungimiranti in materia di aeroporti e fiere, manca un sistema regionale, ma è mai possibile? E’ un’evidenza che Rimini sia sempre stata danneggiata da Bologna, proprio a partire dall’aeroporto”. Allarga la riflessione Gardenghi, per documentare la debolezza del sistema regionale e di una economia in affanno: “Ho letto che il 2016 è stato un anno eccezionale dal punto di vista delle presenze, ma siamo ancora a questi discorsi? Contano più le presenze o il fatturato? Senza fatturato gli albergatori non possono investire per riqualificare l’offerta turistica e senza la qualità nella ricettività alberghiera la riviera è finita”. Un giudizio anche sull’amministrazione comunale di Rimini: “Finalmente abbiamo un sindaco che cerca di fare delle cose e le sta facendo, giuste o non giuste ognuno può valutare, e alcune scelte finalizzate a rilanciare il centro storico sono significative, perché Rimini ha duemila anni di vita e il turismo storico-culturale, insieme a quello dell’agroalimentare, deve essere parte integrante della nostra offerta. Bene il teatro Galli ma i parcheggi dove sono, il centro storico ha enormi problemi e la grande distribuzione ha ucciso il piccolo commercio, l’artigianato, quante attività hanno chiuso e continuano a chiudere? E poi la sicurezza e l’abusivismo commerciale, piaghe ancora irrisolte. Penso invece che il grosso intervento fognario che garantirà acque di balneazione all’altezza di una destinazione europea, sia un importante merito, finalmente dopo tanti decenni in cui tutti hanno messo la testa sotto la sabbia, questo sindaco si è mosso con decisione”.

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