Incarichi dorati all’Enit: Babbi finisce sotto la lente di procura e Corte dei Conti

Incarichi dorati all’Enit: Babbi finisce sotto la lente di procura e Corte dei Conti

La nomina di Andrea Babbi a direttore generale di Enit è all'origine del terremoto che investe l'Agenzia nazionale del turismo. Tutto parte da una per

La nomina di Andrea Babbi a direttore generale di Enit è all’origine del terremoto che investe l’Agenzia nazionale del turismo. Tutto parte da una perquisizione che – scrive Corriere.it – “avrebbe dovuto accertare «solo» presunte violazioni della spending review del governo Monti nella nomina del direttore generale dell’Enit. Ma le carte acquisite dai finanzieri del Nucleo tributario per la Corte dei Conti hanno svelato qualcosa di più”. E ora le carte sono finite alla procura di Roma, che indaga per peculato.
“Lo scorso gennaio, su mandato del sostituto procuratore contabile Paolo Crea, le Fiamme gialle «acquisiscono – come si legge nel verbale – atti ed informazioni sulla nomina del dg Andrea Babbi.» La nomina di Babbi, scrive il pm, è avvenuta «nonostante i provvedimenti di riduzione della pianta organica dell’Ente e la presenza del dottor Marco Bruschini facente funzioni» e perciò ne va «quantificato il danno e vanno individuati i responsabili».
A settembre 2012, inoltre, il Cda autorizza Babbi a 9 incarichi aggiuntivi – oltre a quelli dell’Enit – per compensi pari a 65mila euro annui lordi. Tra gli altri, consigliere della Cassa di risparmio di Forlì (20 mila euro), presidente del Consorzio formazione e lavoro (20 mila) e consigliere di Iscom, società di consulenza (25mila)”.
Un incarico tira l’altro. “Incarichi che non sarebbero mai stati inseriti nel sito dell’Agenzia come da obbligo, né sarebbe mai stata consegnata all’Enit la dichiarazione dei compensi. Pochi mesi dopo, Babbi avoca a sé anche la direzione organizzativa e i settori pianificazione e sviluppo attività. A marzo, presso la sede del ministero dei Beni culturali, in via del Collegio Romano, i finanzieri acquisiscono altri documenti sul suo contratto. La nomina di Babbi, denuncia la Federazione indipendente lavoratori pubblici (Fialp), sarebbe avvenuta in palese violazione della legge e con false dichiarazioni nel verbale del Cda del 10 settembre 2012. Il gruppo dei reati amministrativi della procura, coordinato dall’aggiunto Francesco Caporale, sta esaminando in questi giorni il faldone Enit. A giugno, intanto, l’ente è stato commissariato dal governo”.

Babbi è arrivato in Enit nel settembre del 2012, dopo essere stato amministratore delegato di Apt Servizi Emilia Romagna, dove entrò a seguito delle dimissioni di Giuseppe Chicchi, che partì per il parlamento nel 2006.
Uomo forte di Confcommercio, pupillo di Vasco Errani, regista di punta della partnership fra categorie economiche e sistema politico regionale, Babbi si è spesso seduto in enti che hanno ben remunerato i suoi incarichi. Anche se, a quanto pare, quegli incarichi non erano poi così fondamentali. Apt, infatti, dopo la partenza di Babbi per Roma, non ha più ritenuto necessario il ruolo dell’ad e l’Azienda di promozione turistica emiliano-romagnola ha scoperto di poterne fare a meno. Pietro Fantini (anche lui uomo Confcommercio), ha infatti rimpiazzato Babbi ma nel semplice ruolo di consigliere, una sorta di coordinatore e non di amministratore delegato. Bisogna risparmiare, è stata la motivazione. Che vale solo quando non occorre più trovare una poltrona per Andrea Babbi.

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