La lettera: “All’incontro sul centro storico il monologo di un sindaco che non sa ascoltare”

La lettera: “All’incontro sul centro storico il monologo di un sindaco che non sa ascoltare”

Tanta gente ha partecipato all'iniziativa promossa da Confcommercio. Perché i problemi da risolvere nel centro storico sono tanti. Ma invece di dare risposte e lasciare esprimere commercianti e residenti, Andrea Gnassi si è autoincensato facendo il solito elenco dei progetti realizzati.

Ho voluto presenziare all’incontro promosso da Confcommercio Rimini sul tema “Lo sviluppo del cuore della città tra cambiamento, criticità e prospettive”, con l’auspicio che ne scaturisse un normale dibattito che potesse in qualche modo dare risposte alle domande dei cittadini.
La sala era piena e, assieme ai tanti commercianti, vi erano pure i residenti che, in certi casi, condividono le stesse problematiche del Centro.
Lo svolgimento di massima dell’evento lo si potrà leggere sulle cronache locali, ma quel che mi preme sottolineare sono alcuni aspetti che hanno lasciato delusi tanti presenti che in varie fasi, come me del resto, ad un certo punto hanno abbandonato la sala precocemente prima della conclusione.

Dopo l’introduzione di rito del presidente di quell’associazione, è seguito un pacato intervento dell’assessore Jamil Sadegholvaad che ha cercato di spiegare quale sia la complessità della gestione di quell’area, divisa tra esigenze dei commercianti, peraltro di varia natura, e dei residenti, che a volte non coincidono tra loro. A ciò ne è conseguito un tentativo di domanda di un residente, subito stoppato motivando il fatto che l’evento vedeva la priorità dei commercianti, ed al resto ci si sarebbe arrivati in seguito.

Poi a fronte dei vari tentativi di domande, è partito il lungo acceso monologo del sindaco, oltre mezz’ora, in cui c’era dentro di tutto: dal Psbo premiato dall’Onu, il Trc, il Galli, il Fulgor, la lotta al “mattone”, il lungomare, Forbes, e tutto il solito corollario di magnificenze da riversare in queste occasioni. Infine la chicca del Museo Fellini, del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea e della futura Piazza delle Meraviglie. Il tutto con una previsione di 200.000 visitatori annui. Questo il progetto generale che dovrebbe rilanciare la Città ed in particolare il Centro. Oltre all’ormai esausto “cavallo di battaglia” della pedonalizzazione del Ponte di Tiberio promessa da oltre sei anni. Più che altro è parso uno spottone autocelebrativo per dimostrare quanto è bravo chi governa la città, e quanto si è fortunati a far parte di questa, perché in tanti traggono esempio da noi. Ma intanto non si è parlato delle criticità che esistono attualmente.

Ripartiti i tentativi di dialogo che sono stati ulteriormente stoppati anche in maniera “decisa”, nonostante la disapprovazione di buona parte della platea, tant’è che un commerciante ha lasciato la sala in segno di disapprovazione, è attaccato un altro discorso sindacale; al che, come tanti altri avevano fatto in precedenza, ho abbandonato la sala. Non vi era modo di ribattere alcunché.

Tralasciando altri coloriti siparietti, è parso chiaro che non solo i residenti non avessero in quella sede alcun diritto di ascolto, ma che non vi fosse neppure la possibilità per tutti quanti di partecipare ad un dialogo, perché ogni tentativo di interloquire con argomenti non in linea con quelli “istituzionali”, venivano accolti come attacchi e non come un momento di confronto.
Così importanti temi come il degrado e la sicurezza, ed altri contingenti, non sono stati neppure sfiorati. Ci si potrà consolare comunque con la speranza, visto che la rinascita del Fulgor e del Galli non hanno inciso – come invece avevano voluto farci credere – in alcun modo, ora attendiamo le ultime mirabilia a venire di cui poi si dovranno valutare i reali risultati. È da questo sogno che la città dovrebbe rivivere con il conseguente adeguamento di tutti, commercianti e residenti.
Intanto ci resta solo ciò che c’è, che invece è realtà, e una lezione: evitiamo di partecipare ad eventi del genere, perché qui a Rimini non servono a nulla ed è quindi solo tempo perso.

Salvatore De Vita

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