La lettera: hanno cambiato i connotati a Sigismondo

La lettera: hanno cambiato i connotati a Sigismondo

Dopo avergli incendiato il Castello (e fra un po' sarà anche sfrattato per far posto a Fellini), ora lo ritraggono con un naso che somiglia più a quello del Duca di Urbino che al suo. E lo asfaltano pure.

Si è molto parlato e scritto dell’anniversario della nascita di Sigismondo Malatesta, e della sua mesta celebrazione, ma non di un particolare tipico di quel contesto. Il pedone, anche se distratto da altre cose, non può non avere notato in alcuni punti dei marciapiedi cittadini, peraltro spesso assai sconnessi, un’immagine stampigliata a terra. Sebbene abbia il naso come quello delle immagini che ritraggono Federico da Montefeltro, è proprio lui, Sigismondo Malatesta, a cui neppure il naso è stato correttamente riportato. Volendone poi sapere di più viene indicato un utile richiamo al sito del Comune di Rimini, in cui si potrà leggere il programma delle celebrazioni di questo evento che, tra siparietti e amenità varie, prevede gli immancabili fuochi d’artificio, elemento essenziale del rigido cerimoniale di qualsiasi “sagra della saraghina” rivierasca che si rispetti. Assurdo pensare a mostre riguardanti il personaggio, il suo periodo e i geni dell’arte e della cultura che ruotarono attorno a Sigismondo ed alla Rimini di quel periodo; o ad eventi che rievocavano quei tempi, come si fece per alcuni anni passati per ricordare il matrimonio tra Roberto Malatesta ed Elisabetta da Montefeltro. Ma si sa, sono tempi di ristrettezze economiche e i pochi denari che ci sono, meglio spenderli in cose più importanti come eventi chiassosi ed inutili, di cui poi si strombazzano cifre mirabolanti ed incontrollabili circa i partecipanti.
E così il povero Sigismondo vituperato in vita da papa Pio II, ora oltreché malamente ricordato e considerato, giace addirittura spiaccicato sul marciapiede facilmente calpestabile. Un appello però a chi lo apprezza veramente: eviti di farlo. Risparmiamogli anche quest’ulteriore affronto.

Salvatore De Vita

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