La lettera: l’indifferenza che legittima i pessimi progetti sul patrimonio monumentale

La lettera: l’indifferenza che legittima i pessimi progetti sul patrimonio monumentale

Si intensificano più che mai in questi giorni le prese di posizione sui, ad essere benevoli, discutibili interventi sul patrimonio monumentale cittadino e sui siti di pregio. Troppo tardi però...

Si intensificano più che mai in questi giorni le prese di posizione sui, ad essere benevoli, discutibili interventi sul patrimonio monumentale cittadino e sui siti di pregio. Troppo tardi però, e come dire “che si chiude la stalla quando ormai i buoi sono scappati”. Neppure col senno del poi sono in grado di poter dire cosa si sarebbe potuto fare prima, ma è vero che questi scellerati progetti erano in qualche modo noti anche se concepiti in gran segreto e con la solita tecnica reclamistica di un qualsiasi ordinario parco dei divertimenti.
Molti immobili architettonici furono distrutti dalla seconda guerra mondiale; poi a completare l’opera furono le varie Amministrazioni che si succedettero. Il tutto nel silenzio della stragrande maggioranza dei cittadini ai quali questo tema non interessava affatto. E anche oggi di fronte a ciò che sta succedendo, assistiamo al ripetersi di questa apatia tanto da considerarsi ormai una peculiarità – al negativo – tipicamente locale. Lo sanno anche le opposizioni che, a parte qualche intervento dovuto di taluno singolo politico, non affrontano questo problema al pari di quelli che attengono alla sicurezza pubblica e al superamento del campo nomadi di Via Islanda; non interessa, non porta voti.
Non ci si pone neppure il problema di quanto si stia spendendo, e cosa ciò comporterà in termini di debito pubblico locale né se la spesa varrà poi il risultato; tutto nella consuetudine. E’ in questa normalità che l’Amministrazione si muove liberamente, e il CEIS continua ad occupare l’Anfiteatro e via dicendo. Non si gridi quindi solo ed esclusivamente ai pessimi progetti, cosa vera, ma aggiungiamoci anche l’indifferenza quasi generale che con complicità li legittima.
E cosa ci si può aspettare quindi da una città che fa del suo massimo evento la notte rosa?

Salvatore De Vita

COMMENTI

DISQUS: 0