La lettera: “Nella disfatta del Pd a Rimini pesano anche cause locali”

La lettera: “Nella disfatta del Pd a Rimini pesano anche cause locali”

Questa volta non si può disgiungere il risultato elettorale locale da quello nazionale, anche se solitamente capita. E’ stato un segnale chiaro, forte e preciso che solo chi non è uso al dialogo può non comprendere.

Si è molto parlato e scritto delle ragioni della disastrosa disfatta del PD sia a livello nazionale che locale. E in questo caso vera è l’equazione che se Renzi ha affossato il PD nazionale, Gnassi ha fatto altrettanto qui in provincia. Qualora non fosse stato ancora chiaro da subito, è bastato leggere l’analisi sindacale del voto per capirlo: un’analisi da bar, piuttosto che da amministratore pubblico, in cui invece di trarre somme e debite considerazioni ci si rivolgeva piccatamente contro le – locali – opposizioni, sminuendone il successo.

E così si è dimostrato che fino a che si riesce ad incantare la popolazione con gli effetti speciali, con l’ordinario spacciato per uno straordinario rinascimento cittadino, magari appropriandosi di progetti varati dai predecessori, tutto bene. Diverso invece è quando si deve entrare nel concreto dei veri problemi da affrontare. Non ha giovato l’avere sottovalutato il problema del degrado e dell’insicurezza che regnano a Rimini: è un aspetto complicato da risolvere e ci vogliono capacità, impegno e determinazione. E’ molto più facile dedicarsi a cose più effimere, distrarre, facendo finta che ciò sia solo un cruccio di coloro che agiscono sempre e comunque contro il manovratore.

Ma non è neppure stato proficuo evitare il dialogo con la città, l’assumere decisioni importanti in modo unilaterale sui grandi argomenti culturali, fino quasi a schernire coloro che vi si opponevano giustamente senza possibilità di replica. Ma anche, fatto grave, il non avere palesato nella precedente campagna elettorale per l’elezione del Sindaco, specie ai diretti interessati, la volontà di procedere con l’individuazione delle aree per la collocazione delle famiglie nomadi ora di stanza nel campo di Via Islanda.

Queste in sintesi le cause, oltre alle quali si può tranquillamente aggiungere il voto contrario di coloro che sono stufi di manifestazioni chiassose e prive di utilità, altrimenti note come “eventi”, che paralizzano intere aree stradali ed ora anche della spiaggia libera.
Frutto di un atteggiamento che ha diviso e non unito la città, che non ha dato spazio a preziosi contributi che sarebbero discesi da un normale dialogo; e in questo ne è pure responsabile il partito di provenienza, che ha di fatto sempre approvato questa linea.

Questa volta non si può disgiungere il risultato elettorale locale da quello nazionale, anche se solitamente capita. E’ stato un segnale chiaro, forte e preciso che solo chi non è uso al dialogo può non comprendere. Diversamente avremmo assistito ad un consolidamento del PD, e dei suoi designati per Camera e Senato. E’ stata invece la bocciatura senza appello del massimo esponente locale di quel partito, oltreché dei candidati che aveva sponsorizzato spendendo la propria immagine senza riserve. Dopo quasi sette anni della stessa amministrazione, ora appare evidente che i cittadini cominciano a valutarne l’operato con l’occhio critico di coloro che assistono al cambiamento cittadino, e che lo valutano in maniera diversa rispetto a come viene loro raccontato.

Salvatore De Vita

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