La politica alle prese con l’effetto Nimby

La politica alle prese con l’effetto Nimby

di Mario Ferri L’effetto Nimby, che letteralmente significa “not in my back yard” (no nel mio giardino), incide sulla politica nazionale e locale. Il

di Mario Ferri

L’effetto Nimby, che letteralmente significa “not in my back yard” (no nel mio giardino), incide sulla politica nazionale e locale. Il fenomeno è particolarmente diffuso in campo economico al punto che egoismi individuali e collettivi impediscono iniziative idonee per aumentare la  produttività e ridurre la spesa pubblica.
La difesa esasperata dei corporativismi e delle rendite monopoliste è spesso sostenuta da singoli esponenti politici o da interi schieramenti che intendono proteggere l’orticello di competenza o l’elettorato di riferimento.
Tanti dichiarati riformisti propongono riforme strutturali, ma per altri  esistono motivazioni  per chiedere i sacrifici e le riduzioni di rendita altrove, in ogni caso non nel proprio giardino.
Infatti, se schieramenti politici propongono norme per stimolare il mercato e la concorrenza, all’atto pratico, qualche autorevole personaggio invoca altre forme di liberalizzazione in modo da indirizzare prioritariamente le riforme in altri campi.
Eppure, la crisi attuale è strutturale e da questa non si esce se non si adottano riforme strutturali. La fotografia della situazione è generalmente accettata, ma, appena è proposta una riforma, emergono forti resistenze. I decisori hanno difficoltà a mantenere il dibattito in termini di confronto oggettivo, soprattutto allorché emergono tensioni emotive non controllabili; si aggiunge che ogni riforma comporta un sacrificio iniziale seppure limitato, mentre i benefici sono conseguibili nel medio periodo.
E’ illuminante il dibattito sull’attuazione di quanto prospettato dal Commissario Cottarelli in tema di spending review. Le manovre prospettate sono poste in discussione anche dagli stessi governanti che, per le titubanze interne, si affidano alla tecnica del rinvio delle decisioni.
Altre difficoltà sono rappresentate dagli interventi per ridurre i benefici che la casta politica si è aggiudicata non solo a livello nazionale, ma anche regionale, nel silenzio dei partiti che hanno  dispensato generosi e costosi privilegi agli alti burocrati nazionali e locali.
L’alternativa per uscire dalla crisi è rappresentata dalla riduzione della spesa pubblica per  liberare risorse per gli investimenti. Non vi è altra strada!
Intendo proseguire il discorso affrontando argomenti interessanti la politica locale, a partire dal sistema delle società pubbliche locali e da altri argomenti di attualità.

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Mario Ferri è dottore commercialista. A Rimini ha svolto incarichi amministrativi (è stato assessore al Bilancio, partecipazioni e tributi) dal 1990 al 1999. Autore di pubblicazioni in tema di enti pubblici locali, liberalizzazioni, privatizzazioni e regolazione, è stato relatore in numerosi seminari e convegni in varie città italiane in materia di tributi locali e aziende municipalizzate. Di recente ha redatto (insieme ad Andrea Bellucci) il libro bianco dal titolo “Società partecipate, debito pubblico, rischio default: il caso della Fiera di Rimini”

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