La scossa dei Grilli parlanti

Parla Luigi Camporesi, presidente del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle.

Consociativismo, sprecopoli, Gnassi, Trc, aeroporto. Ecco la vision pentastellata.

Andrea Gnassi? Predestinato a diventare sindaco, ma senza le qualità necessarie per guidare oggi una città come la nostra. L’amministrazione comunale? Opaca. I consiglieri comunali di maggioranza? Alzano la mano a comando. Il consociativismo che regna a Rimini? Ha fatto morire la competizione e ha spento la crescita. Se fossi sindaco? Direi fine alla sprecopoli di tanti progetti inutili e comincerei dall’ascolto delle idee dei privati, sono loro che hanno fatto grande Rimini. Il piano strategico? Un’opera di distrazione di massa”.
Luigi Camporesi è presidente del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle. Alle passate elezioni amministrative è stato candidato sindaco (a quel periodo si riferisce la fotografia – di Marco Torri – insieme a Beppe Grillo) del M5S e ha ottenuto quasi il 12 per cento dei consenti. E al redde rationem della giunta Gnassi, dice oggi a Rimini 2.0, potremo ottenere un risultato superiore a quello del 2011.

Cominciamo da Gnassi, allora.
Il classico politico predestinato a diventare sindaco. Ma con le sue qualità probabilmente avrebbe potuto guidare la città in altri tempi, quando il “cash” abbondava e non c’erano difficoltà economiche, gli sprechi si nascondevano meglio. Ma in una fase recessiva, quando occorre tagliare il superfluo, essere efficienti, in una parola amministrare bene, Gnassi è un sindaco fuori posto.

Gli sprechi dove li vede?
Il Trc, che non serve a nulla, 18 milioni di euro per il Seminario, e io mi chiedo: quante scuole si sarebbero potute costruire con quei soldi? Il Teatro Galli, oltre 30 milioni di euro. La crisi è iniziata nel 2008 ma in Comune non sembra se ne siano ancora accorti. Siccome la ripresa economica non si sa come e quando arriverà, una amministrazione comunale dotata di un minimo di rapporto con la realtà, dovrebbe cominciare a fare i conti con questo, risanando se stessa, anzitutto. Mentre cammina coi paraocchi.

E che idea si è fatto dell’amministrazione comunale dopo averne visto il funzionamento dall’interno?
Molto mi è ancora sconosciuto. La mia interfaccia principale è la struttura di supporto al consiglio comunale, che è fatta di 5 dipendenti, la presidente e poi gli altri consiglieri, però manca quasi completamente la visuale interna sull’amministrazione. Su oltre mille dipendenti ne conosciamo pochissimi. E da quanto vedo, non penso che la conoscano tanto bene nemmeno coloro che amministrano la città.

In che senso?
Mi piacerebbe sapere se hanno un organigramma corredato di fotografie, qualifiche, mansionario, come avviene in qualunque azienda di un certo livello. Oggi in consiglio comunale si parlerà anche della riscossione della Tares, che verrà affidata ad Hera, e io porrò questa domanda: siccome ci si dice che l’affidamento è conveniente dal punto di vista economico, vorrei sapere quali numeri hanno in mano e se sanno cosa facciano gli oltre 1000 dipendenti del Comune di Rimini.

L’aspetto che l’ha colpita di più vedendo il funzionamento della pubblica amministrazione?
La mancanza assoluta di consapevolezza. Ho l’impressione che non abbiano idea di quello che stanno facendo. Prima di tutto i consiglieri: una buona parte quando votano non sanno che cosa stanno votando e quali sono le conseguenze degli atti deliberativi che vanno ad assumere.

Consiglieri di maggioranza o anche di minoranza?
Soprattutto di maggioranza, anche perché sono di più e molti di loro sono degli “alzamano” a comando. Lo capisco dal fatto che quando faccio qualche domanda specifica nessuno sa dare risposte. Il caso eclatante è stato quello della variante al Piano regolatore approvata ad aprile, noi siamo usciti dall’aula al momento del voto.

Perché questa scelta?
Proprio perché non è stato possibile avere le informazioni che chiedevamo. Bisognerà pur sapere quali saranno gli effetti pratici delle restrizioni introdotte? Ci è stato risposto che non lo sa nessuno. Se chi di dovere non scrive correttamente il manuale di uso e manutenzione di una moto e un meccanico sbaglia a mettere un fermo o avvitare un bullone, e qualcuno muore o rimane sulla sedie a rotelle, di certo chi ha sbagliato passa dei guai. L’amministrazione comunale non ragiona così: a mio parere per inconsapevolezza, superficialità e non so che altro. E poi noto che l’amministrazione comunale fa di tutto per tenere nascoste le informazioni. Quando ho chiesto il dettaglio progettuale del piano di salvaguardia della balneazione, mi è stato risposto che mi devo fidare. Hera è una società quotata in borsa e a me hanno insegnato che una società quotata deve produrre profitti… Ma non è detto che gli interessi di Hera coincidano con quelli dell’amministrazione, invece spesso non si capisce la differenza fra Hera e Comune.

Quando ha deciso di impegnarsi col M5S immaginava che si sarebbe imbattuto in questa realtà politico-amministrativa?
Prima non seguivo la politica riminese ma solo certi temi nazionali. Anche se a Rimini sono nato e ho sempre vissuto, negli ultimi anni il mio interesse è stato dedicato alle moto, sia perché il settore motociclistico è stato il mio ambito lavorativo dal 1987 al 2000 e sia perché ho corso in moto dal 1982 al 1992. Però non mi sono sorpreso più di tanto nello scoprire certe cose: la mia è sempre stata una famiglia di sinistra e mio padre, comunista convinto, mi raccontava la piega che aveva preso il partito e l’amministrazione.

Cosa pensa della politica degli eventi, che sembra la bussola principale del sindaco Gnassi?
Non la contesto, nel senso che gli eventi sono importanti per una città come Rimini. Ma contesto il modo di farli. In questa città se gli eventi non nascono dal sindaco o dal suo entourage non si fanno, oppure muoiono subito. Anche l’apparato amministrativo mi pare ragioni allo stesso modo, cioè tutto quello che non è cosa loro dà fastidio. Quindi piuttosto che facilitare i privati, tendono a disincentivarli. Due esempi: le Frecce tricolori hanno avuto un grande successo ma siccome non ci si poteva mettere il cappello sopra… Chi ha organizzato il grande concerto di Ennio Morricone la scorsa estate, quest’anno si è spostato a Santarcangelo…La Notte Rosa non è stata ancora “delegata” ai privati. E ci sarebbero tanti altri esempi. E’ proprio sbagliato l’approccio: l’amministrazione comunale non deve gestire ma mettere i privati nelle condizioni di fare, in Comune invece si ragiona al contrario.

Se lei fosse sindaco cosa farebbe?
Partirei dall’ascolto delle idee dei privati. Piaccia o meno, il modello riminese è stato fatto dai privati, sono loro che hanno creato il vantaggio competitivo del sistema riminese ed è da li che bisogna ricominciare. Poi è chiaro che l’amministrazione deve avere un ruolo, ma di facilitatore dell’iniziativa privata. Non è detto che il sistema turistico riminese abbia un futuro, ma se ce l’avrà non sarà facile da trovare e dovranno essere anzitutto gli imprenditori a farlo.

Nell’immobilismo attuale che caratterizza Rimini, a suo parere gioca un ruolo il consociativismo che si è creato?
Certamente si. Il consociativismo ha provocato la morte della competizione, è uno dei mali principali di Rimini. Se ciascuno non sta al proprio posto, se si mischiano i ruoli di chi gioca e chi fa da arbitro, il mercato fallisce. Non a caso oggi il privato che lavora a Rimini è “assorbito” da logiche consociative. In questa città solo chi trova un amico in Comune trova un tesoro. Non ha importanza che l’idea sia buona o no, ma che sia strumentale al mantenimento dello status quo e questo determina la morte della competizione e l’affossamento del vantaggio competitivo. Nel settore del turismo piuttosto che dello spettacolo, sono tante le persone che si sono scontrate con queste situazioni e molte sono poi venute nel M5S.

Consociativismo anche nella politica?
Assolutamente si, non si spiega la situazione attuale di Rimini senza il consociativismo che coinvolge Pd e Pdl.

Se lei fosse sindaco, quali priorità progettuali individuerebbe per Rimini?
Primo, bloccare tutta la “sprecopoli” che è venuta avanti legata a certi progetti inutili e costosissimi. Secondo, decidere davvero insieme ai cittadini quali siano le infrastrutture non solo utili ma anche realizzabili con le limitate risorse esistenti. Terzo, cercare finanziamenti laddove ci sono, cioè in Europa, invece si perdono miliardi perché non c’è questa capacità.

Nella sprecopoli c’è anche l’aeroporto Fellini?
Non sono esperto di aeroporti, ma mi sono un po’ documentato ed ho parlato con chi se ne occupa professionalmente: era evidente che un aeroporto come quello che abbiamo avuto e che oggi è appeso alle decisioni della Procura della Repubblica e dei creditori, non avrebbe avuto futuro. O si riesce a gestirlo garantendo almeno il pareggio di bilancio, oppure è meglio chiuderlo. Non c’è che da prendere esempio da realtà efficienti, e ne esistono in Italia e all’estero. Occorre poi un bacino d’utenza molto più ampio di quello di Rimini e quindi bisognerebbe puntare su di un aeroporto a servizio di più province.

Privatizzazione o gestione pubblica?
Il pubblico ha dimostrato la totale inadeguatezza gestionale. Non si affida una trasformazione molto impegnativa, come il passaggio – di fatto – da aeroporto militare a civile, gestendo un investimento da 80-90 milioni di euro, ad un ex sindaco. Quantomeno si chiama un manager che ha avuto esperienza nel settore, poi magari sbaglia anche lui, ma è il minimo sindacale.
Se c’è una certezza è quella che l’aeroporto va tolto dalle mani della Provincia e del Comune di Rimini perché hanno dimostrato di non essere assolutamente all’altezza della gestione.

Ha preso conoscenza del piano strategico che ha tanto impegnato società civile e amministratori pubblici?
Ho iniziato a leggere la prima parte del documento finale e non sono riuscito a terminarlo: lo trovo molto fumoso, sembra scritto con l’intento di non far capire nulla alla gente. Nel merito non posso esprimere dunque un giudizio, ma ho il sentore che sia stata un’opera di distrazione di massa mentre qualcuno lavorava a piani più concreti. Non nego che ci possa essere anche qualcosa di buono, ma l’ho percepito pieno di suggestioni e con pochi progetti realizzabili.

Che aspettative ha il M5S a Rimini per le prossime elezioni amministrative?
E’ ancora presto per dirlo, le variabili sono molte, sia a livello locale che nazionale. Dipenderà da come andrà l’economia, da come si muoveranno le parti politiche, da come Grillo e Casaleggio gestiranno il Movimento. Come ha detto Grillo, sono stati fatti anche errori, l’importante è che adesso ci sia la consapevolezza.

Il principale di questi errori?
Grillo fa un lavoro eccezionale richiamando le folle in piazza e spiegando alcuni concetti fondamentali, Casaleggio fa anche lui un lavoro eccezionale nelle strategie di rete, ma poi ci sono state una parte di competenze mancanti, e quelle bisogna affidarle.

Quali?
Ad esempio si poteva fare molto meglio nella selezione dei candidati. Oppure, adesso hanno cominciato ad andare in televisione persone nuove e capaci, che però c’erano anche prima. Comunque sono convinto che molto del risultato delle prossime elezioni amministrative dipenderà da noi, da come lavoreremo, da come faremo conoscere le nostre proposte per la città di Rimini.

Comunque potrete superare il 12%?
Nel 2011 il M5S di Rimini ha avuto il risultato migliore come capoluogo di provincia a livello nazionale. Alle ultime politiche abbiamo ottenuto il migliore risultato in Emilia Romagna. Alle prossime amministrative il nostro risultato potrebbe collocarsi da qualche parte tra il 12 e il 30 per cento.

Vi si critica per essere solo contro. Su cosa state lavorando a Rimini rispetto a temi concreti e di interesse generale?
Domani, nella sede della Provincia in via Dario Campana, presentiamo le nostre soluzioni immediatamente applicabili per il lavoro e la rigenerazione del territorio. Una proposta di delibera, che approderà anche in consiglio comunale, che vuole andare incontro alle esigenze del settore edile, da tempo completamente bloccato. Chiederemo interventi amministrativi per favorire il restauro, il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio, introducendo anche criteri che permettano la suddivisione dei grandi appartamenti del centro storico in unità più piccole, cosa prevista nel Psc ma di fatto non si è mosso nulla. Ma di proposte concrete ne abbiamo presentate tante in consiglio comunale: Trc, Ztl, parcheggi. Il problema è che ce le hanno bocciate tutte.

Con Grillo avete un rapporto diretto o bisogna fare anticamera?
Direttissimo. Gli mandi un sms e lui ti chiama nel giro di qualche minuto.

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