La sfida del gender: padre Carbone a Rimini il 24 novembre

La sfida del gender: padre Carbone a Rimini il 24 novembre

Un tema caldo e ampiamente dibattuto anche in occasione del recente Sinodo sulla famiglia, sbarca a Rimini: il 24 novembre (ore 21.15) nella sala dell

Un tema caldo e ampiamente dibattuto anche in occasione del recente Sinodo sulla famiglia, sbarca a Rimini: il 24 novembre (ore 21.15) nella sala della parrocchia S. Giuseppe al Porto, in via Gulli, arriva padre Giorgio Maria Carbone. Tema: “La sfida del gender. Visione dell’uomo ed educazione”.
A promuovere l’incontro è la Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II per il magistero sociale della chiesa, con un’ampia adesione di varie altre realtà riminesi: Identità Europea, Iniziative culturali, il Centro di aiuto alla vita, il Comitato Libertà di educazione e il movimento per la vita “Alberto Marvelli”.
Domenicano del Convento Patriarcale di Bologna, 46 anni, padre Carbone è un giurista, teologo ed esperto in bioetica, professore di Bioetica, antropologia teologica e teologia morale presso la Facoltà di Teologia di Bologna. E’ anche direttore editoriale delle Edizioni Studio Domenicano (dove ha pubblicato “Le bugie del gender”, che tanto ha fatto discutere, pur senza essere stato presentato, all’ultimo Meeting) collabora con diverse istituzioni e riviste scientifiche, ha al suo attivo oltre 50 pubblicazioni specialistiche, scrive per quotidiani e mensili nazionali.
I promotori dell’incontro pubblico citano una fonte autorevole e molto attuale per introdurre il tema, ovvero i due punti relativi al gender che si trovano nella Relatio Finalis della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi conclusosi a Roma il 25 ottobre scorso: “Una sfida culturale odierna di grande rilievo emerge da quell’ideologia del “gender” che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo”. I padri sinodali hanno ribadito che “non solo l’uomo preso a sé è immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l’uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio” e “senza l’arricchimento reciproco in questa relazione – nel pensiero e nell’azione, negli affetti e nel lavoro, anche nella fede – i due non possono nemmeno capire fino in fondo che cosa significa essere uomo e donna”. Per concludere che “la cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo” e, citando le parole di papa Francesco in una udienza generale, “la rimozione della differenza è il problema, non la soluzione”.
A partire dalla ideologia gender, che “svuota la base antropologica della famiglia” mettendo a rischio la stessa convivenza umana, si arriva all’impatto che questa visione ha nella vita quotidiana e nella prassi educativa (“fino ai tentativi di inquinamento dei saperi nelle scuole”). Ma, spiegano i promotori dell’iniziativa, l’obiettivo dell’incontro con padre Carbone è quello di “affermare un positivo, ovvero la bontà della creazione e della legge naturale, più che ad individuare un nemico”.

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