La strage dei negozi: ne chiudono 40 all’anno

La strage dei negozi: ne chiudono 40 all’anno

Rassegna dai quotidiani oggi in edicola

Il commercio al dettaglio more: sono venuti meno quasi 300 negozi negli ultimi 7 anni. Se si allarga la visuale alle partite Iva di qualsiasi tipologia, il numero sale a 1544. Bomba carta contro centro di accoglienza profughi di Spadarolo. Massaggi osè alle clienti: finisce nel mirino delle Iene. Un pentagramma all’esterno del Galli: panchine usate come note dell’Aroldo. Lo chef fra i ghiacci dell’Antartide: «Li prendo tutti per la gola».

Commercio: bollettino di guerra. “Le attività che svolgevano ‘commercio al dettaglio’ in provincia nel 2011 erano 5.422; a fine marzo 2018 ridotte a 5.143: ne sono scomparse ben 279 in poco più di sette anni. Ovvero, una quarantina l’anno: tante, troppe per un piccola provincia come la nostra. Federmoda-Confcommercio parla di «continui necrologi di negozi». «Si sta verificando una lenta e inesorabile, per non dire spietata, desertificazione dei centri storici, dei borghi e dei quartieri da parte di piccole attività produttive quali i negozi di vicinato e artigianali», attacca Giammaria Zanzini, responsabile provinciale e vicepresidente regionale di Ferdermoda-Confcommercio”. Se si allarga la visuale ai negozi in genere, “quindi partite iva di qualsiasi tipologia”, il numero sale a 1544. “Per gli esercenti – prosegue Zanzini – le criticità sono le stesse da diversi anni: affitti elevati, svendite incessanti, temporary store e outlet che minano la leale concorrenza, tasse vessatorie, sempre meno parcheggi nei centri storici. Il futuro delle città, aggiunge Zanzini, «non può prescindere dalla vitalità del commercio. Il rischio di desertificazione commerciale dei centri storici è un fenomeno che riduce la qualità della vita dei residenti e l’appeal turistico di ogni contesto urbano” (Carlino Rimini).

“Bomba carta contro centro di accoglienza profughi” (Corriere di Rimini). “Tanta paura ma nessun ferito. Due sere prima un altro “attentato” con molotov inesplose che fa ipotizzare un gesto intimidatorio”.
«I ragazzi sono spaventati, ma noi andiamo avanti Non riusciranno a intimidirci» (Carlino Rimini). “I giovani profughi ospitati nell’ex scuola di Spadarolo adesso hanno paura. Dopo gli attentati avvenuti contro la struttura, l’ultimo la notte di Halloween, non è facile per loro. E un po’ di paura ce l’hanno (com’è comprensibile) anche gli operatori e i custodi del centro di accoglienza, gestito dalla cooperativa riminese Centofiori. «Ma noi – assicura Cristian Tamagnini, il presidente dalla cooperativa – andiamo avanti con il servizio di accoglienza. Non ci faremo intimorire da questi deprecabili episodi, di qualunque matrice essi siano». (…) Un anno e mezzo fa, l’11 febbraio 2017, ignoti avevano lanciato bottiglie di vetro, frutta e rifiuti contro le finestre dell’edificio. Poi, qualche giorno fa, un altro grave episodio: il lancio di alcune bottiglie incendiarie, ancora contro l’ingresso della struttura. «Anche in quell’occasione abbiamo chiamato le forze dell’ordine», dice Tamagnini. Si arriva così a mercoledì notte, con l’episodio più grave: il lancio di una bomba carta. E stavolta l’ordigno è esploso, nel cuore della notte”.

Massaggi osè alle clienti. Finisce nel mirino delle Iene (Carlino Rimini). “Da sei giorni la sua vita è sprofondata all’inferno. «Non dormo da allora e chi ci riesce», confessa, da quando la trasmissione «Le Iene» di Italia uno hanno mandato in onda un servizio con lui, Claudio Rossi, 58 anni, operatore shiatsu di Gabicce, ma che collabora con associazioni a San Marino e Rimini, come protagonista negativo. (…) Con le lacrime agli occhi racconta: «Quando vedo il servizio, rimango pietrificato, hanno preso brandelli di filmato e cuciti insieme. Io ne esco distrutto. Appena finisce il programma, inizio a ricevere minacce di morte di ogni tipo. Insulti a me e alla mia famiglia. Nessuno però ha detto in tv che una delle signore che mi ha accusato di violenza sessuale è già stata archiviata dal gup a Pesaro. Io adesso mi ritrovo senza più lavoro, segnato a dito, abbandonato da tutti gli amici tranne uno. Non vivo neanche più a casa mia perché temo che qualcuno possa venire lì a fare del male a me ed alla mia famiglia. Mi hanno dipinto come un mostro, ma io non ho mai molestato nessuna donna. La mia vita è rovinata».

Un pentagramma all’esterno del Galli. Panchine usate come note dell’Aroldo (Corriere di Rimini). “Un pentagramma “disegnato” nell’area del Galli occupata un tempo dalle auto. Panchine e addobbi floreali utilizzati come note in modo da riprodurre visivamente l’overture dell’Aroldo, l’opera di Giuseppe Verdi che ha inaugurato il Teatro nel 1857. A seguito della chiusura del cantiere del Galli e della rimozione delle palizzate, in occasione dell’apertura del 28 ottobre, l’ufficio tecnico del Comune ha attivato una fase di progettazione rivolta alla riqualificazione temporanea di piazza Malatesta. Tutto ciò in attesa del progetto definitivo con cui si valorizzerà l’intera area nell’ambito del più ampio progetto Museo Fellini, rendendola pedonale e fruibile, favorendo le connessioni ciclo-pedonali tra Castel Sismondo, Cinema Fulgor e centro storico e arricchendola con installazioni scenografiche e artistiche”.

Lo chef fra i ghiacci dell’Antartide: «Li prendo tutti per la gola» (Corriere di Rimini). “Piadina e tortellini tra i ghiacci dell’Antartide. Ecco riassunta in poche parole la missione affidata allo chef riminese Francesco Lubelli. Sarà infatti proprio il cuoco 51enne di origini sarde, ma da anni residente a San Giuliano, a prendersi cura durante i mesi dell’estate antartica del nutrimento dei 13 partecipanti alla spedizione scientifica presso la base italo francese Concordia, situata a 3.400 metri di altezza e a 1.200 chilometri dalla costa antartica sul mare di Ross. L’avventura di Francesco inizia oggi, e fino alla fine di febbraio sarà impegnato a preparare colazioni, pranzi e cene per i membri della spedizione promossa da Pnra, Programma nazionale di ricerche in Antartide, insieme ai due enti attuatori: il Cnr, che ha curato il coordinamento scientifico, ed Enea, l’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente, che si è invece occupato della pianificazione e dell’organizzazione logistica”.

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