L’antico codice di Basinio da Parma in mostra alla Gambalunga: la rabbia e l’orgoglio

L’antico codice di Basinio da Parma in mostra alla Gambalunga: la rabbia e l’orgoglio

Da venerdì si potrà ammirare all'interno della mostra allestita nelle sale antiche della Biblioteca di Rimini, l'opera splendida nata alla corte di Sigismondo. Si tratta dell'Astronomicon, che banca Carim ha lasciato nelle mani (non si sa ancora se regalandolo oppure no) di Crédit Agricole. Si è arrivati alla decisione dei vertici del gruppo italo-francese di depositarlo nella Gambalunga grazie alla nostra inchiesta e all'interessamento al caso del notaio Pelliccioni.

La notizia positiva è che l’Astronomicon di Basinio da Parma è approdato nella Gambalunga e sarà esposto nella mostra “Per documento e meraviglia. Una storia lunga 400 anni” che si inaugura fra due giorni, venerdì, nelle sale antiche della Biblioteca e alla Galleria dell’immagine. Per la prima volta visibile al grande pubblico insieme ad altri codici e libri antichi. La notizia negativa è che nella sciagurata fine di banca Carim anche questo prezioso manoscritto è finito nelle mani di Crédit Agricole Cariparma. Visto che a quanto pare ha realizzato un affare acquisendo lo storico istituto di credito riminese, che si sia presa anche l’opera portata a Rimini grazie alla visione e ai denari di Carim e Fondazione Cassa di Risparmio, fa un po’ arrabbiare.
E che l’affare l’abbia effettivamente fatto, lo attestano i bilanci del gruppo. Quello del 2018 permette di leggere in successione i dati economici 2016, 2017 e 2018, con questi rispettivi risultati netti: 208.124.000, 690.240.000 e 273.898.000. Cosa ha fatto impennare la plusvalenza nel 2017? L’operazione di acquisizione avvenuta in data 21 dicembre 2017, e proseguita nel 2018 con la fusione per incorporazione delle “banche Fellini” (Cassa di Risparmio di Cesena S.p.A., Cassa di Risparmio di Rimini S.p.A. e Cassa di Risparmio di San Miniato S.p.A.) da parte di Crédit Agricole Italia. Una gallina dalle uova d’oro per il gruppo italo-francese, anche perché – si legge nel bilancio 2018 – “l’integrazione delle Banche Fellini ha consentito di rafforzare il modello di Banca di Prossimità, con crescita e aumento di competitività nelle aree storiche”. “Questo tratto, distintivo della natura del Gruppo, (banca di prossimità, ndr) è stato ulteriormente accentuato grazie all’operazione di acquisizione degli istituti Cassa di Risparmio di Cesena, Banca Carim e Cassa di Risparmio di San Miniato, connotati da un forte radicamento territoriale”.

Torniamo al poema astronomico nato alla Corte di Sigismondo Malatesta. Come si diceva, oggi è di proprietà di Crédit Agricole Italia. Se lo potremo ammirare alla Gambalunga, un po’ lo si deve a Rimini 2.0 e molto al notaio Pelliccioni. Fu questo giornale a scrivere nel dicembre dello scorso anno che Carim era riuscita a farsi soffiare anche l’Astronomicon.

L’Astronomicon è passato a Crédit Agricole: Carim si è fatta soffiare anche il prezioso codice di Basinio da Parma

La Cassa di Risparmio di Rimini lo acquistò in un’asta a Londra nel 1992 e materialmente impegnati nell’operazione furono Fernando Maria Pelliccioni ed Enzo Pruccoli. Venne pagato 115.500 sterline. Non senza gonfiare un po’ il petto, l’allora presidente della Fondazione Carim, Luciano Chicchi, scrisse che “attenta ad ogni testimonianza rimarchevole dell’eredità storico-artistica della nostra terra, la Cassa di Risparmio di Rimini è recentemente entrata in possesso di un pregevolissimo codice membranaceo del XV secolo contenente l’Astronomicon di Basinio da Parma”, “una testimonianza preziosa e rara di uno dei più importanti fenomeni della storia culturale e artistica riminese: la corte letteraria fiorita nella nostra città attorno alla figura di mecenate di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Si aggiunga la circostanza che il codice in parola è uno dei più antichi testimoni superstiti attualmente conosciuti della stessa tradizione manoscritta dell’Astronomicon, rappresentata finora da soli undici codici, sette dei quali in Italia, ma nessuno conservato a Rimini”.
Eppure i vertici di Carim nel momento del passaggio di mano di Carim non hanno mostrato la stessa attenzione a questa speciale testimonianza della eredità storico e artistica di Rimini.

Pochi giorni dopo il nostro articolo, raccogliemmo l’appello del notaio Pelliccioni: “Stiamo parlando di opere che hanno un valore artistico, storico, culturale e legato alla identità della nostra città, prima ancora che monetario, e questo patrimonio avrebbe dovuto essere salvaguardato dai responsabili di banca Carim nella fase del passaggio a Crédit Agricole. E’ stato fatto un grave torto alla città. Ma adesso la cosa importante è che si abbia la certezza che questo patrimonio resti per sempre a Rimini”. E come si può avere questa sicurezza? “Crédit Agricole dovrebbe regalarlo alla Fondazione o al Museo della città, o nel caso dell’Astronomicon, alla biblioteca Gambalunga. Basinio è sepolto nel Tempio malatestiano, è un tassello centrale della storia della corte malatestiana”.

“Crédit Agricole regali alla città le preziose opere d’arte appartenute a Carim”

Regalarlo? Purtroppo non è andata così. In realtà Crédit Agricole ne resta proprietaria, ma a seguito del rumore mediatico e dell’interessamento al caso di Pelliccioni, arrivò la disponibilità di Crédit Agricole a depositarlo presso la Gambalunga anziché tenerlo custodito nel caveau di piazza Ferrari.
“Crédit Agricole Italia ha accolto il nostro accorato appello e ieri mi ha ufficialmente comunicato che il gioiello di Basinio di Parma, il prezioso codice membranaceo in versi latini del XV°secolo, l’Astronomicon, verrà dato in deposito e custodia alla nostra magnifica Biblioteca Gambalunga, divenendo quindi fruibile e consultabile con grande soddisfazione di tutti gli studiosi, soprattutto dei cultori della storia rinascimentale riminese e malatestiana”. Così annunciò lo scorso maggio Fernando Maria Pelliccioni.

L’Astronomicon di Basinio da Parma sarà custodito nella biblioteca Gambalunga

Questa, in estrema sintesi, la storia. Fatta di rabbia e di orgoglio. Di rabbia per il modo in cui Carim ha trattato anche questo bene storico, artistico e culturale, privandosene per sempre. Orgoglio perché, seppure da “ospite”, grazie alla battaglia compiuta, l’Astronomicon può tornare visibile ai riminesi all’interno della bella Biblioteca della città.

Infine, all’interno di una vertenza legale che contrappone più di 60 azionisti della ex Carim a Crédit Agricole, è stata sollevata anche la questione dell’Astronomicon e di altre opere d’arte transitate dalla banca riminese al gruppo italo-francese. Le opere d’arte della ex Carim sono state quantificate nel bilancio della banca oppure no? “Deve stigmatizzarsi l’impossibilità di rintracciare nell’attivo anche alcuni beni materiali di significativo valore, come le innumerevoli opere d’arte acquisite nel corso di lunghissimi anni al patrimonio societario”. Questo ha messo nero su bianco l’avvocato Davide Lombardi che cura gli interessi degli azionisti.

Più di sessanta azionisti ex Carim chiedono a Crédit Agricole di essere risarciti

Ma per ora godiamoci la possibilità di mettere gli occhi sull’Astronomicon cogliendo al volo l’opportunità della mostra allestita alla Gambalunga dal 26 ottobre 2019 e fino al 26 gennaio 2020.

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