L’Authority di Cantone vuole vederci chiaro nell’appalto del Leon Battista Alberti

L’Authority di Cantone vuole vederci chiaro nell’appalto del Leon Battista Alberti

"Abbiamo già risposto punto per punto alle osservazioni fatte dall'Autorità Nazionale Anticorruzione". Nessuno dichiara con nome e cognome ma questa

L'articolo pubblicato oggi dal Resto del Carlino

L’articolo pubblicato oggi dal Resto del Carlino

“Abbiamo già risposto punto per punto alle osservazioni fatte dall’Autorità Nazionale Anticorruzione”. Nessuno dichiara con nome e cognome ma questa è la striminzita replica dell’amministrazione comunale che si è letta su Newsrimini e sul Carlino a seguito della nostra anticipazione sul procedimento istruttorio aperto da Anac nei confronti del bando relativo al “Leon Battista Alberti”. L’Autority lo smonta come un Lego mal costruito.
Se per amore di trasparenza (d’altra parte è stato Palazzo Garampi ad ideare lo spot “il Comune è trasparente”) l’amministrazione comunale volesse rendere di pubblico dominio le risposte fornite ad Anac, un pezzo di lavoro potrebbe essere agevolmente fatto. Si potrebbe così sapere se le risposte di cui parla si aggiungono a quelle già fornite e citate da Anac nella lettera indirizzata al Comune e datata 28 aprile. A prima vista i tempi sono un po’ stretti per un’altra risposta: l’amministrazione comunale ha replicato così fulmineamente dopo aver ricevuto la lettera di Anac?
Sì, perché nella comunicazione dell’ufficio vigilanza lavori (ripetiamo, del 28 aprile) dell’Anticorruzione al responsabile del procedimento, risposte del Comune già ci sono. Ma non sono ritenute insufficienti da Anac.

Andiamo per ordine. Il fascicolo “Leon Battista Alberti” Anac l’ha aperto lo scorso febbraio. L’11 dicembre ha ricevuto un esposto circostanziato da un tecnico riminese. Venivano segnalate presunte violazioni alle vigenti disposizioni normative in materia di appalti pubblici. Anac non l’ha archiviato ma ha scritto subito al Comune chiedendo chiarimenti sulla “scelta di porre a base di gara un progetto preliminare (area cortilizia)”, sui “termini ristretti di consegna delle offerte, tra l’altro interferenti col periodo di festività natalizie” e sulla “procedura di gara scelta”. Più una serie di atti relativi al bando. Assegnando il termine di 180 giorni per la conclusione dell’istruttoria.

Il Comune risponde e Anac ne dà conto nella seconda comunicazione (28 aprile): “Il responsabile del procedimento, nella sua nota di riscontro, ha dichiarato, in merito alla scelta di porre a base di gara il progetto preliminare dell’area cortilizia, che “poiché ai concorrenti è stata richiesta un’offerta tecnica con proposte migliorative sia della parte architettonica sia della parte impiantistica dei due edifici con interessamento di alcune parti dell’area esterna, si è colta l’occasione per richiedere ai concorrenti di formulare anche una proposta relativa all’area cortilizia, affinché essa: svolgesse una funzione utile al polo universitario e di connettivo tra i due edifici; al tempo si integrasse con soluzioni architettoniche che ciascun concorrente poteva proporre.
A tal fine si è posto a base di gare il progetto preliminare dell’area cortilizia, consentendo in tal modo un’ampia possibilità di espressione creativa da parte dei concorrenti. Allo stesso modo, considerando che un’area cortilizia non presenta particolari complessità dal punto di vista tecnico né tecnologico e che non vi è la necessità di richiedere particolari pareri, si è ritenuto che i concorrenti potessero agevolmente formulare la propria proposta in forma di progetto esecutivo“.”

La risposta del Comune sull’area cortilizia, dunque, uno degli aspetti più controversi della vicenda, c’è stata. Ma Anac non l’ha ritenuta soddisfacente. “Dalla determina a contrarre è emerso, invece – scrive l’Autority – che l’eventuale esecuzione dei lavori di realizzazione dell’area cortilizia è subordinata all’assenso dell’Università; inoltre nel disciplinare di gara è specificato che trattasi di area sottoposta a vincolo, per cui il progetto dovrà acquisire la necessaria autorizzazione da parte della competente Soprintendenza”. Aggiunge pure che dalla documentazione della gara emerge che “non sembra esserci alcuna certezza” circa l’eventuale esecuzione dei lavori di realizzazione di questa benedetta area cortilizia. E “nel disciplinare di gara l’importo complessivo dei lavori indicato (euro 6.298.979,13) non comprende l’importo dei lavori dell’area cortilizia”. Ancora. “La qualificazione delle imprese per la partecipazione (punto 4 del disciplinare) è richiesta senza alcun riferimento ai lavori dell’area cortilizia”. E poi: “Nonostante l’esecuzione dei lavori dell’area cortilizia sia indicata quale solo eventuale, la soluzione progettuale di quest’ultima è valutata, ai fini dell’individuazione dell’aggiudicatario, nell’ambito dell’offerta tecnica, con l’assegnazione di un punteggio massimo di 19 punti su 100, che appare essere elevato rispetto ai pesi attribuiti all’offerta economica stessa (15 punti su 100).”
I rilievi di Anac sono anche altri (“sono emerse irregolarità nelle procedure seguite dal Comune di Rimini”, si legge, e ne elenca quattro), ma quello principale si basa sulla risposta già fornita dal Comune. E l’Autorità può affermare che “è onere ineludibile della stazione appaltante” operare in modo da “evitare che, sia in fase di gara, sia nel prosieguo contrattuale… emergano delle disparità concorrenziali…”. Arrivando a concludere che “si ritiene che nella gara in oggetto vi sia stata una individuazione della procedura da espletare non coerente con le esigenze di cui sopra”.
Anac fornisce al Comune altri 20 giorni di tempo per “presentare le proprie controdeduzioni ovvero manifestate la volontà di conformarsi alle indicazioni contenute nella presente comunicazione” (datata 28 aprile).

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