Le nuove nomine di Lambiasi confermano la nascita del Seminario “in parrocchia”

Le nuove nomine di Lambiasi confermano la nascita del Seminario “in parrocchia”

Prima la lunga intervista di don Andrea Turchini al Ponte e poi le nuove nomine comunicate ieri dal vicario generale, confermano quanto Rimini 2.0 ave

Prima la lunga intervista di don Andrea Turchini al Ponte e poi le nuove nomine comunicate ieri dal vicario generale, confermano quanto Rimini 2.0 aveva anticipato il 20 aprile a proposito del seminario.
I pochi seminaristi riminesi (cinque) vivono nel seminario regionale di Bologna e nella struttura di Rimini – costata circa 12 milioni di euro – non c’è nessun sacerdote che si sta formando. Questo non significa che il ristrutturato complesso dell’Abbazia di Scolca sia vuoto, perché all’interno si svolgono varie attività e ci sono anche l’Istituto Marvelli e la biblioteca diocesana, ma non seminaristi. E’ un seminario senza seminaristi.
Parlavamo anche di attriti, comprensibili vista la crisi del seminario, e ieri è stato comunicato che don Andrea Turchini non è più il rettore (è diventato parroco di “San Michele Arcangelo” in Santarcangelo), al suo posto il vescovo ha nominato don Paolo Donati. Ma la conferma più importante è quella del seminario che “va in parrocchia”. Insieme al vice rettore don Marcello Zammarchi e al padre spirituale del seminario, don Cristian Squadrani, il nuovo rettore è stato nominato parroco di San Giuliano Martire e S. Maria Maddalena delle Celle, dove i tre preti “insieme alla cura pastorale delle due parrocchie daranno inizio al nuovo progetto formativo del Seminario e cureranno la pastorale vocazionale”.
C’è un nuovo progetto che interessa il seminario e che punta ad uscire dalle secche: almeno una prima parte della formazione avrà come ambiente di riferimento privilegiato le due parrocchie, e non più il seminario.
Queste le altre nomine:
Don Giorgio Pesaresi, già parroco di Santa Maria Maddalena delle Celle, è nominato “parroco in solido” con don Mario Vannini nella cura pastorale della parrocchia di San Giuseppe al Porto.
Don Renato Bartoli, già parroco della parrocchia di San Girolamo, è nominato parroco della Parrocchia del Crocifisso e si inserisce nella collaborazione pastorale con le parrocchie di San Raffaele e San Gaudenzo in Rimini.
Don Roberto Battaglia, assistente della Fraternità di Cl, lascia le sperdute periferie (Montescudo, Trarivi e S. Maria del Piano), e diventa parroco di San Girolamo e offrirà la sua collaborazione nella Zona Pastorale del Centro Storico.
Le parrocchie di Montescudo, Trarivi e S. Maria del Piano saranno affidate alla cura pastorale di don Massimo Zonzini e don Massimo Sarti, in collaborazione con la Zona Pastorale di Coriano.
Don Gianluca Agostini, già parroco di San Clemente e Sant’Andrea in Casale, è nominato parroco della Parrocchia di “S.Maria di Nazareth” in Montalbano, che si inserisce organicamente nella fraternità sacerdotale di Cattolica e in collaborazione pastorale con quella Zona Pastorale. Le Parrocchie di Sant’Andrea e San Clemente saranno seguite pastoralmente dai tre parroci di Morciano.
Don Simone Franchin, già amministratore parrocchiale di Montalbano, è nominato parroco delle Parrocchie di Sant’Aquilina e San Pio X (Dogana), risiedendo presso la Comunità di Accoglienza della Papa Giovanni XXIII a Sant’Aquilina e collaborando con l’Ufficio Catechistico e l’Ospedale di Rimini nella cura delle persone disabili.
Don Paolo Lelli, già parroco di San Martino dei Mulini, è nominato parroco della Parrocchia “Gesù nostra Riconciliazione” in Rimini, “rimasta vacante a seguito del santo ritorno nella casa del Padre di don Giuseppe Maioli“.
La Parrocchia di San Martino dei Mulini viene affidata alla cura pastorale di Don Stefano Vendemini, di cui è nominato amministratore parrocchiale. Don Stefano viene confermato anche parroco di Sant’Ermete.
“Saranno definiti poi nelle singole parrocchie i tempi e le modalità dei vari “passaggi”. Questi avvicendamenti, motivati da un impiego migliore delle preziose risorse rappresentate dai sacerdoti, rispondono anche al desiderio di promuovere la comunione fraterna tra di loro e la reciproca collaborazione nelle Zone Pastorali. Certamente comportano anche qualche sacrificio sia per i preti sia per le Comunità coinvolte, ma questi cambiamenti possono sicuramente diventare occasione per maturare una fede più adulta e una maggiore corresponsabilità ecclesiale”, commenta il vicario don Maurizio Fabbri. “Nel ringraziare i confratelli per la loro generosa disponibilità e le varie comunità interessate per la cordiale accoglienza dei nuovi parroci, siamo certi che il Signore non cessa di accompagnare con il suo Spirito la sua e nostra Chiesa, e condividiamo le parole di Gesù: “non sia turbato il vostro cuore, abbiate fiducia in Me e nel Padre mio”.”

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