“L’ecstasy si compra facile”. Bordata di “Repubblica” sul Cocoricò

“L’ecstasy si compra facile”. Bordata di “Repubblica” sul Cocoricò

A due anni dalla morte del sedicenne Lamberto Lucaccioni, una giornalista pubblica il reportage dal mondo della notte riccionese. La droga si consuma come niente. Perché “se non c’è sballo non c’è divertimento”. D’altronde, a Riccione si viene solo per la coca e per il sesso. Novità: i cinquantenni al ‘Cocco’ che ci provano con le ragazzine.

L’ecstasy nei reggiseni
Si può dire, scrivono sempre le stesse cose. Certo. Ma se accadono sempre le stesse cose vuol dire che qualcosa non va bene. Anzi, che va malissimo. Pagina 19 de la Repubblica di ieri, servizio di Brunella Giovara. Attenzione perché in due giorni, sui giornali nazionali, l’immagine turistica di Riccione – mai così piena come in questa estate luciferina, per altro – ha subito due micidiali knock-out. L’altro ieri il Giornale censiva il brutto incidente, molto poco culturale, accaduto nel 2015. Super kermesse estiva con sfoggio di superstar del costume e della politica – da Salvini a ‘Diba’ Di Battista, da Sgarbi a Carla Fracci – con presenza scenica di Edoardo Sylos Labini e contributo del Comune. Esito: il privato che ha organizzato lo show, a dire di chi vi ha partecipato – Sylos Labini – non ha pagato nessuno. Ieri, su la Repubblica – le bordate sono bipartisan – il colpo più duro. Il 19 luglio di quel maledetto 2015, chi lo può dimenticare, muore, per una dose letale di ecstasy presa al Cocoricò di Riccione, Lamberto Lucaccioni, sedicenne. Una storia replicata, drammaticamente, in questi giorni, a Genova, con la morte di un’altra sedicenne, Adele. Bene. La giornalista di Repubblica atterra a Riccione, va al ‘Cocco’. Il pezzo ha un titolo, nelle pagine di cronaca, roboante. “Ritorno al Cocoricò due anni dopo lo stop. ‘L’ecstasy? Basta tenerla sotto calze e reggiseni’”. Occhiello: “Nella discoteca dove Lamberto morì a 16 anni. ‘Se non c’è sballo non c’è divertimento’”.

La cocaina alle 5 di mattina per cominciare bene la giornata
Il racconto è una discesa negli inferi dello sballo, nella cuccagna del nulla, nella carnevalata del ‘divertimentificio’. Musica a trapanare le orecchie. Impossibilità di prendere aria prima delle 2 e mezza di notte. Ragazze col culo all’aria – e fiotti di cellulite in piena visione – ragazze che vomitano in bagno, ragazze che si fanno. La cocaina alle 5 di mattina è l’ideale per cominciare bene la giornata. L’esito è bestiale. Nonostante i controlli – che ci sono – la droga passa. E passa come niente. “A Riccione l’ecstasy si compra facile”. Questa è la sintesi, letale come un’epigrafe che griffa l’estate riccionese, della giornalista. Non c’è bisogno di dire altro.

Nell’accecante meraviglia, perché la giovinezza è sempre spericolata
L’altro, il resto, lo diranno i perbenisti, quelli che tentato di fare di Riccione un luogo di vacanze ‘per bambini&famiglie’. La ramanzina sulla gioventù bruciata, ad esempio. Che non prende mai in considerazione una cosa semplice, semplice. La giovinezza è vivere in modo spericolato. Giovinezza è osare l’inosabile, rischiare tutto. In un mondo dove tutto è niente, è ovvio macellarsi nell’edonismo, nello sballo. Io, per dire, sono uno che ha avuto culo, indubbiamente. Cresciuto nelle viscere della periferia torinese, avevo amici che si facevano di tutto. Il fine settimana, si andava in discoteca. Ci sono andato un paio di volte. Mi faceva schifo. Perché? Perché il mio sballo era giocare a pallone e fare atletica. Ancora di più: la mia cocaina era la poesia. Rubavo i soldi per comprare i libri di Dylan Thomas, Rainer Maria Rilke, Thomas S. Eliot. Davvero. Non ero malato, non ero un disadattato. Scopavo come gli altri, giocavo a fare il duro. Ma vedevo lì, nell’attorcigliarsi dei versi, il senso ultimo delle cose. Sbattevo la testa e svuotavo i polmoni in quella accecante meraviglia. Tutto il resto, mi pare sfocato, infine accessorio. Ecco: che riti offriamo oggi ai ragazzi per sperimentare la loro naturalmente spericolata giovinezza? Niente. Diciamo che chi è ricco se la gode, e più che la lotta di classe si assiste – a Riccione è evidente – un ritorno del classismo. Becero. Idiota.

Al ‘Cocco’ vanno anche i cinquantenni dongiovanni
Secondo. A microfoni spenti, a buoncuore tenuto nel cassetto più remoto, ho sentito, stamane, articolo di Repubblica sotto il braccio, alcuni riccionesi. Tutti, in privato, ti dicono la stessa cosa. “Riccione funziona solo per lo sballo, cosa credi? È sempre stato così. Questo è il ‘valore aggiunto’ della nostra proposta turistica”. Un altro aggiunge. “Dimentichi il sesso. A Riccione si viene per il sesso. Sempre sono venuti per il sesso. Maschi che cercano femmine, maschi che trovano maschi, è tutto ‘sto mischione… e poi c’è una novità”. Quale? “Al ‘Cocco’ vanno quelli di quaranta e cinquant’anni”. Ma va… “Certo. Ci andiamo anche noi”. E magari i cinquantenni vanno con una di vent’anni… “Magari, sì. Si beve qualcosa di forte insieme, ci si tocca, tanto è una nottata, chissenefrega”. Benvenuti a Riccione, il tempio della lussuria e della droga.

COMMENTI

DISQUS: 0