«L’estate diversa» che ci attende

«L’estate diversa» che ci attende

L'assessore regionale al turismo dice che potremmo cavarcela distanziando gli ombrelloni ed evitando la ressa a concerti ed eventi. Forse la partita che la Riviera deve giocare è un po' più complessa.

Secondo l’assessore al turismo della Regione Emilia Romagna, Andrea Corsini, per l’estate 2020 ce la potremmo cavare distanziando gli ombrelloni ed evitando la ressa a concerti ed eventi sportivi. Dovremo osservare delle regole. Poi il bonus vacanze, la campagna promozionale… Lo spiega in una intervista al Carlino in edicola oggi. E’ desiderio di infondere ottimismo o una realistica prospettiva? Speriamo la seconda.

Se i virologi sperano di vedere la fine del tunnel entro maggio (e in questo caso occorrerà fronteggiare lo scenario peggiore in termini di ricaduta turistica anche per le località di mare), alla quale poi dovrà seguire una ripresa lenta e dilazionata, se saltano al prossimo anno fiere come il Salone del mobile di Milano (riprogrammato nell’aprile del 2021), e la settimana della moda per ora slitta da giugno a settembre, significa che le prospettive non sono rosee. Oggi il sindaco di Milano, Beppe Sala, dice al Corriere (che titola “Nulla come prima, si ripartirà a tappe”) che la pandemia modificherà radicalmente il modo di vivere le nostre città, i trasporti, la mobilità. Tutto. E il turismo? «Pensiamo a San Siro. Non è solo il fatto di essere seduti uno di fianco all’altro, ma penso ai grandi assembramenti all’ingresso per i controlli. Fino a oggi sulla tutela della salute ha prevalso la sicurezza. Bisognerà cambiare. Vale per il macro come per il micro. Ad esempio i cinema. È semplicistico dire metto una poltrona sì e una poltrona no e una fila sì e una fila no. Ma come si entra? Come si esce? Oggi è difficile vedere delle opportunità da questa tragedia, ma qualche lezione dobbiamo impararla». Se in Italia si sta pensando al ritorno ad una qualche normalità addirittura ipotizzando che il lavoro possa riprendere prima per i giovani e poi per gli altri, se vivremo per un po’ controllati da applicazioni per tracciare il contagio, possibile che nel turismo della Riviera ce la si possa cavare come spera Corsini?

Proviamo a rapportare le considerazioni di buon senso che arrivano da Milano alla Riviera. Alla Notte Rosa, alla Molo e a tutti i grandi e grandissimi eventi. Di fronte all’emergenza terrorismo abbiamo risposto con le barriere in cemento, ma davanti al coronavirus quegli ostacoli non servono. Proviamo ad immaginare la spiaggia alle prese con le misure di “contenimento” del coronavirus e col principio che nulla – almeno per un bel po’ di tempo – sarà come prima. Forse è su questo che i migliori cervelli turistici di questa straordinaria terra di ingegnosi e generosi dovrebbero mettersi al lavoro. Cosa significa per la Riviera immaginarsi col “segno” del virus che non potrà essere cancellato (ad oggi non sappiamo fino a quando)?
Il tema, come dice anche Sala, è quello di non farsi trovare impreparati ai nastri della ripartenza. Adesso più che mai. E’ questa probabilmente la sfida più grande che il territorio turistico per eccellenza deve fronteggiare, ma con nuovi anticorpi.

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