L’ex direttore dei musei comunali: “Il nuovo spazio felliniano non ha tenuto conto dei ritrovamenti archeologici già noti”

L’ex direttore dei musei comunali: “Il nuovo spazio felliniano non ha tenuto conto dei ritrovamenti archeologici già noti”

"Si conoscevano perfettamente i rischi legati a ritrovamenti archeologici sotto piazza Malatesta". Chi parla è Pier Luigi Foschi, per 25 anni dirigente del Museo della città e che personalmente è testimone dei risultati di tre sondaggi nella zona del fossato che risalgono agli anni 80 e di altri successivi. Ma, aggiunge, "quel che più mi preoccupa è l'invasività, nei confronti del Castello e del fossato, delle nuove strutture permanenti ipotizzate".

Pier Luigi Foschi è stato direttore dei Musei comunali di Rimini dal 1985 al 2010, è laureato in architettura a Venezia con specializzazione in restauro dei monumenti, ma è stato anche ispettore onorario per i Beni Ambientali ed Architettonici per la provincia di Rimini, ha seguito i restauri di una trentina di edifici di interesse storico artistico, e fra questi vanno citati l’Arco di Augusto, il ponte di Tiberio, il palazzo dell’Arengo, il palazzo del Podestà, la torre dell’Orologio in piazza Tre Martiri, l’ex collegio dei Gesuiti, il tempietto di S. Antonio, palazzo Ghetti, ma l’elenco non è completo.
Gli abbiamo chiesto cosa pensa del progetto del museo Fellini in piazza Malatesta e la sua risposta è lapidaria ma netta: “Mi preoccupa l’invasività, nei confronti del Castello e del fossato, delle nuove strutture permanenti ipotizzate”. Non è il primo a dirlo, ma la sua testimonianza aggiunge ulteriore peso alla schiera di coloro che, soprattutto dopo il sopralluogo al cantiere, manifestano forti perplessità sul progetto del Comune di Rimini.

Anzitutto, aggiunge, “non è facile sapere cosa il Comune vuol fare di piazza Malatesta, ho cercato di capire ma inutilmente, il progetto pare sia più misterioso e segreto della strage di Ustica”. E non è solo un problema suo, se è vero che i dettagli non sono mai stati pubblicamente resi noti e non sono mai passati nemmeno in consiglio comunale e nella commissione cultura.

“Negli anni Ottanta, una società di Bolzano si propose di fare un grande parcheggio sotterraneo in piazza Malatesta, e il sindaco (Massimo Conti, ndr) di allora mi chiese un parere”, spiega Foschi. E poi cosa accadde? “Io proposi di effettuare tre sondaggi nella zona del fossato e i risultati lasciarono pochi dubbi: gli scavi rivelarono la presenza dei muri di contenimento del fossato già a pochi centimetri sotto il piano stradale e il fondo del fossato stesso a circa 5 metri di profondità”. E fu per questo che la giunta dell’epoca cambiò idea sul parcheggio.
Non solo. “In occasione della ristrutturazione dell’edificio sul lato monte del campanile di Santa Colomba, emersero tre absidi semicircolari sotto il piano stradale, absidi appartenenti all’antica cattedrale”.

Quindi? “Si conoscevano perfettamente i rischi legati a ritrovamenti archeologici sotto la piazza ma purtroppo non se ne tenne conto in sede di progettazione del nuovo spazio felliniano. Così oggi si piange per il rischio di ritardi sull’esecuzione dei lavori e si paventano varianti al progetto”.

Nella commissione cultura l’assessore Giampiero Piscaglia e il dirigente del settore Facility Management pur sostenendo che l’amministrazione comunale attenderà gli esiti degli scavi e il parere finale della Soprintendenza, hanno anche ribadito che la tempistica prevista, che contempla la pavimentazione della piazza, andrà rispettata e fra dicembre e marzo i lavori andranno ultimati, anche perché ci sono in ballo dei finanziamenti ministeriali e regionali. “Per approfondire gli scavi – hanno chiarito – serviranno un progetto specifico e nuovi finanziamenti”.
Cosa pensa il ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini, ancora non si sa. Il parlamentare bolognese di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, ha presentato una interrogazione nella quale chiede che vengano adottate “le iniziative di competenza affinché la Soprintendenza riveda complessivamente il parere favorevole espresso sul suddetto progetto”.

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