Lorenzo Cherubini, lascia vivere i Fratini: “Spostate il Jova Beach Party”

Lorenzo Cherubini, lascia vivere i Fratini: “Spostate il Jova Beach Party”

Nel luogo in cui nidifica una specie in via di estinzione, un vero spettacolo della natura, qualche genio ha programmato il concerto di Jovanotti del 10 luglio, destinato ad attirare decine di migliaia di persone. Ma i pulcini saranno in grado di volare attorno al 15 luglio e fino a quella data la loro fragile sopravvivenza sarà affidata all'uomo. L'Associazione Ornitologi regionale ha scritto ai sindaci di Rimini e Riccione ricordando le severe norme in vigore verso chi danneggia e distrugge i nidi e le uova di specie tutelate. Come quella del piccolo trampoliere. "Spostate l'evento in un altro luogo o rinviatelo a una data successiva".

Lo svedese Carl Nilsson Linnaeus (1707-1778), padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nel 1758 lo battezza come Charadrius alexandrinus. In Italia il nome comune è “Fratino Eurasiatico”. Il fratino appartiene alla famiglia dei charàdriidae, il cui archetipo mito/zoologico, il Caradrio è il leggendario uccello bianco citato anche in uno dei dialoghi di Platone, mentre nel medioevo viene evocato per le stupefacenti proprietà taumaturgiche. Va rimarcato che il piccolo trampoliere (da adulto raggiunge i sedici centimetri di altezza) possiede una sorprendente carica di simpatia.
Purtroppo, oggi il Fratino è in grave pericolo di estinzione. L’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura sostiene che “è probabile che la popolazione italiana dei fratini sia diminuita del 50% negli ultimi 10 anni (c’è chi ritiene che la stima sia in difetto e parla dell’85%, ndr). Essendo una specie legata esclusivamente a siti costieri, risente di ogni forma di degrado ambientale: urbanizzazione delle coste, erosione dei litorali sabbiosi, il disturbo arrecato da attività turistiche e ricreative nonché le pulizie meccaniche della spiaggia”. Non è un caso se nella zona di confine tra Rimini e Riccione nel corso degli ultimi anni questi piccoli trampolieri abbiano nidificato sul litorale dalle parti del Talassoterapico e difronte alla colonia Bolognese, zone relativamente selvagge rispetto ad altre. In teoria, là potrebbero esserci le condizioni morfologico/ambientali adatte a loro nel periodo della deposizione delle (solitamente tre) uova. Vero è che ciclicamente irrompe il turismo balneare, benedetto per l’economia locale, ma dagli esiti assai meno benefici per i piccoli appena nati.
Abbiamo incontrato un’attivista (avendone apprezzato la dinamicità, nessun termine è più appropriato al personaggio) di AS.O.ER. (Associazione Ornitologi dell’Emilia Romagna): Roberta Corsi.

Signora Corsi, sappiamo che da tempo, ma specialmente in questi giorni, vi state spendendo per la sopravvivenza del Fratino. Si dice che la vostra associazione abbia organizzato una squadra ad hoc.
“Devo fare una premessa: l’associazione conta 150 soci. Pochi, ma estremamente selezionati, censitori e inanellatori abilitati, persone di consolidata esperienza. Chi entra a farne parte ha già un bagaglio culturale notevole, in fatto di avifauna. Se volessimo raccogliere aderenti durante le fiere del settore o durante le attività che svolgiamo, potremmo tranquillamente essere in più di mille, ma riteniamo che non avrebbe senso. Vogliamo puntare su un alto livello di preparazione. Riguardo all’emergenza-fratino siamo in quattro, però molto attivi: la rappresentante L.I.P.U. (Lega Italiana Protezione Uccelli) di Pesaro, Lucia Cherubini che abita a Gradara ed è qua, puntuale, tutte le mattine, poi Cristian Montevecchi, Fabio Imola (il mio compagno) e la sottoscritta, come soci AS.O.ER. (Associazione Ornitologi dell’Emilia Romagna). Siamo quattro semplici volontari che vanno a pattugliare la spiaggia e sorvegliare per la sicurezza dei fratini”.

Ci vuole descrivere il suo rapporto con l’ornitologia?
“Tengo a precisare, e lo sottolineo, che non sono ornitologa, ma più semplicemente sono un’appassionata di avifauna, di birdwatching, ma soprattutto un’inguaribile malata di “limicolite” (ride, ndr): i fratini fanno parte della famiglia dei limicoli. Da molto tempo sono interessata alla fotografia, per cui dal 2008 ho cominciato a dedicarmi a quella naturalistica; sempre con il dovuto rispetto e le dovute distanze dagli animali perché nulla è scontato o può essere lasciato al caso. Dietro a un’immagine c’è sempre molto studio, appostamenti estenuanti, molti sacrifici e dedizione. Il tutto senza scopo di lucro”.

A proposito di sacrifici e di volatili, ci racconta le recenti vicende vissute dai suoi amati fratini?
“Le due coppie avevano perso i piccoli il 28 e il 29 aprile. A distanza di poco più di venti giorni hanno deposto nuovamente. Le uova di queste due coppie, perfettamente sincrone, si sono schiuse a un solo giorno di distanza le une dalle altre: una precisione e un tempismo impressionanti. Un nido con tre uova è stato trovato dal bagnino dello stabilimento 148 e l’altro, con ugual numero di ospiti, dal bagnino di salvataggio della spiaggia libera a nord del Talassoterapico dove c’è la stradina sabbiosa che conduce al mare. Il sabato stesso, appena ci hanno avvisato siamo corsi a fare i recinti. La schiusa è avvenuta tra il 21 e il 22 notte. Sono nati sei magnifici pulcini”.

Sarebbero quelli attualmente a rischio?
“Esattamente. Dopo il secondo giorno dalla nascita dei piccoli, la coppia del bagno 148 si è trasferita leggermente a sud della spiaggia dell’Areonautica Militare del 15° stormo. Gli altri, invece, sono rimasti là per tre giorni e ne hanno passate di tutti i colori: cani non tenuti al guinzaglio che hanno tentato di ghermirli, una signora che ne ha preso in mano uno e la figlia, innamorata del giocattolo di peluche, che se lo voleva portare a casa. E’ stata un sciagura. Alla fine la famigliola si è spostata ancora più a sud degli altri. La prova di buonsenso tra cani, umani e pennuti alla fine è stata vinta dalla squadra alata… “

Quindi, sono andati ancora più lontano?
“Quella famiglia attualmente è in territorio riccionese, tra Le Dune Beach e la foce del Marano. Pensi che a 24 ore dalla nascita i pulcini sono in grado di percorrere 3/400 metri in mezz’ora. Fantastico. Consideri che sono abili volatori e migratori eccezionali. Nel 2017, a distanza di un giorno e mezzo dalla schiusa delle uova abbiamo trovato la stessa femmina in Croazia. Era un esemplare a cui era stato messo l’anello a una zampetta per il monitoraggio. Purtroppo e inspiegabilmente, l’importantissimo progetto di inanellamento, nel 2015 è stato interrotto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Per ovvie ragioni, sarebbe fondamentale che venisse ripristinato. Noi dell’ASOER continueremo a richiederlo”.

Le faccio domande banali, ma è per conoscere la vita di questi accattivanti trampolieri. Sono i genitori che provvedono al nutrimento dei loro pulcini?
“I fratini sono nidìfughi perciò abbandonano il nido a poche ore dalla nascita. Si alimentano mentre camminano e il loro problema è da individuare proprio in questo. Se fossero stati una decina di giorni alla cova, i genitori li avrebbero imbeccati e non ci sarebbero stati problemi; avrei potuto mettere delle paratìe per proteggerli, tanto i genitori sarebbero arrivati in volo. Ma questa specie appartiene all’ordine dei limicoli, uccelli che vivono essenzialmente sulle rive dei mari, dei fiumi, nelle paludi e si nutrono mangiando insetti e piccoli molluschi. Nel caso di specie, i nostri fratini hanno a disposizione una spiaggia fin troppo pulita, non c’è quella vegetazione che solitamente è ricca di insetti per cui sono costretti a cibarsi degli invertebrati che trovano a riva sul bagnasciuga. Ma là c’è una moltitudine di persone che camminano, i mezzi a motore che al mattino presto puliscono l’arenile e non ultima, vi è l’insidiosa presenza di cani lasciati senza guinzaglio: questa serie di fattori non gioca certamente a favore della sopravvivenza dei fratini. Negli ultimi giorni siamo stati fortunati perché a causa delle recenti piogge, il fiume Marano ha creato un semi allagamento che ha portato con sé molto cibo. Infatti si stanno spostando verso la foce del fiume. Vanno dove trovano qualcosa da mangiare. Ma so che proprio là stanno già lavorando con le ruspe per creare una palizzata di contenimento. Quindi, come vede il rischio che non sopravvivano è alto. Forse, eccessivamente elevato. E quello antropico sta scalando le classifiche con un certo successo, purtroppo”.

Le Istituzioni sono al corrente del problema? Vi danno una mano o restano insensibili?
“Con l’assessore all’Ambiente di Rimini, Anna Montini, abbiamo un dialogo continuo; lei spesso va a controllare e interagisce con le G.E.V. (Guardie Ecologiche Volontarie) perché vadano a sorvegliare l’accesso dei cani. Inoltre, nella zona vorrebbe ridurre l’area di vaglio della sabbia per non alterare l’ecosistema adatto alla sopravvivenza dei piccoli trampolieri. Pochi giorni fa, all’interno del progetto Parco del Mare (tratto lungomare Sud), la giunta comunale ha approvato anche un intervento a carattere sperimentale di “ripristino di dune costiere nella spiaggia libera localizzata in prossimità della colonia Bolognese, nell’area di Miramare al Confine con Riccione, mediante tecniche di ingegneria naturalistica con l’utilizzo di un graticolato di paletti di castagno tenuti insieme da una serie di fili di ferro in modo da fungere da barriera frangivento e consentire, in particolare durante il periodo invernale, l’accumulo spontaneo della sabbia che viene sollevata e trasportata dal vento, fino alla completa ricostruzione in maniera naturale della duna. Il processo si completa con lo sviluppo naturale della vegetazione autoctona del sistema costiero”. Questo sarà un toccasana per la riproduzione e le cure parentali per il primo volo dei piccoli. Saranno numerosi, vedrà. Quello però rappresenta il futuro. E’ l’oggi che ci preoccupa molto”.

Già assediati da turisti, cani, ruspe e rumori, immaginate cosa potrebbe accadere con migliaia di persone radunate dal concerto di Jovanotti?

Il concerto di Jovanotti davanti al Talassoterapico sarà un tiro ad alzo zero contro i fratini. E’ così?
“Sì, ma speriamo che le autorità ci ascoltino e spostino il concerto di almeno quindici giorni, il tempo necessario ai piccoli di spiccare il volo. Circa cinque giorni fa il presidente della nostra associazione, Roberto Tinarelli, ha inviato ai sindaci e agli assessori all’ambiente di Rimini e Riccione una formale e urgente richiesta di intervento per la tutela dei pulcini. Si rendono conto cosa possono combinare 20/25.000 persone ammassate in quel tratto di spiaggia? E non riescono a immaginare come sarà ridotto quel tratto di arenile il giorno dopo l’evento? Per cercare di creare un ambiente consono alla presenza dei fratini abbiamo chiesto che non vaglino quella zona. Se per caso fosse nata qualche piantina, non troveremo più nemmeno l’ombra di una sola foglia. E nemmeno l’erba: per mesi. Poi, con il mare lì vicino, sa quanti ubriachi si butteranno in acqua con il rischio di affogare? Di vittime, qui a Riccione ne abbiamo già avuta una qualche estate fa. Ricordo bene quel ragazzo finito nel Marano. Hanno detto che ci saranno i bagnini di salvataggio. Ma quando mai? Se penso che Jovanotti vuole tenere un concerto a Plan de Corones, mi vengono i brividi. I brividi, là sarebbero anche giustificati, ma non mi riferisco al freddo. Un altro mio grosso timore è che questo Jova Beach Tour crei dei precedenti… che diventi di tendenza far concerti in spiaggia. Se prende piede questa moda, per l’ecosistema delle spiagge sarà un disastro!”

Ruspa nell’habitat del Fratino. Roberta Corsi in azione

In effetti si fa fatica a condividere questa smania di frastornare luoghi e paesaggi vocati a tutt’altro. Recentemente, il giornalista Davide Turrini in un articolo cita lo scrittore e alpinista Mauro Corona che si scaglia deciso contro il concerto del musicista sul panettone di Plan de Corones a 2275 metri d’altezza: “In alta quota io ci vedo Uto Ughi appoggiato ad un larice mentre suona un violino, altro che Jovanotti”. “Jovanotti deve andare a suonare negli stadi. Mi immagino solo cosa sarà quel concerto con gli amplificatori a mille. Sarò un poeta decadente, ma per me la montagna è cime innevate, alberi, caprioli e marmotte”. In un altro passo afferma: “Dicono che con queste iniziative fanno cultura, ma la montagna la cultura se la fa da sola con il suo vento, le sue foglie, i suoi alberi, gli animali che si accoppiano”.

Sono concetti che non stonerebbero nemmeno qui, è d’accordo?
“Ma certo, quel briciolo di natura che si è salvata dalle macerie della cementificazione e che faticosamente tenta uno slancio verso il naturale andamento delle cose, potremmo dire verso sé stessa, è continuamente soffocata da sconsiderate iniziative umane. Tipo questa di Jovanotti al Talassoterapico. In conclusione, le consiglio di visitare il blog di un amico mio e dei fratini, Franco Sacchetti, persona sensibile e geniale che lo ha aperto proprio per questo inopportuno (per la zona) evento” e la pagina Facebook ideata da Sauro Pari di Fondazione Cetacea Jova, non romperci le uova. Uno spasso”.

Una vignetta di Franco Sacchetti

Per quanto ci riguarda, abbiamo capito che osservare un fratino è come guardare fisso negli occhi il nostro futuro. E per questo e mille altri motivi anche noi crediamo che il concerto debba essere spostato altrove.
Non siamo i soli a voler continuare a sentire il pigolìo dei fratini. Esiste il Comitato Nazionale Conservazione Fratino (CNCF). Ne fa parte anche Franco Sacchetti e naturalmente, neanche a dirlo, Roberta Corsi.
Un’ultima considerazione di ordine statistico riguardo a Lorenzo Cherubini, detto Jovanotti. Il cognome Cherubini ha due zone geografiche di grande diffusione: in Lombardia tra bresciano e veronese e nel centro Italia tra Toscana, Umbria e Lazio. Ci sono circa 1949 famiglie “Cherubini”, presenti in 546 comuni italiani. In sostanza, a differenza dei Fratini, i Cherubini non sono certamente in pericolo di estinzione. Si sposti perciò il concerto in altro luogo. Magari in un comodo e più defilato stadio, del resto deputato ad ospitare eventi come il suo concerto. E si lascino in pace quegli impareggiabili animaletti che versano in serio pericolo di estinzione. Facciamo appello alla matrice ecologista che la nostra Amministrazione ha sempre sostenuto di avere. Speriamo fortemente che almeno per una volta, non abbia la meglio quel materiale sottile sottile, ma di molto “peso” che strofinato tra indice e pollice, emette un caratteristico fruscìo…

L'Associazione Ornitologi regionale: è urgente tutelare i pulcini del Fratino
Quella che segue è la lettera che l’AsOer, Associazione Ornitologi dell’Emilia Romagna Onlus, il 23 giugno 2019 ha inviato al Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, all’Assessore all’ambiente Anna Montini, al Sindaco di Riccione Renata Tosi e all’Assessore all’ambiente Lea Ermeti.

OGGETTO: Aggiornamento sulla nidificazione del Fratino in provincia di Rimini e richiesta urgente di intervento per la tutela dei pulcini.

In riferimento alle lettere precedentemente inviate ai comuni di Rimini e Riccione il 2 febbraio e il 13 aprile 2019 e alle comunicazioni verbali e telefoniche intercorse con l’Ass. Anna Montini vi comunichiamo che, in seguito alle condizioni meteo climatiche eccezionali verificatesi nel mese di maggio, la riproduzione delle coppie di Fratino precedentemente segnalate è fallita. Due di queste coppie hanno poi rideposto le uova nella zona di Miramare e, dopo pochi giorni dalla schiusa, hanno portato tra il 21 e il 22 giugno i pulcini nel tratto di spiaggia che si estende tra la colonia Bolognese e la foce del Marano. I suddetti pulcini saranno in grado di volare attorno al 15 luglio. Sino ad allora rischiano di essere uccisi da cani lasciati liberi e involontariamente schiacciati da bagnanti e mezzi che operano sulla spiaggia.

In considerazione dell’elevato interesse conservazionistico della specie, della protezione che le leggi vigenti le assicurano (1) e del prestigio che la riproduzione con successo porterebbe ad entrambi i comuni, chiediamo:

1. che siano attuate immediatamente e fino all’involo dei pulcini (15 luglio) tutte le forme possibili di tutela della specie nell’area, quali il divieto esplicitamente segnalato di lasciare i cani liberi, la realizzazione di uno o più recinti, la collocazione di pallet utilizzabili dai pulcini come ripari (segnalando che non debbono essere rimossi) e una sorveglianza mirata da parte di P.M. e GEV;

2. che lo svolgimento del Jova beach party del 10 luglio sia spostato in altro luogo o sia rinviato a data successiva al 25 luglio. In alternativa, che siano quanto meno concordate con l’organizzazione dell’evento misure speciali di salvaguardia dell’area (ampia recinzione con guardiania continua 24 ore su 24): al concerto parteciperanno decine di migliaia di persone e la pressione antropica nel tratto di spiaggia tra colonia bolognese (compresa) e Marano sarà elevatissima anche nei giorni precedenti e successivi al concerto.

I volontari di AsOER continueranno il monitoraggio dell’andamento riproduttivo fornendo prontamente ogni informazione significativa.

Ringraziando per la collaborazione e la sensibilità fino ad ora dimostrate, porgo i miei più cordiali Saluti.

Il Presidente dell’Associazione
(Roberto Tinarelli)

(1) La specie è tutelata dalla Direttiva comunitaria 2009/147 (ex 79/409) sulla “Conservazione degli uccelli selvatici” (recepita dalla Legge Nazionale 157/92) dove è riportata dal 2005 nell’allegato I come “specie di interesse comunitario”. La Direttiva ”Uccelli” prevede all’Articolo 5 i seguenti divieti: “b ) di distruggere o di danneggiare deliberatamente i nidi e le uova e di asportare i nidi; di disturbarli deliberatamente in particolare durante il periodo di riproduzione e di dipendenza quando ciò abbia conseguenze significative in considerazione degli obiettivi della presente direttiva.” Inoltre, con il Decreto Legislativo n. 121 del 7 luglio 2011, entrato in vigore il 16 agosto 2011, è stata introdotta nel nostro ordinamento la responsabilità penale degli enti giuridici per i reati ambientali mediante l’inserimento nei cataloghi dei reati presupposto della responsabilità degli enti previsti dal d. lgs. 8 giugno 2001, n. 231, che raccolgono in gran parte contravvenzioni già presenti nel cosiddetto “codice dell’ambiente” (d. lgs. 152 del 2006), nonché le fattispecie di nuovo conio di cui agli artt. 727 bis (uccisione, distruzione, prelievo o possesso di esemplari di animali e vegetali selvatiche protette) e 733 bis c.p. (distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto).

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