Maestrina, Stanca, Surreale, Sgonfiato, Politicante:  diamo i voti ai candidati Sindaco

Maestrina, Stanca, Surreale, Sgonfiato, Politicante: diamo i voti ai candidati Sindaco

Ieri sera a Riccione, un incontro pubblico francamente noioso. Tutti d’accordo sul supporto alle scuole paritarie. Gli elettori trattati come cretini che si bevono ogni ovvietà.

Gli elettori sono più scemi dei ragni
Aracnomania. Gli elettori sono più scemi dei ragni. I ragni sanno articolare una trama, danno forma a una tela. L’elettore no, se ne frega della forma, vuole la sostanza. Cioè: un candidato sindaco che prometta alberghi pieni, discoteche illuminate piene di bugie (questo è Enrico Ruggeri), spiagge assolate e patatine per tutti. I candidati sindaco, in effetti, trattano gli elettori come se fossero più scemi dei ragni. Dicono tutti le stesse cose, le solite cose.

L’Album del Qualunquismo Elettorale
Ultimo confronto pubblico importante dei candidati al trono di Sindaco di Riccione. L’incontro si svolge sul ‘sagrato’ del Palazzo del Turismo, organizza la Compagnia delle Opere, cioè il braccio imprenditoriale di Comunione e Liberazione. Format spigliato – canzoncina come incipit, video che assembla le interviste di eminenti protagonisti della scena civica – e domande piuttosto astratte, che permettono ai candidati le più artate risposte, al cui cospetto la ‘poetica del vago e dell’indefinito’ di Leopardi pare un manuale di logica per rapaci promotori finanziari. Cosa volete che pensino i ‘Big Five’ riguardo al rapporto tra pubblico e privato? Cosa volete che dicano su scuola e imprese? In attesa di reincarnarci in aracnidi, ecco squadernato un album del qualunquismo elettorale.

Carlo Conti: “tempi certi e risposte certe agli imprenditori”.
Andrea Delbianco: “quello che oggi accade in un anno, un tempo accadeva in dieci anni, il mondo corre molto veloce, dobbiamo stare al passo con il mondo”.
Morena Ripa: “strade sicure, regole certe, buona moneta; e soprattutto, buone pratiche”.
Renata Tosi: “risolvere, risolvere, risolvere”.
Sabrina Vescovi: “abbiamo l’offerta turistica migliore del Paese”.

Se mandi i figli alle scuole private sei un asparago
Nel regno elettorale della noia, tarantolati dal tedio, la domanda più intrigante scatta alla fine: che ne pensano i candidati della scuola paritaria, la vogliono sostenere? Cielle tira il carro al suo mulino e i Sindaci in pectore, come muli, obbediscono. La Vescovi è risorta dall’era stalinista e ammette, “la scelta educativa va tutelata con lo stesso impegno con cui laicamente sosteniamo la scuola pubblica”, il che è già una notizia, il PD scopre quanto è bella l’istituzione privata. Conti s’impania nella propria vacuità retorica, la Tosi ribadisce il “principio della libertà di scelta” – e ci mancherebbe – la Ripa supera tutti e s’arrischia in un “bisogna valorizzare la scuola privata perché le scuole pubbliche, troppo spesso, non hanno professionalità sufficienti”. Una granata di fischi sommerge la sgargiante mise della candidata. Il più divertente, però, è Del Bianco: “non possiamo precludere a nessuno la scelta scolastica, anche questa è biodiversità”. Ha detto proprio così, biodiversità. Come a dire, io che mando i figli alle scuole paritarie sono un carciofo, anzi, un asparago. Anzi, no. Un ragno.

Non bastano le poppe di Melania, leggete Plutarco. Riccione da serie C
Profezia da mal di stomaco: per un quinquennio Riccione giocherà in serie C. Duole ribadirlo, ma i candidati non sono all’altezza di una cittadina piccola, dal brand notissimo – Riccione è la Ferrari del turismo estivo – che vince con la forza prevaricante delle idee. Che questi non abbiano idee è lampante da un fatto. Tutti propongono “piano strategico” (Ripa), “piano della città” (Vescovi), “masterplan” (Del Bianco), “Agenzia delle Idee” (Tosi), insomma, lo stesso brodo riscaldato nel microonde vecchio di un decennio. Mi domando se costoro, i prossimi Artù della cosa pubblica, abbiano possesso della scienza del governare, abbiano riflettuto sul senso del potere. Si sono confrontati con i pensieri di Marco Aurelio, hanno letto le Vite parallele di Plutarco, hanno studiato il pensiero di Confucio, di Machiavelli? Altrimenti, dio mio, non basta fare training autogeno guardando i video di Trump e le poppe di Melania né berciare in toscanoide come Renzi per governare una città.

Brrr… comincia l’era di “Sabrygrad”?
Morale dell’incontro. Tentiamo, faticosamente, di trarre un giudizio da quanto accaduto ieri sera.
Sabrina Vescovi. La zarina, nerovestita, esce, oggettivamente, vincitrice dal confronto pubblico – anche perché si è portata dietro la claque più agguerrita. Precisa, severa, incazzata al punto giusto. Erotica quanto un iceberg che spacca in quattro una nave da crociera. Le manca l’ardore e l’ardire del sogno: il rischio è che tramuti Riccione in una specie di “Sabrygrad”, più che cittadini, anela ad avere sudditi. Maestrina.
Renata Tosi. Meno aggressiva e penetrante del solito. Allinea un fiotto di frasi fatte (“insieme è più divertente”; “tutto ciò che non è vietato deve essere permesso”), ha nostalgia dei selfie quando era Primo Cittadino, quando tutti le baciavano le mani manco fosse la taumaturga del civismo. L’impressione è che abbia capito che il suo regno di polistirolo le stia crollando in testa. Mai sottovalutarla, però: se va al ballottaggio – lo ha già dimostrato – è capace di uno scatto da cobra. Stanca.
Morena Ripa. Fa elezioni a sé. Galvanizza l’ovvietà elettorale con generose ingenuità, non ha paura di pigliare degli svarioni retorici strabilianti – sulle scuole paritarie, ad esempio. La propongo per un Assessorato al Buongiorno, cominciare la giornata con Morena è uno spasso. Surreale.
Andrea Delbianco. Ma Andrea Delbianco è del Movimento 5 Stelle? Belloccio, barbuto, Delbianco è più ‘politico’ dei suoi avversari. Farcisce le orazioni di endecasillabi di glaciale banalità (tipo: “Riccione è ferma, dobbiamo agevolare l’impresa”; “staremo vicini a tutti quanti”), che strappano applausi beoti. Il punto, però, appunto, è politico: perché il ‘grillino’, dalla fedina politica intonsa, non bastona diligentemente la diligenza del PD e la corte della Tosi? Non si capisce cosa lo distingua dagli altri. Politicante.
Carlo Conti. Uno che è stato Assessore per due anni e mezzo dovrebbe conoscere la macchina comunale a menadito. Invece, Conti latita, svaria sulla fascia retorica come Dybala a Cardiff, rimescola il vuoto. Propone la “politica del ‘si può fare’”, che è la stessa avanzata dai suoi colleghi. Ha capito, probabilmente, che è meglio il paddle il sabato rispetto al trono sindacale tutti i giorni, che palle. Sgonfiato.

In forma di epilogo
“Come il ragno tesse con facilità la sua ragnatela e manifesta il suo potere di creazione senza essere sconfitto da altri, così anche voi stessi fate”, dice il saggio indù. Obbedienti e anarchici, non ci resta che sperare nella metamorfosi. Nel frattempo, meglio ammirare la superba tela del ragno rispetto alla tessera elettorale.

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