Matteo Marzotto: “Spiace anche a me lasciare Ieg”

Matteo Marzotto: “Spiace anche a me lasciare Ieg”

L'ex vicepresidente di Italian Exhibition Group affida ad un post il suo commento alle dimissioni ufficializzate il 15 novembre. "Sono contento se le mie dimissioni contribuiranno a individuare quanto occorre ancora migliorare in azienda".

Dopo la lettera ufficiale di addio, Matteo Marzotto ha affidato ad un post su Facebook il suo commento alle dimissioni: “Spiace anche a me lasciare Italian Exhibition Group a pochi giorni dalla quotazione, traguardo di cui sono sempre stato il primo sostenitore e che comunque considero ormai raggiunto. Sono contento se le mie dimissioni contribuiranno a individuare quanto occorre ancora migliorare in azienda“.

La comunicazione delle dimissioni, con efficacia immediata, a Ieg e all’azionista Vicenza Holding, è arrivata il 15 novembre, ed è stata un’altra scossa che si è aggiunta alle notizie pubblicate dal quotidiano La Stampa, alle quali Ieg ha deciso di rispondere con un comunicato stampa, per “prendere le distanze dalle affermazioni infondate, non veritiere o non più attuali, contenute nei suddetti articoli, fornendo i chiarimenti utili e opportuni a comprendere la natura strumentale di tali critiche, riservandosi ogni ulteriore azione a propria tutela ed a tutela dei propri collaboratori citati negli articoli di stampa”. In un primo momento Ieg si era limitata a diffondere una nota interna dell’amministratore delegato Ugo Ravanelli.

La parola d’ordine è quella di fare quadrato attorno a Ieg, ormai ad un passo dalla quotazione in Borsa. Così si possono leggere le prese di posizione arrivate da Vicenza e da Rimini, da ultimo da parte del sindaco Gnassi, che ha espresso piena sintonia col collega di Vicenza “quando afferma che non c’è alcun problema con Rimini e, come gli ho ribadito, per Rimini non c’è alcun problema con Vicenza.  C’è stata e c’è piena sintonia istituzionale”. Per Andrea Gnassi la “parola d’ordine è “avanti” con il processo di collocazione in Borsa di Italian Exhibition Group. Un processo complesso e articolato ma soprattutto ambizioso perché risponde all’esigenza del gruppo e dei territori di costituire un polo fieristico di valenza mondiale, attraverso una sinergia che oltrepassa i confini provinciali e regionali”. Insieme alla “piena e totale fiducia nei confronti dell’intero management del gruppo. Anche in questo senso Rimini e Vicenza sono due città e due istituzioni che sul polo fieristico non hanno mai ragionato in termini di ruoli e carriere di questo o quello ma esclusivamente nell’interesse del gruppo e nell’attuazione del suo piano industriale”.

Ma Marzotto, pur con toni soft, oltre a sottolineare che la sua è stata una decisione sofferta, non demorde e pone il tema di “migliorare in azienda”, augurandosi che a questo possano servire le sue dimissioni. Nelle sue parole si legge anche una frecciatina sulla questione della quotazione (“sono sempre stato il primo sostenitore”). Difficile non andare con la memoria alla precedente frizione con Cagnoni (poco meno di un anno fa), quando Marzotto dichiarò: “Io ho la delega per seguire il processo di quotazione in Borsa e l’operazione è stata condivisa in toto dai soci di Vicenza e di Rimini. Dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente questa priorità mi sembra essere tornata in discussione”. Quei contrasti rientrarono, per poi esplodere e diventare definitivi pochi giorni fa.

Torna alla carica la Lega. “La questione Fiera non può essere archiviata come se non fosse successo nulla. Farò sollecitare i soggetti convocati dalla Commissione di controllo e garanzia del comune di Rimini (Presidente, Vice Presidente, AD dott. Ravanelli e la responsabile della Vigilanza) ad accettare la richiesta di riferire i fatti che loro conoscono, nel breve tempo. Ciò che deve essere chiaro al Presidente e, soprattutto, all’AD dott. Ravanelli, è  che il patrimonio che loro amministrano è pubblico, per cui i cittadini hanno diritto di sapere e la politica seria ha il dovere di chiedere agli amministratori di spiegare l’accaduto anche se è in corso una operazione finanziaria delicata”, dice Marzio Pecci, capogruppo della Lega in consiglio comunale. “Abbiamo già visto come, per colpa del silenzio di certa stampa e della politica, sia finita la vicenda Aeradria.
Noi vogliamo evitare che un fatto simile si ripeta. Per questo l’inchiesta che ha fatto scoprire un mondo affaristico in fiera deve produrre il chiarimento richiesto. Nel contempo auspico un intervento della Camera di Commercio, che ha il dovere e l’obbligo di garantire parità di condizione a tutte le imprese potenziali fornitrici di beni e servizi alla fiera per garantire imparzialità e trasparenza nella scelta dei contraenti. Altrettanto vale per le Associazioni imprenditoriali e di categoria, per le banche e per la Regione, non tanto nella loro funzione sindacale, quanto per la loro qualità di piccoli azionisti”.

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