Mons. De Nicolò vive coi monaci dossettiani di Monte Tauro

Mons. De Nicolò vive coi monaci dossettiani di Monte Tauro

Il vescovo emerito di Rimini si trova nella struttura di Coriano da alcuni mesi.

Una caduta la scorsa estate l'ha costretto a riposo e dalla sua residenza nel centro storico si è trasferito nella comunità di Coriano, dove viene accudito dalla Piccola famiglia dell’Assunta.

Mons. Mariano De Nicolò si trova da alcuni mesi nella comunità monastica di Monte Tauro, comune di Coriano, accudito dalla «Piccola famiglia dell’Assunta», fondata nel 1972 da don Lanfranco Bellavista, uno dei discepoli di don Giuseppe Dossetti, e riconosciuta dal punto di vista canonico nel 1998 dal vescovo di Rimini, ovvero proprio da De Nicolò. Ha retto infatti la diocesi per quasi vent’anni, dal 1989 al 2007, data in cui è avvenuto l’avvicendamento con mons. Francesco Lambiasi.
Dopo il “pensionamento” il vescovo emerito ha sempre vissuto in un appartamento nel centro storico di Rimini, in piena autonomia. Poi una caduta mentre camminava in città, che lo ha costretto a ricoveri e riabilitazione. Terminato questo periodo ha deciso di condividere la convivenza con i monaci e le monache di Monte Tauro e di farsi assistere da loro. Lo stile di vita è povero, le giornate sono scandite dall’accoglienza, dal lavoro e dalla preghiera. I bambini disabili che fanno parte di questa famiglia religiosa sono affidati come “figli” per tutta la vita ai membri della comunità. Mangiano, dormono e vivono insieme notte e giorno. La Piccola Famiglia dell’Assunta accoglie anche ragazze-madri ed ex prostitute.
Si definiscono “semplici cristiani”, chiamati a vivere il vangelo secondo il modello degli apostoli. “Fratelli e sorelle, consacrati e coniugi, camminiamo secondo la piccola regola, scritta da don Giuseppe Dossetti”. Mettono in pratica il voto della povertà: non hanno nessuna proprietà, lavorano e versano tutto alla comunità. Possono aderire consacrati ma anche famiglie, i primi nella “sequela pura e totale di Cristo nella via della castità”, i secondi “nel sacramento del matrimonio”, come prevede il loro statuto.
De Nicolò ha da poco compiuto 85 anni, essendo nato a Cattolica il 22 gennaio 1932, ed è in questo luogo appartato segnato dall’essenzialità evangelica che ha scelto di trascorrere gli anni che gli restano da vivere. E’ perfettamente lucido e riceve visite di amici e conoscenti, coi quali si ferma volentieri a parlare anche a lungo, a volte ricordando vicende legate al suo episcopato. Al collo una croce in legno, che non ricorda nemmeno lontanamente le preziosi croci pettorali che indossava durante il suo ministero di vescovo. Ha abbracciato la povertà, come i monaci di Monte Tauro. Dopo gli anni in cui ha regnato nella chiesa, prima con responsabilità in Vaticano e poi a Rimini, è l’ora del silenzio, che i dossettiani considerano “l’unica lode vera e degna” e il “progressivo venir meno di ogni fantasia, di ogni programma, di ogni apprensione per il futuro, di ogni pensiero non richiesto dal dovere immediato”.

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