Niente dossieraggio, la storia dei due poliziotti ripulita di qualche eccessivo allarmismo

Niente dossieraggio, la storia dei due poliziotti ripulita di qualche eccessivo allarmismo

Leggere l'articolo di Andrea Rossini oggi sul Corriere di Rimini per dare il giusto peso alla vicenda. Che però ha ancora aspetti che non sono stati

Leggere l’articolo di Andrea Rossini oggi sul Corriere di Rimini per dare il giusto peso alla vicenda. Che però ha ancora aspetti che non sono stati raccontati con chiarezza.

“Due poliziotti in servizio alla questura di Rimini rischiano di pagare con il trasferimento la loro passione politica, sfociata in attivismo, per il Movimento 5Stelle”. L’articolo di Andrea Rossini sul Corriere di Rimini spiega molto bene la vicenda e lo fa senza sollevare falsi allarmi, come quello del “dossieraggio”. “Promuovere una lista piuttosto che un’altra, darsi da fare per convincere un candidato e parlottare di poltrone fuori del “gabbiotto” della prefettura sono comportamenti incompatibili con la divisa, a meno che uno non lo faccia dopo essersi messo legittimamente in aspettativa”. Ma Rossini chiarisce che a giudizio della magistratura (che ha ricevuto le carte dal questore di Rimini per cortesia istituzionale e non come notizia di reato) il caso non ha “connotazioni di rilevanza penale”. Secondo il procuratore capo Giovagnoli “l’attività “politica” dei due poliziotti, per quanto deontologicamente deplorevole”, non è andata oltre qualche chiacchiera in piazza e qualche post sotto falsa identità su Facebook. “Raccolte di informazioni che per uno dei due, in forza alla Digos, sarebbe stata anche giustificabile per ragioni di servizio se si fosse tradotta in relazioni per l’ufficio. Invece niente, né per la questura, né per i propri cassetti”. Ma l’aspetto importante, sul quale invece c’è chi alza i toni (perché non sa o perché gli conviene) è che “non esiste alcun dossier né sul sindaco Andrea Gnassi, né sul candidato Davide Grassi. Una pura invenzione nel gioco dei tentativi di strumentalizzazione incrociati ai quali si è sottratto il questore: Improta ha fatto mettere tutto nero su bianco e ha trasmesso a chi di dovere, ministero compreso”. Ieri, sull’onda dell’articolo del Carlino che ha messo in pagina la notizia, anche l’onorevole Tiziano Arlotti si è affrettato a stigmatizzare “chi pensa di poter fare politica con intrighi e dossieraggi”.
Rossini racconta poi come è stata portata alla luce la storia: “Il primo verbale risale al 15 febbraio scorso. E’ Davide Grassi, l’avvocato aspirante primo cittadino a “denunciare” i due poliziotti facendo nomi e cognomi e riferendo come sia stato avvicinato in alcune, circostanziate, occasioni da loro come “portavoce” della lista alternativa alla sua (sempre in area Movimento 5Stelle). «Uniamo le forze», è il loro messaggio. La conferma arriva da un secondo attivista, Davide Ghinelli, amico di uno dei poliziotti: racconta la sua delusione per il comportamento degli agenti che, riuniti all’ingresso della prefettura, gli parlano di strategie elettorali e “poltrone”. Ora il piantone che perdeva di vista l’ingresso e il collega col “Fatto quotidiano” sottobraccio rischiano di fare la fine di Grillo. Quello di Pinocchio, però: spiaccicati da una martellata. E’ la politica, ragazzi, e non potete farci niente”.

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