Non paghi la Tari? Ti chiudo il locale. Renata Tosi fa sul serio, partendo dal Cocoricò

Non paghi la Tari? Ti chiudo il locale. Renata Tosi fa sul serio, partendo dal Cocoricò

Licenza sospesa per tre mesi al locale riccionese. "E' l'unico modo per arrivare in maniera efficace a far comprendere a tutti che bisogna contribuire al pagamento corretto di tutte le tasse", spiega il sindaco. La giustizia contributiva all'opera.

Licenza sospesa per tre mesi al Cocoricò. Motivo? Il locale non avrebbe pagato la tassa sui rifiuti. “E’ l’unico modo per arrivare in maniera efficace a far comprendere a tutti che bisogna contribuire al pagamento corretto di tutte le tasse. Abbiamo applicato il massimo della sanzione, tre mesi di sospensione della licenza, perché non è stata versata neanche una rata della Tari 2018. In realtà le società che si sono succedute alla gestione della discoteca non hanno mai pagato la tassa sui rifiuti. E’ un segnale forte, e non è il primo, ne arriveranno altri”. Così dichiara il sindaco di Riccione al Corriere di Rimini, che oggi pubblica la notizia.
D’altra parte Renata Tosi l’aveva spiegato: “Chi non pagherà rischierà la sospensione della licenza per un periodo variabile da 1 giorno a 3 mesi”.
Circolavano già dettagli sulla programmazione del capodanno al Cocoricò, 24 ore di musica elettronica con 30 Dj’s, e adesso? Resta eventualmente il ricorso al Tar contro il provvedimento del Comune di Riccione. Ma al di là del caso in questione (Renata Tosi ha già detto che la “mannaia” si abbatterà anche su altri), il tema è d’interesse generale e insegna qualcosa anche alla vicina Rimini, che invece nei confronti degli evasori della Tari (e sono molti nel mondo turistico) non ha fino ad oggi usato il pugno di ferro. E così Renata Tosi insegna alla sinistra come si maneggia la giustizia contributiva. E non è un particolare da poco. L’importanza dell’argomento l’ha spiegata molto bene il prof. Stefano Zamagni: “Dalla appartenenza ad una determinata comunità discende l’obligatio in capo a ciascuno di contribuire al perseguimento del bene comune umano. E’ perché il mio destino è “legato” a quello del mio prossimo che devo sentirmi impegnato a contribuire alla realizzazione del bene della civitas e ciò a prescindere dal mio interesse o dal comando che discende dalla legge. A ben considerare, è soprattutto della giustizia contributiva che le nostre società odierne hanno immenso bisogno se vogliono continuare a progredire”.

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