Ora si è capito perché si chiama “piazza sull’acqua”

Ora si è capito perché si chiama “piazza sull’acqua”

La sistemazione dell'invaso del ponte di Tiberio mostra già i suoi problemi. Con la pioggia caduta si sono formati ampi allagamenti. Il Comune spiega che l'area è un "presidio idraulico" ma c'è da chiedersi se alcuni lavori non abbiano aggravato la situazione.

Le recenti piogge sulla città (e non stiamo parlando di elezioni) hanno lasciato il segno anche nell’invaso del ponte di Tiberio, riqualificato (?) una manciata di mesi fa.

Nonostante gli avvisi che mettono in guardia sul possibile allagamento della zona “appena riqualificata” (!) e il cartello che recita molto chiaramente “aiuola in manutenzione”, c’è sempre qualcuno che se ne impipa bellamente. E ci fa il bagno.

Chi disattende gli avvertimenti non può poi prendersela con l’Amministrazione Comunale che di grattacapi ne ha già tanti.
Un utente, su Facebook commenta che “sembra una pozza per maiali”. Che esagerato…
Noi non commentiamo: mostriamo solo documentazione fotografica dello stato delle cose.

Scherzi a parte, il problema c’è tutto e si presenterà anche in futuro. Il ristagno, anzi il vero e proprio allagamento, è possibile che tornerà ad ogni inverno e verrebbe da chiedersi se chi ha autorizzato i lavori (come l’Autorità di bacino) non potesse prevedere quello che si è verificato. La “piazza sull’acqua” c’è, ma non proprio quella che l’amministrazione comunale aveva in mente.

L’amministrazione comunale oggi ha inviato una lunga nota per “giustificare” l’allagamento. E forse il quadro, anziché alleggerirsi, si aggrava.
Perché spiega che il “progetto ed i lavori realizzati sono intervenuti in un ambito che è presidio idraulico. Quindi nessuna tipologia di opera ha potuto prescindere dalla compatibilità con la prevalente natura ed efficienza idraulica del luogo”. L’area in questione, “parte del progetto Piazza sull’acqua, è caratterizzata da una speciale pavimentazione “galleggiante”, realizzata su un letto di inerte altamente drenante. Anche l’antistante pavimentazione in “legno composito” è di tipo galleggiante cioè con un interspazio vuoto costante che consente il flusso sia delle acque meteoriche che dell’acqua di marea che infine la permeabilità che il deflusso in caso di eventuali fenomeni estremi del parco stesso”.

L’area è “presidio idraulico” e “considerando che siamo nel letto originario del fiume Marecchia, che opera oggi come scolmatore in caso di piene particolari del fiume come è accaduto ad esempio nel novembre del 2013”. E ancora: “Il grande Parco pubblico a monte del bimillenario ponte di Tiberio – bisogna ricordare – vive e convive con la duplice condizione di essere luogo di svago, passeggio e divertimento (nonché spina verde che si addentra nella città) ma anche una “macchina” che per il tratto compreso tra il “Ponte in legno sul deviatore” e per l’appunto il “labbro” (passerella in legno composito) sull’invaso, è una “vasca di laminazione” pensata e strutturata in modo tale da poter contenere piene anche centenarie, quindi un vaso di espansione “calibrato” e naturalizzato”.
Quel che non si capisce è il motivo per il quale, stante il “presidio idraulico” si sia intervenuto con un progetto costoso che sarà soggetto anche in futuro ad allagamenti.

Tanto più che la stessa amministrazione comunale ammette che “gli effetti della marea, capaci di innalzare il livello del mare a pelo d’acqua delle banchine del porto canale, risalgono fino all’invaso del Tiberio che oggi funziona anche come sacca terminale del flusso di marea. Questa marea oggi è talmente determinante che influisce anche sulle caratteristiche naturali del luogo verde. Difatti la marea porta acqua marina che qui si miscela con quella dolce che costantemente scorre a pochi centimetri dal piano centrale del parco divenendo acqua salmastra. Tale condizione ha determinato negli anni anche la morte di varie alberature e la modifica delle specie di erbacee che crescono spontaneamente nella parte centrale del parco e ne costituiscono il manto inerbito. Manto inerbito naturale che spesso si presenta anche brullo proprio in quanto derivante dalla componente umida non più dolce ma salmastra”.

“La presenza di acquitrini ha sempre caratterizzato questa area come facilmente dimostrabile da una ricca documentazione fotografica precedente. Al contrario la migliorata accessibilità del luogo ha permesso, anche in condizioni meteo avverse, di poter svolgere manifestazioni – come ad esempio la celebrazione della “Giornata dei Giusti” – anche in un periodo di forti piogge”. Non è un po’ accontentarsi?

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