Otto cantautori per l’amico don Giancarlo questa sera al Tarkovskij

Otto cantautori per l’amico don Giancarlo questa sera al Tarkovskij

Mentre alla biblioteca Gambalunga è allestita la mostra a lui dedicata, alle ore 21 di oggi, Vanni Casadei, Angelo Casali, Daniele Donati, Roberto Grotti, Stefano Pianori, Ciro Picciano, Marina Valmaggi e Daniele Semprini propongono un repertorio di brani che hanno segnato una lunga storia di amicizia. Cresciuta nel solco della paternità di don Giancarlo Ugolini.

Diciamolo subito senza tema di smentita: l’appuntamento di cui parliamo ha del miracoloso. Solo così si spiega il fatto che otto cantautori ‘sui generis’ per così dire (nel senso che tutti nella vita fanno mestieri diversi, la maggior parte insegnanti ma anche informatici, agronomi, ingegneri) possano ritrovarsi non per un’operazione nostalgica di semplice ricordo ma richiamati dalla comune amicizia e paternità per don Giancarlo Ugolini, il padre di Comunione e liberazione a Rimini, di cui ricorrono i dieci anni dalla morte. Lo ha spiegato bene anche don Julian Carron, il successore di don Luigi Giussani alla guida di CL, nell’omelia della messa il 3 ottobre scorso a Sant’Agostino. Carron ha spiegato come il metodo di Dio per rivelarsi all’uomo non è mai cambiato: “Dio si rende prossimo all’uomo attraverso un volto umano che porta nome e cognome”. Nel caso della comunità di Rimini, ha spiegato Carron, “Don Giancarlo Ugolini, a cui tutti siete grati per la sua paternità; è come se… anzi non ‘come se’: è la modalità, il volto, la vicinanza, la carnalità, la storicità – altro che astrazione! – del mistero di Dio che si è reso vicino a ciascuno di noi e lo abbiamo incontrato in momenti diversi della strada e ci ha travolto. Voi siete qua perché non avete potuto resistere a quella diversità che si portava addosso e siete rimasti affascinati”. E questo dura a Rimini da oltre 50 anni.

Dunque non solo un ricordo, ancorché bello, ma la serata del Tarkovskij è un incontro vero con otto cantautori la cui vita è cresciuta (insieme a centinaia di compagni di strada) nel solco della paternità e dell’amicizia con questo sacerdote, uomo a tutto tondo, come si può vedere nella mostra “Io poi sono un amante sviscerato della libertà”, allestita (dopo il Meeting, in agosto) alla Biblioteca Gambalunga fino al 14 ottobre (foto d’apertura).

Ma concentriamoci sulla serata. Miracolosa dicevo (sono sicuro che gli otto, tutti fra loro amici, rideranno di questa singolare sottolineatura anche perché, sto parlando in generale, la gelosia e l’invidia dei protagonisti del mondo artistico è leggendaria) perché trovatemi voi tante persone che si mettono insieme solo e semplicemente per amicizia a cantare le loro stesse canzoni. Gratis et amore Dei, come si direbbe in latino. Si tratta fra l’altro di riminesi e riccionesi, con l’eccezione di Daniele Semprini che pur essendo originario di Cattolica è una vita che vive a Reggio Emilia dov’è andato tanti anni fa per il suo lavoro d’insegnante e dal quale da quest’anno è andato in pensione. Gli altri sono: Vanni Casadei, Angelo Casali, Daniele Donati, Roberto Grotti, Stefano Pianori (che vive a Cesena ed è farmacista a Sarsina), Ciro Picciano, Marina Valmaggi. Ma non posso non citare le collaborazioni di cui si sono arricchiti: i musicisti Ascanio Donati, Marco Fantini, Franco Gabellini (Wiz), Anacleto Gambarara, Luca Gori, Romeo Zammarchi; i cantanti Elisabetta Bellini, Simonetta Ceccarini, Clementina Farina, Giusy Fratta, Marco Frisoni (Frizz), Rosanna Lidoni, Pietro Masinelli, Cinzia Piccioni, Guya Valmaggi, Giuliano Zavattini; i tecnici Gianni Genestreti e Luciano Fantini. Un grazie gli otto lo indirizzano anche agli amici di Zafra e del Corone nonché a Silvano Migani e Giorgio Salvatori, al comitato per il decennale di don Giancarlo Ugolini, a Comunione e Liberazione, per le splendide fotografie che saranno proiettate e alla direzione del teatro Tarkovskij, dove si svolgerà la serata.

Non resisto alla tentazione almeno di accennare qualcosa sul repertorio. Tuttavia incomincerei col citare un brano della poesia che Davide Rondoni ha scritto quando è morto don Giancarlo; una poesia affissa sulla tomba del sacerdote nel cimitero di Montecolombo. Lo faccio anche perché Rondoni è riuscito a rendere poetico anche un intercalare che don Giancarlo usava spesso nelle conversazioni (“dico davvero, dico) e che per alcuni potrebbe risultare solo un ‘difetto’ oratorio: “Ci sono uomini che cercano il vento e uomini che cercano il mare, ce ne sono che scrivono poesia, e altri che curano le persone quando arrivano, quando vanno via / ci sono uomini perduti nelle gallerie del tempo, che vivono e poi muoiono ed è più o meno tutto qui. E poi ci sono uomini, sì, uomini che fanno il popolo. Che curano il popolo e fanno poesia che è il cuore del popolo. E la loro vita, dice davvero, dice che non si smarrisce la vita. Uomini come te che hanno fatto il popolo – e il mare e il vento e i nostri occhi che ora ti piangono e ti sorridono”.

A proposito del repertorio forse si assisterà a qualche sorpresa: a parte un puzzle di una decina di minuti in cui si intrecceranno undici canzoni forse tra le più conosciute ed eseguite: Preghiera a Maria (Semprini); Icaro, Le Veglie e i maghi (Casali); Tu sei venuto dal buio, Narrano i cieli (Valmaggi); Maranathà, Dal profondo del tempo, In Comunione (Pianori); Ore diverse, Beato l’uomo (Casadei); Nella Tua pace (Picciano). Ma oltre a questo ci saranno brani più o meno recenti ma certo meno conosciuti: per esempio Canzone per un amico di Ciro Picciano; Mi ricorderò di Stefano Pianori; Chi non ha sentito di Marina Valmaggi; Pescatori e l’Ultima stella di Angelo Casali; Sulla strada di Samaria e l’Asino di Daniele Semprini; Dove troveremo tutto il pane di Stefano Pianori; l’Ultimo amico, E si cantava di Daniele Donati; Sul lago di Tiberiade e Nel silenzio dei campi di Vanni Casadei; Sulla Collina e Com’è grande di Roberto Grotti; l’Ultimo colpo d’ala di Ciro Picciano. Ci sono poi canti adattati e tradotti da Marina Valmaggi eseguiti qualche anno fa dagli Zafra come Grazie alla vita di Violeta Parra e Al Final di Silvio Rodriguez. Quest’ultima canzone piaceva da matti a don Giancarlo, tant’è vero che fu cantata al termine del suo funerale, insieme ad un’altra canzone, che citiamo perché di Roberto Grotti: Il nostro cuore non si è perduto. Ed anche altre canzoni non degli autori riminesi come Il popolo canta la sua liberazione di Claudio Chieffo, Povera Voce di Adriana Mascagni; Ho abbandonato, questa tradotta anche in spagnolo.

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