Pasqua e dintorni

Pasqua e dintorni

Buona Pasqua rurale, e tre mete nelle vicine Marche per chiudere in bellezza con la Pasquetta.

Diceva Tonino Guerra: dedico queste storie ai contadini che non hanno abbandonato la terra, per riempire i nostri occhi di fiori a primavera. A volte basta davvero poco per provare una emozione: Pasqua è emozione. Per noi è la campagna che esplode con i suoi colori, è la vita che ritorna, è il sedersi a tavola avvolti da profumi antichi, con le persone che ci vogliono bene. Finita la Quaresima, è il piacere della carne, è vivere intensamente il quotidiano sapendo di non essere un incidente nella Storia. E’ camminare nel vento, è avere un orizzonte, è Ulisse pronto a nuove sfide. Tornando a bomba, se il problema è la Pasquetta, ve lo risolvo, anzi di più. Andiamo fuori porta.
Tra le mete che vi suggerisco nelle Marche, la mia regione preferita, la prima è Montefabbri a pochi chilometri da Pesaro andando verso Urbino, la mia città ideale, seguendo le indicazioni Colbordolo. Una poesia, una chicca che conoscono in pochi. Da quelle parti è nato Giovanni Santi il padre di Raffaello. In Romagna i Santi diventarono Santini e Santucci: io e Nando siamo cugini alla lontana del Grande Urbinate. La seconda è Frontino: il comune più piccolo della provincia di Pesaro-Urbino, 283 abitanti. Nel 2014 è stato inserito tra i borghi più belli d’Italia e nel giugno 2016 ha ottenuto la Bandiera Arancione dal Touring Club: il salotto del Montefeltro al cospetto della Carpegna. La terza e ultima è Matelica e il suo vino: il Verdicchio. Siamo in provincia di Macerata, in una terra quasi nascosta; è l’unica valle della regione Marche ad essere disposta Nord-Sud, tutte le altre sono posizionate in direzione Ovest-Est. Il Verdicchio di Matelica vive questa unicità pedoclimatica, la peculiarità è quindi riconducibile al terroir della valle chiusa al mare. E’ insomma il Verdicchio di montagna prodotto in un contesto “molto limitato e molto delimitato”.
Buona Pasqua.
Rurali sempre.

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