Pd vs Renata Tosi. Tra tautologia e copia-incolla

Pd vs Renata Tosi. Tra tautologia e copia-incolla

Guardiamo nel menù programmatico di Sabrina Vescovi e in quello della rivale. Con una previsione sul risultato al primo turno.

Guerra tra reginette sanguinarie
Dicono che saranno loro a contendersi lo scettro di Riccione. Comunque vada, sarà catastrofe. Da una parte il ‘partito unico’ che si compatta, spappolato, intorno a Sabrina Vescovi, imprenditrice audace, vecchia di politica (è stata Presidente del Consiglio comunale di Riccione, Assessore e Consigliere provinciale). Dall’altra ancora lei, Renata Tosi, per la terza volta candidata Sindaco (nel 2009 perde contro Pironi, nel 2014 batte Ubaldi; nel 2004 è votata come consigliere alle spalle di Giovanni ‘Johnny’ Bezzi, che da tempo le ha voltato le spalle, per la lista ‘Impegno Riccione’). Comunque vada, ai riccionesi capiterà una reginetta. Sabrina Vescovi ha il piglio della zarina, pare una Caterina II, una che non ci pensava troppo a deporre il maritino zar e a sbatterlo in gabbia pur di pigliare il potere. La Tosi, che non smette i panni della vittima – ma è stata tradita nella stessa misura in cui ha tradito, poiché l’arte politica, non siamo delle verginelle, è l’arte sottile del tradimento e della manipolazione – pare Maria d’Inghilterra, ribattezzata ‘la Sanguinaria’. Preparatevi: se in sella torna la Tosi sbocceranno le liste di proscrizione, dovremo cambiar città, farà terra bruciata. Se passa la Vescovi, torna la prigione cardinalizia del partito più patetico d’Italia.

La resa dei programmi. PD: esegesi della tautologia
Il PD – così dicono – ha depositato in Comune un programma di quaranta pagine. Speriamo. Ai poveri convenuti – forse perché conviene pensare che l’elettore sia un cretino – offrono una brochure, un pieghevole che pare il menù di un ristorante. Un menù politico francamente tautologico. Tutti, infatti, vogliono una “Riccione città del ben vivere” – a ben vedere, soltanto un candidato suicida potrebbe proporre una Riccione dove si vive male – una “città sicura”, una “città della scuola e dei giovani” e una “città giardino”. Nel concreto, si propone la restaurazione come principio di governo – “rassegnazione delle sedi delle associazioni di volontariato”; “revisione del regolamento sugli orari per la musica”; “riapertura dell’Arboreto Cicchetti” – e tante buone idee più tendenziose che di tendenza – come un assai vago ‘Laboratorio Permanente Turismo’. Come è consuetudine della sinistra, la cultura viene considerata necessaria ancella elettorale: la Vescovi copia un paio di idee che ho divulgato su questa fanzine – chessò, far diventare “residenze creative” Villa Mussolini e gli Agolanti; esaltare Riccione come “città delle anteprime cinematografiche”; “valorizzare gli archivi storici”. A proposito degli archivi, però, è bene che si muovano al di là del volontariato che anima i nostri cuori in disarmo, perché gli archivi, come ho raccontato, stanno letteralmente sparendo. Come il PD, per altro.

Renata, ovvero, la sublime arte del copia-e-incolla
Renata Tosi, raggiante come sempre, non ha necessità di pieghevoli elettorali. Squaderna trenta pagina di programma. “La nostra stella polare è la ricerca del bello”. Questo è l’incipit del programma, tutelato da una citazione di Luigi Sturzo, il fondatore del Partito Popolare Italiano, di fatto l’alcova della Democrazia Cristiana, e da una frase di Saint-Exupéry, quello del Piccolo principe. Brava Renata, mi ricorda D’Annunzio, “il candidato della Bellezza”, eletto in Parlamento nel 1897, nella destra estrema, ma passato, con nonchalance – e con un colpo di teatro pubblico – tre anni dopo, alla sinistra. Le idee più bizzarre di Renata sono queste:
*“Eventuale ‘scalo’ a Riccione delle navi Costa Crociere”;
*creazione di un “Consorzio Riccione Sport”;
*“riportare a Riccione il fortunato e popolare evento ludico-sportivo ‘Giochi senza frontiere’”;
*fare del Castello degli Agolanti “il Castello dei Bambini e delle Bambine”.
La cultura alla Tosi interessa poco: il concetto per cui “la politica degli eventi deve avere un’unica regia che tenga insieme e coordini intrattenimento sport e cultura”, vuol dire marginalizzare, anzi, annientare la cultura a un inerte orpello amministrativo. Infatti oltre a “rassegne di musica (dal Blues al grande Jazz)” e a un non ben comprensibile appello al “grande e fascinoso mondo del cinema” non c’è nulla di culturalmente rilevante nel programma elettorale.
Il bello, però, viene poi. Alcuni pezzi del programma della Tosi, infatti, sono copiaincollati dal programma del Popolo della Famiglia divulgato l’anno scorso (esempio: “La giustizia sociale, una volta tramontate le ideologie ed affermatasi la ‘globalizzazione dell’indifferenza’, è un modello da riproporre oggi nel modo più deciso”). Poco importa, sul carroccio della Tosi c’è spazio anche per il partito di Mario Adinolfi, si tratta di condivisione d’intenti. Più interessante il pensiero di Renata “in merito alla realtà dell’immigrazione”. Già, cosa ne pensa la Tosi sull’immigrazione? Ecco: “Compito della politica è quello di promuovere processi di accoglienza responsabile e aprire sentieri di confronto in grado di sollecitare e accrescere la conoscenza e la reciprocità tra cittadini diversi per ‘provenienza’ ma appartenenti all’unica radice umana”. Un concetto flautato. Ricalcato uguale uguale dal pensiero di Luigi Brasiello, come testimoniato nel programma elettorale del 2013, per diventare Sindaco di Isernia. Un esempio di telepatia partitica? Per il futuro politico della Tosi ci auguriamo di no. Brasiello ha ottenuto la seggiola di Sindaco, ma è stato sfiduciato nel 2015, a causa del Bilancio. Brasiello, per inciso, era un candidato del PD, guidava una coalizione di centrosinistra. Come a dire, attrazione fatale tra gli opposti.

Previsioni, liste etc.
Queste elezioni hanno ubriacato i riccionesi. Sono sbocciate un mucchio di liste, con un sacco di candidati consiglieri. Da un giorno all’altro non c’è riccionese che non si sia scoperto stratega politico. Pare di essere ai Mondiali, quando tutti si pensano allenatori dell’Italia. Dalla mia sgancio la previsione, così potete sfottermi tra un mese. Il PD, comprese le liste, farà il minimo storico, diciamo il 36%. Renata arriva poco sotto il 30%. Agli altri le frattaglie. Al ballottaggio, quando tutti sono traditori, capiremo chi è il più scaltro. Comunque vada, sarà un massacro.

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