Perché il presidente della Provincia non ha mostrato il contenuto del “nulla osta” del Mit?

Perché il presidente della Provincia non ha mostrato il contenuto del “nulla osta” del Mit?

Due giorni fa Riziero Santi ha sbandierato su Facebook qualcosa che appariva come il convinto via libera del ministero dei Trasporti alla partenza "sperimentale" del Metromare. Vi mostriamo la comunicazione che arriva da Roma e... sorpresa. Ma visto che la linea sarà attivata con normali tram ibridi e a metano, bisogna chiedersi: cosa resta di strategico e innovativo a quest'opera che è stata finanziata in base a queste caratteristiche ma che a quasi 30 anni di distanza ha cambiato i suoi connotati?

Perché il presidente della Provincia non ha mostrato il contenuto della lettera del ministero dei Trasporti che ha sbandierato su Facebook due giorni fa? Ricordate cosa scrisse?

“METROMARE. Acquisito anche nulla osta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sull’avvio della fase sperimentale”. Queste le parole postate da Santi. Ma se non ha scoperto le carte lui, lo facciamo noi.

La nota del ministero dei Trasporti trasmessa a Pmr e per conoscenza ad Ustif, Provincia di Rimini, Agenzia Mobilità Romagnola e Start Romagna, così recita: “Con riferimento a quanto evidenziato nella nota n. 3212 del 8.08.2019 in merito all’esercizio provvisorio con veicoli ad alimentazione ibrida e metano, si fa rilevare che questo Ufficio non ha competenza in merito trattandosi della circolazione di veicoli che non utilizzano impianti fissi; resta, naturalmente, inteso il rispetto delle disposizioni dettate dal Codice della Strada“. Fine. Il Mit afferma di non avere competenza e raccomanda il rispetto della codice della strada.

Ormai il Metromare, che Riziero Santi si è assunto la responsabilità di avviare ad ogni costo, è considerato un normale Tram. Per la cosiddetta fase sperimentale sulla tratta che collega le stazioni di Rimini e Riccione, correranno mezzi ibridi e a metano presi “a prestito” da altre città, Ravenna e Bologna. Si può chiamare farsa? Il progetto del Trc è stato finanziato come un’opera con veicoli “tecnologicamente innovativi”, invece a 27 anni di distanza dal primo progetto di massima (giugno 1992) ci ritroviamo qualcosa di molto ma molto diverso.

La legge 26 febbraio 1992, n. 211 (“Interventi nel settore dei sistemi di trasporto rapido di massa”) prevedeva: “Art. 1. Ai fini dello sviluppo dei sistemi di trasporto pubblico nelle aree urbane e per favorire l’installazione di sistemi di trasporto rapido di massa a guida vincolata in sede propria e di tranvie veloci, a contenuto tecnologico innovativo atti a migliorare in tali aree la mobilità e le condizioni ambientali, possono avvalersi dei benefici previsti dalla presente legge le città metropolitane, nonché i comuni individuati, su proposta delle regioni interessate, dal Ministro per i problemi delle aree urbane, di concerto con il Ministro dei trasporti, sulla base delle indicazioni del piano generale dei trasporti e, ove esistenti ed aggiornati, dei piani regionali dei trasporti.” Il sistema di trasporto a guida vincolata nell’area metropolitana della costa romagnola rientra poi nel primo programma delle opere strategiche individuate con delibera CIPE 21/12/2001 n° 121 (Gazz. Uff. n. 51 del 21/03/2002). I mezzi attesi erano i famosi Phileas a guida magnetica, ma arrivò la tegola del fallimento della società che avrebbe dovuto costruirli. E allora si è pensato bene di cambiare cavallo, con un grande ciaone alla guida ottica e alla tecnologia innovativa. Ma si sono comunque spesi oltre 100 milioni di euro per avere una normale linea di filobus su gomma su un percorso a “senso unico alternato”, compresa una interruzione per superare i binari delle Officine Grandi Riparazioni: altroché metropolitana.

Essendo cambiati i connotati del Trc originario, verrebbe da chiedersi quale strategicità rivesta questo tipo di trasporto e dunque se i finanziamenti concessi siano “regolari”. Ma questo è un ulteriore capitolo della lunga telenovela sulla metropolitana di costa.

Il 27 agosto la Provincia di Rimini ha comunicato l’avvio del “procedimento autorizzatorio per l’istituzione della linea” del Metromare. Nella nota stampa spiegava: “Sono stati pubblicati questa mattina sul sito della Provincia il verbale del Comitato di coordinamento di giovedì 22 agosto e la lettera per l’avvio del procedimento autorizzatorio per l’istituzione della linea MetroMare del 27 agosto”. E allegava anche il verbale. Peccato fosse pieno di omissis. Tre pagine su dieci rispetto al verbale integrale che è consultabile sull’albo pretorio della Provincia.
Perché il presidente Riziero Santi, diventato improvvisamente iperattivo sul Trc, intenzionato a far partire ad ogni costo il servizio, non ha fatto inviare alla stampa il verbale integrale? “Per un mero errore materiale”, ci è stato risposto, che però non è stato corretto in seguito.
A sparire dal resoconto del Comitato di coordinamento per la realizzazione del Trc che si è tenuto nel pomeriggio del 22 agosto presso la sede di via Dario Campana, e che Riziero Santi ha veicolato ai giornali, è tutta l’interessante discussione fra i partecipanti al tavolo. In particolare gli incalzanti interventi di Renata Tosi. E la “censura” si fa pesante soprattutto ai danni del sindaco di Riccione, della quale il verbale “purgato” giunto ai media narra solo che “la rappresentante del Comune di Riccione” si è espressa in maniera contraria e “dichiara di non essere favorevole all’avvio dell’esercizio nei termini oggi proposti poiché l’Accordo di programma prevedeva l’attivazione di un servizio con un’altra tipologia di veicoli; Il TRC è tale solo nella sua completezza e la sua infrastruttura è stata ideata e collaudata per una specifica tipologia di veicoli filoviari ed a guida vincolata. Pertanto il servizio può essere avviato ed inserito nell’ambito dei serivizi di TPL solo quando il sistema sarà così completato”.

Perché il Comitato non è stato riunito anche per esaminare e discutere il progetto della tratta stazione di Rimini-Fiera, ha domandato il sindaco Tosi il 22 agosto, “che si è letto sulla stampa e che il Comune di Rimini ha presentato al Ministero”? Perché le richieste del Comune di Riccione per convocare il Comitato su altre questioni non sono state accolte? Perché delle varianti all’opera Trc non si è mai discusso nel Comitato?

Della tratta stazione-fiera il Comitato non ha discusso, ma il verbale integrale del 22 agosto riporta che invece il tema della terza tratta del Trc, Riccione-Cattolica, è stato messo sul tavolo dal presidente Pmr Massimo Paganelli. Fra l’altro risultava assente il Comune di Cattolica, e il sindaco di Riccione ha fatto presente che “nell’accordo di programma è previsto che il Comitato sia validamente costituito solo se sono presenti i comuni interessati”. Ma Paganelli, col benestare del presidente Santi, ha tirato dritto, perché “non ci sono motivazioni da assumere: si intendeva fornire un’informativa per definire il da farsi in relazione alla possibilità di ottenere contributi pubblici”. Ed è partito con la lettura di una “nota informativa” di fatto per sollecitare i comuni di Riccione, Misano e Cattolica a mettere in cantiere la terza tratta, candidando Pmr a rivestire il ruolo di “soggetto attuatore con l’onere dell’elaborazione degli atti amministrativi utili a richiedere i finanziamenti” e mettere insieme la documentazione tecnica, che deve essere presentata entro il 31 dicembre 2019.

Reazioni? Il sindaco di Misano Piccioni è interessato alla terza tratta, purché “ci sia continuità fino alle Navi di Cattolica”, ha detto, ma soprattuto è sembrato attento a che non debbano verificarsi gli scempi che si sono visti fra Rimini e Riccione: “evidentemente la soluzione tecnica dovrebbe essere differente rispetto a quella utilizzata per la prima tratta”, sono state le sue parole. Dateci il Metromare ma non fateci pagare il prezzo pagato dai residenti lungo il tracciato di Rimini e Riccione, insomma.

Fino a quando circoleranno i nuovi tram in via sperimentale? Fino a quando non arriveranno gli Equicity18T, perché com’è noto i tempi di consegna del materiale rotabile contrattualmente previsto sono slittati: il primo veicolo era atteso entro il 22 agosto 2019, invece arriverà (stando agli annunci) nell’ultima settimana di novembre 2019. E rispetto alla consegna dell’intera flotta prevista entro il 22 gennaio 2020, si slitta alla prima settimana di febbraio 2020. Non è che si possa parlare di ritardi biblici. I veri ritardi sono stati accumulati in precedenza.

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