Pio Manzù in vendita, nessuno si fa avanti: oggi in prima pagina

Pio Manzù in vendita, nessuno si fa avanti: oggi in prima pagina

Comuni, enti pubblici, musei, associazioni: manifestazioni d'interesse zero per il centro fondato da Gerardo Dasi. Discoteca evade due milioni di euro. Che fine ha fatto il mondo della notte a Rimini? "Importante aprire una riflessione seria". Le notizie che si leggono sui quotidiani locali in edicola.

All’asta il Pio Manzù, nel disinteresse generale. “A parole, all’indomani dello scioglimento dell’associazione “Centro ricerche internazionali Pio Manzù”, tutti dicevano di voler salvare se non il sogno del fondatore Gerardo Dasi (morto a 90 anni il 12 ottobre 2014) almeno l’archivio. In realtà se ne sono sbattuti, e continuano a fregarsene, come conferma la fonte più autorevole in materia: il commercialista Bruno Valcamonici. Al professionista, infatti, dopo la decisione da parte dei soci di chiudere i battenti (gennaio 2016) furono affidate le pratiche dello scioglimento e della liquidazione. E a lui spetta il compito di mettere in vendita quel che resta (e come vedremo non è poco) del “Centro PioManzù”. Dopo le perizie sui beni Valcamonici ha inviato una lettera a Comuni, enti pubblici, musei, associazioni, per sollecitare manifestazioni di interesse. La risposta? «Quale risposta? Nessuno si è degnato di rispondere e neppure di alzare il telefono».” (Corriere di Rimini)

Discoteca evade due milioni di euro. “E’ quello che hanno scoperto gli uomini della Guardia di Finanza di Rimini al termine di un’articolata indagine, denominata «Full black», realizzata proprio nell’ambito del mondo della notte. E le sorprese non sono di certo mancate. La più eclatante è stata una discoteca del Riminese che ha incassato, stando sempre a quanto emerso dagli accertamenti svolti dalle Fiamme gialle, più di due milioni di euro nel giro di due anni. Incassi, però, tutti rigorosamente in nero, senza mai dichiarare un solo centesimo al Fisco. Anzi, la società, che gestisce lo stesso locale della movida estiva della Riviera, è risultata essere un evasore totale” (Carlino Rimini).

«Il Paradiso non aveva futuro. La Riviera ha perso i giovani: tante disco costrette a chiudere». “Sarebbe importante a Rimini aprire una riflessione seria sul mondo della notte, che dà lavoro a tante persone. Soltanto all’Altromondo, per le serate principali, diamo lavoro a 70-80 persone”. Lo dice al Carlino Enrico Galli, patron dell’Altromondo e l’ultimo a gestire il Paradiso. “Sono finiti i tempi in cui le discoteche erano la meta privilegiata dove far serata. E’ cambiato il modo di divertirsi, ma soprattutto è cambiato il pubblico della Riviera”, aggiunge. “La crisi è generalizzata. La spiaggia ha portato via pubblico a molti locali, la Riviera non attrae più tanti giovani come un tempo”.

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